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Chi è Lorenzo Guerini?

Presidente della provincia di Lodi e sindaco della città; ministro della difesa nei Governi Conte II e Draghi. Piccola bio del nuovo presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica
Lorenzo Guerini arriva alla seconda e ultima giornata del Vertice NATO presso il Centro Congressi IFEMA a Madrid, il 30 giugno 2022.
Lorenzo Guerini arriva alla seconda e ultima giornata del Vertice NATO presso il Centro Congressi IFEMA a Madrid, il 30 giugno 2022. Credit: EPA/ZIPI
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7 dicembre 2022 Aggiornato alle 11:00

Guerini atto due. Con 9 voti su 10 Lorenzo Guerini è stato eletto presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir). Un organo delicato. Spesso al centro di polemiche e lotte politiche perché autorizzato, tra le altre cose, a ottenere documenti dai servizi segreti. Ma, come nel 2018 quando venne scelto per la prima volta per lo stesso ruolo, alla fine il nome di Guerini ha convinto tutti. E la sua storia spiega perché.

Classe 1966, Guerini nasce a Lodi da padre comunista. Una fede politica che non viene però trasmessa al figlio. Cresciuto all’oratorio, il giovane Guerini inizia la sua attività nelle fila della Democrazia cristiana per poi schierarsi con il centrosinistra in chiave antiberlusconiana. Con queste premesse è eletto per due mandati come presidente della provincia lodigiana tra il 1995 e il 2004, diventando, 28enne, il più giovane a ricoprire questo ruolo.

La sua capacità di mediare è chiara fin dall’inizio: riesce a far convergere sulla sua elezione anche Rifondazione comunista. Al giornalista di una testata locale che gli chiede se abbia beneficiato più della benevolenza degli elettori o della provvidenza, risponde: «La provvidenza mi ha dato l’occasione di essere chiamato a questo prestigioso incarico. Gli elettori mi hanno consentito di rispondere positivamente alla chiamata».

Nel 2005 la provvidenza torna ad aiutarlo: si candida a sindaco di Lodi e vince. Sono gli anni complicati della crisi della Banca popolare di Lodi. Ma l’astro di Guerini non ne esce troppo danneggiato. Nel frattempo sulla scena nazionale è arrivato Matteo Renzi. I due si conoscono da tempo e hanno molto in comune. Entrambi sindaci (Renzi di Firenze, Guerini di Lodi) ed entrambi giovani ambiziosi provenienti dalla tradizione democristiana. È l’inizio di un’intesa che, anche se indebolita, resiste fino a oggi. La differenza tra i due è più di tipo caratteriale: tanto chiassoso e provocatore Renzi, quanto riflessivo e diplomatico Guerini.

Il sodalizio porta i suoi frutti. Nel 2013, eletto per la prima volta in Parlamento, Guerini è al fianco di Renzi la notte delle primarie vinte contro Gianni Cuperlo e Pippo Civati. Nel 2014 Renzi diventa premier. Guerini non assume incarichi di governo, ma diventa vicesegretario Pd e volto di riferimento per le trattative dei renziani sia all’interno del partito sia al suo esterno. Le sue doti da tessitore permettono al governo di far approvare riforme controverse anche all’interno del Pd come legge elettorale e il Jobs Act.

Rimane fedele a Renzi anche nella sua fase calante che porta il Pd alla catastrofe delle Politiche del 2018. Un insuccesso che permette comunque a Guerini di essere rieletto e di venire scelto come candidato d’opposizione per la guida del Copasir. Renzi ci vuole un fedelissimo. E il nome di Guerini convince anche le altre opposizioni. La sua permanenza al Copasir dura poco più di un anno perché nel frattempo il governo Conte I è caduto.

Il Pd, su iniziativa di Renzi, apre a un’alleanza con i 5 stelle per sbarrare la strada all’avanzata della Lega. Ancora una volta le doti diplomatiche e la fedeltà a Renzi giocano in favore di Guerini che è scelto come ministro della Difesa. Viene riconfermato nel ruolo anche dal governo Draghi fino alla sua caduta. Nel mezzo, la ritirata dall’Afghanistan e la guerra in Ucraina. Crisi delicate che permettono a Guerini di accreditarsi come uno dei punti di riferimenti atlantisti in Italia. D’altronde il suo sport preferito è l’americanissimo baseball.

Nel frattempo Renzi ha lasciato il Pd e Guerini è diventato il leader di Base riformista, la corrente degli orfani renziani. Ormai tra i big del partito e della politica nazionale, l’ex ministro sopravvive anche alla batosta delle Politiche del 25 settembre. Perso il governo, il Pd deve mettersi d’accordo con le altre opposizioni per il Copasir. Quale nome meglio del tessitore Guerini, renziano, ma anche ministro del Governo Conte II