Economia

Amsterdam: ecco chi combatte lo spreco alimentare

Le ragazze di Guerilla Kitchen e la loro cucina mobile girano per le strade e i ristoranti della città per portare sulle tavole deliziosi manicaretti, realizzati grazie al recupero delle eccedenze
Credit: Pagina Facebook di Guerrilla Kitchen
Tempo di lettura 3 min lettura
1 agosto 2022 Aggiornato alle 17:00

Olanda, 2014. Due ragazze, stanche dell’esorbitante spreco alimentare che infesta la città di Amsterdam (e non solo) decidono di fare qualcosa. Vogliono combattere, lottare contro questa ingiustizia, a modo loro, con colori e sapori.

Nasce Guerilla Kitchen, che più che una guerriglia è una festa, proprio perché (come ci dicono anche i francesi con le Disco Soupe) è molto meglio fare innovazione ballando.

Habitués del Dumpster Diving (letteralmente “tuffo nei bidoni”, cioè recupero delle eccedenze dai cassonetti dei supermercati), le ragazze, inseritesi poi in un collettivo, da questi “rifiuti” hanno creato un vero e proprio ristorante, senza una sede fissa.

Per esempio, il mercoledì cucinano a Robin Food, un ristorante vegetariano e vegano che funziona a eccedenze alimentari e volontariato e che basa la sua filosofia su prezzi bassi e convivialità. Un menù costa 12,50 euro ed è composto da tre portate, interamente cucinate con eccedenze salvate da supermercati e mercati cittadini.

In seguito a un vittorioso crowdfunding, poi, sono riusciti ad acquistare una cucina mobile, in modo da poter cucinare ove ce ne sia bisogno. Un esempio, i luoghi dei migranti, che possono così ricevere aiuto e sostegni alimentari, tra cui un pasto caldo. O ancora, le principali università, per sfamare studenti e passanti, non solo con deliziosi manicaretti ma soprattutto con pillole di sensibilizzazione al tema dello spreco.

Quanto costa un menu Guerilla Kitchen? La loro risposta è “quanto ti sembra giusto”. Il progetto si basa su donazioni consapevoli, che servono a pagare tutte quelle spese che ruotano intorno alla preparazione di sfiziose e innovative pietanze.

Sulla loro pagina Facebook, Guerilla Kitchen posta informazioni relative ai ritrovi, alle feste dove cucinare e mangiare in compagnia, ai recuperi effettuati e alle distribuzioni di eccedenze collettive.

Infatti, alcune volte, anziché cucinare vengono distribuiti enormi quantità di eccedenze in sacchettini muniti di adesivo brandizzato. Chiunque può andare a ritirarli, così come chiunque può andare ad aiutare il collettivo a tagliare, preparare, cuocere… anche solo per stare in compagnia.

Guerilla Kitchen ha molte idee per il futuro: solidificare i contatti con i commercianti dei mercati cittadini per evitare che si sprechi troppo cibo, soprattutto nei mesi caldi; proporre corsi di cucina del riuso fatti in strada, grazie ad altre cucine mobili, per poi mangiare insieme in tavolate aperte e solidali; continuare ad aiutare i migranti, portando loro piatti caldi anche in altre città.

Durante la pandemia di Covid, per esempio, avevano sostenuto un viaggio Amsterdam-Ventimiglia per supportare chi si trovava sul confine italo-francese, muniti di dispositivi alimentari e non solo.

Il progetto funziona perché la loro soluzione è vincente: “fare l’amore e non la guerra”, cioè lottare per le proprie cause con ardore, soprattutto quando si parla di cibo che, se preparato senza amore, non è nemmeno buono.

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