Diritti

J.K. Rowling ha fondato un centro antiviolenza per sole donne

L’autrice di Harry Potter ha inaugurato a Edimburgo Beira’s Place, un servizio di assistenza per le vittime di abusi e violenza sessuale. Piccolo dettaglio: le persone trans non possono accedere
J.K. Rowling arriva alla prima britannica di "Fantastic Beats the Crimes of Grindelwald" nel 2018
J.K. Rowling arriva alla prima britannica di "Fantastic Beats the Crimes of Grindelwald" nel 2018 Credit: EPA/NEIL HALL
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14 dicembre 2022 Aggiornato alle 16:00

L’autrice della saga fantasy Harry Potter ha inaugurato a Edimburgo Beira’s Place, un servizio di assistenza per sole donne vittime di violenza sessuale, che presterà sostegno e supporto psicologico gratuito. La scrittrice ha dichiarato che il centro risponderà a un “bisogno inascoltato”, in risposta alle moltissime richieste di donne sopravvissute agli abusi e che sarà fondamentale costruire una rete di supporto di gestita da sole donne.

La nuova iniziativa è interamente finanziata dalla scrittrice, che vive a Edimburgo. “Non è un ente di beneficenza e non farà affidamento sulle donazioni. Essendo io stessa sopravvissuta a una violenza sessuale, so quanto sia importante che le sopravvissute abbiano la possibilità di usufruire di un’assistenza incentrata sulle donne e da esse erogata in un momento così vulnerabile”.

Le dichiarazioni della Rowling hanno scaturito, come era prevedibile, alcune polemiche, perché il servizio di assistenza e supporto sarà rivolto solamente alle donne guardando al sesso assegnato alla nascita, e esclude quindi le donne trans. Rape Crisis Scotland, ente che si occupa dei centri antiviolenza in tutta la Scozia, ha affermato che il supporto dovrebbe essere disponibile anche per le persone trans e non binarie, perché considerate donne a tutti gli effetti, grazie alla Scottish Gender Bill.

JK Rowling e la protesta per la legge scozzese sul gender

La legge proposta da Nicola Sturgeon renderebbe più facile per le persone essere legalmente riconosciute nel genere scelto e amplierebbe la definizione ufficiale di ciò che significa essere trans. Chiunque abbia almeno 16 anni e abbia vissuto nel proprio “genere acquisito” per almeno tre mesi potrà fare domanda. Non sarebbe più richiesta una diagnosi medica di disforia di genere, eliminando la necessità di un referto medico. Il primo ministro scozzese ha dichiarato che l’obiettivo è quello di rendere il processo esistente “meno degradante, intrusivo e traumatico”, ricevendo l’appoggio di una commissione di deputati che si sono detti a favore dei principi generali di uguaglianza, alla base della proposta di legge.

La questione è molto controversa e moltissimi hanno manifestato contro questa proposta di legge; i critici di questo approccio sostengono che dare la possibilità agli individui di identificarsi in un genere potrebbe minare la sicurezza degli spazi per sole donne. Tra questi, la scrittrice JK Rowling ha sostenuto una manifestazione di protesta indossando una maglietta che definisce il primo ministro scozzese un “distruttore dei diritti delle donne”, esprimendo un forte disappunto, come suo solito, tramite un tweet.

La creatrice di Harry Potter è da sempre interessata alle questioni femminili e infantili; e non è nuova alle polemiche, che la collocano tra le cosiddette Terf (femminista radicale trans-escludente). Ha da sempre espresso il suo disappunto verso i temi che riguardano le donne trans, considerandole sostanzialmente non donne, ma uomini. E in linea con quest’idea, sarà anche Beira’s Place.

Quello scozzese è un modello a cui guardare

La vicenda è interessante, se non altro, perché ci spinge a confrontarci con una realtà differente, cioè quella scozzese, in cui i centri antiviolenza sono normalmente aperti anche alle donne trans. Rape Crisis Scotland, che gestisce 17 centri in tutta la Scozia, ha dichiarato di accogliere con favore qualsiasi nuovo servizio antiviolenza, aggiungendo tuttavia che “tutti i servizi di crisi antistupro in Scozia offrono sostegno alle donne trans e lo fanno da 15 anni. Non c’è stato un solo incidente in cui qualcuno abbia abusato di questo servizio. Continuiamo a vedere che i percorsi verso l’uguaglianza per le donne e le persone trans sono profondamente interconnessi e dipendono dagli sforzi condivisi per smantellare i sistemi di discriminazione”.

In Italia, tra i centinaia di centri antiviolenza solamente i cav non istituzionali accettano le richieste di aiuto anche delle donne trans, che statisticamente subiscono un altissimo tasso di violenze, anche molto gravi. L’esempio della Scozia potrebbe essere un punto a cui guardare, anche dal punto di vista legislativo.

Senza nulla togliere allo sforzo e all’impegno della Rowling, che è stato molto apprezzato dalla città di Edimburgo, questo sembra un passo indietro, invece che verso l’uguaglianza di genere e il rispetto di ogni individuo. Dichiarare con forza che un luogo frequentato anche da donne trans metterebbe in pericolo le vittime significa perpetrare uno stereotipo, oltre che falso e smentito dai fatti, piuttosto violento.

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