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Chi è Liliane Murekatete?

Classe ‘77, si è trasferita dal Ruanda nel ‘96. Breve bio della moglie di Aboubakar Soumahoro, al centro di una tempesta mediatica per la gestione della cooperativa Karibu
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13 dicembre 2022 Aggiornato alle 19:00

Aggiornamento del 19/12/12 ore 20:00

«Un programma delinquenziale a gestione familiare protratto nel tempo». Così gli inquirenti hanno definito la gestione delle cooperative Karibu e Consorzio Aid di Marie Therese Mukamitsindo, suocera del deputato Aboubakar Soumahoro e attiva nel settore dell’accoglienza dei migranti. La settimana appena passata ha portato diverse novità sull’inchiesta della procura di Latina. La più rilevante dal punto di vista mediatico è stata sicuramente l’iscrizione nel registro degli indagati di Liliane Murekatete, moglie di Soumahoro ed ex componente del cda di Karibu. Oltre a lei sono stati indagato anche il suo fratellastro, Michel Rukundo e altre tre persone.

Le indagini erano partite un mese fa quando il sindacato Uiltucs di Latina aveva denunciato il mancato pagamento degli stipendi a venti lavoratori delle coop di Mukamitsindo. La suocera di Suomahoro si era difesa facendo presente i tagli imposti dai Decreti Sicurezza, che avevano ridotto significativamente i finanziamenti al settore dell’accoglienza dei migranti. Ma le carte pubblicate questa settimana dai giornali raccontano un’altra storia: “Le risorse destinate all’accoglienza finivano altrove”. Ovvero, sempre secondo l’accusa, in Ruanda, Paese di origine della famiglia di Murekatete, dove un cognato del deputato Aboubakar Soumahoro gestisce attività di ristorazione e safari.

Il tutto tramite l’utilizzo dell’associazione Jamboo e del Consorzio Aid come società “schermo” per frodare il fisco. Per questo gli inquirenti hanno deciso di sequestrare a Mukamitsindo circa 640mila euro. La stessa decisione è stata presa nei confronti di Rukundo e Murekatete per somme pari a 13mila euro. Secondo l’accusa sarebbero frutto delle attività irregolari.

Un’ipotesi che ha portato il giudice per le indagini preliminari a descrivere Murekate e gli altri indagati come degli individui che «hanno mostrato elevata spregiudicatezza criminale». Inoltre la procura ha applicato nei confronti del consiglio di amministrazione di Karibu la misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare per un anno con la pubblica amministrazione. Nel frattempo sono scaturiti altri particolari: fino al 2020 il presidente del Consorzio Aid avrebbe ricevuto al mese 4.400 euro lordi. La carica è stata ricoperta da Mukamitsindo fino al 2017 e poi da Rukundo.

Ma i problemi delle cooperative non sarebbero solo finanziari. Le carte descrivono Karibu come un luogo malsano, dove i lavoratori erano costretti a vivere senza luce e al freddo. Già nel 2021 l’ex senatrice di Sinistra italiana Elena Fattori, dopo una visita istituzionale, aveva denunciato ai vertici del suo partito le condizioni dei lavoratori nella cooperativa e i legami di parentela tra i gestori e Soumahoro. Le sue parole erano però cadute nel vuoto e a settembre il sindacalista era stato eletto proprio nelle liste dell’Alleanza verdi sinistra.

Soumahoro, che non è indagato, ha ripetuto di non essere mai stato a conoscenza della gestione delle cooperative della suocera e ha poi aggiunto che la moglie “proverà la sua innocenza”. Da parte sua l’avvocato di Murekatete, Lorenzo Borrè, ha diffuso uno scarno comunicato dopo la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati della sua assistita: «La signora Murekatete si dichiara assolutamente estranea rispetto ai fatti contestatile che peraltro riguardano un presunto danno erariale di 13mila euro, e siamo certi che a breve, anzi a brevissimo, verrà fatta chiarezza e dimostrata la totale innocenza della mia assistita».

Aggiornamento del 15/12/2022 ore 15:30

Liliane Murekatete è indagata dalla Procura di Latina nell’ambito dell’inchiesta legata alle cooperative Karibu e Aid. Insieme a lei, anche la madre Marie Terese Mukamitsindo (e altre 4 persone)

«La signora Murekatete si dichiara assolutamente estranea rispetto ai fatti contestatile» ha dichiarato Lorenzo Borrè, legale di Murekatete.

Anche il marito, il deputato Aboubakar Soumahoro, si è espresso sulla vicenda: «Sono profondamente amareggiato, dispiaciuto e preoccupato per l’indagine che vede coinvolta direttamente la mia compagna Liliene Murakatete che confido dimostrerà la sua innocenza» ha affermato secondo quanto riportato dalla sua legale, Maddalena Del Re.

La procura ha applicato nei confronti del consiglio di amministrazione della cooperativa Karibu la misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare per un anno con la pubblica amministrazione. Applicato anche il sequestro preventivo “del profitto del reato” per oltre 639.000 euro nei confronti di un’altra persona indagata e di oltre 13.000 nei confronti di altri 2 indagati.

Aggiornato il 13/12/2022 ore 19:00

La destra la chiama Lady Gucci. Lei accusa i media di dare una visione «falsata» della realtà. Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, è da settimane al centro di una tempesta mediatica.

Tutto è partito dalla notizia sulle indagini della procura di Latina su Karibu, la cooperativa della madre di Murekatete, Marie Terese Mukamitsindo, accusata di non aver pagato i dipendenti e di averli tenuti in condizioni degradanti (malversazione, truffa e false fatturazioni le ipotesi di reato).

Tra i primi a criticare la gestione delle due coop, che negli ultimi sette anni hanno vinto bandi pubblici per un totale di 62 milioni, c’era stata l’ex senatrice di Sinistra italiana Elena Fattori che aveva visitato Karibu nel 2019 trovando una situazione «sporca e fatiscente» tanto da dire, a proposito di uno dei centri visitati: «In quel centro non avrei messo manco i cani». Il centro è a oggi chiuso.

Fattori era poi venuta a conoscenza dei legami di parentela tra i gestori e Soumahoro e aveva avvisato il leader di Si Nicola Fratoianni che però aveva comunque deciso di candidare il sindacalista alle Politiche del 25 settembre.

Murekatete non è indagata, ma è stata per oltre 5 anni nel consiglio di amministrazione della cooperativa. Questo è bastato ai giornali per concentrare i riflettori sulla sua vita privata in maniera spesso controversa.

Nata 45 anni fa in Ruanda in una famiglia benestante, nel 1996 Murekatete si trasferisce in Italia con i genitori per sfuggire alla guerra civile in corso nel Paese africano.

Tra le sue esperienze lavorative la più prestigiosa è quella nello staff della presidenza del Consiglio. Un impegno nato nei primi anni 2000 come raccontato dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini: «Ogni 21 giugno si tiene la Giornata mondiale del rifugiato. Per l’occasione, l’Alto commissariato chiede alle organizzazioni di segnalargli alcuni testimoni da far intervenire alle celebrazioni. Viene segnalata Liliane. Che infatti prende la parola. Qualche tempo dopo incontro Michelini, che mi dice: “Ma lo sai che quella ragazza che è intervenuta il 21 giugno l’abbiamo presa a lavorare con noi?”». Michelini è ex deputato e sottosegretario forzista e sempre al Corriere ha raccontato che Murekatete si presentava come «nipote del premier ruandese».

Secondo Michelini, la compagna di Soumahoro rimane Palazzo Chigi anche dopo il primo governo Berlusconi, curando sempre i rapporti con i Paesi africani. «Era brava», ricorda l’ex sottosegretario. Confermata da Prodi nel 2006, col ritorno della destra assume il ruolo di «rappresentante personale facente funzioni». L’esperienza si conclude col governo Monti. Poi l’impegno nella cooperativa, la partecipazione in Venere The Weeding Planer, società che organizza eventi. E la moda.

Nel 2018 Murekatete è stilista della collezione di pareo K Mare 2018. La passione per gli abiti è finita nel mirino di alcuni giornali che hanno pubblicato sue foto con vestiti griffati mettendole a confronto con le condizioni dei dipendenti di Karibu. «Sono foto normali e che risalgono a prima del mio impegno nella cooperativa», ha spiegato Murekatete. Mentre Soumahoro, intervistato a Piazzapulita, ha rivendicato per la compagna «il diritto alla moda».

Allo stato attuale, secondo Soumahoro, Murekatete sarebbe disoccupata. Ma l’attenzione mediatica non si è ridotta. Dagospia ha rilanciato un servizio fotografico realizzato nel 2012. Negli scatti del fotografo Elio Leonardo Carchidi, Murekatete appare in pose piuttosto esplicite. Le foto sono rimbalzate sul web, finendo anche sulle prime pagine di quotidiani come Libero e La Verità. Una risonanza mediatica che ha «devastato psicologicamente» la donna che ha deciso di agire per vie legali.

Proprio sulla scelta dell’avvocato si è innescata un’ennesima polemica. Murekatete ha scelto come difensore Lorenzo Borrè, già avvocato, tra gli altri, di Erich Priebke, capitano delle Ss e pianificatore dell’eccidio delle Fosse Ardeatine durante la Seconda guerra mondiale. Borré dal canto suo si è difeso: «Chi mi attacca non conosce la Costituzione. Se mi fossi rifiutato sarei stato come un medico che sceglie chi curare». A lui ora il compito di difendere Mueakatete dallo «stalking» a suo dire subito.

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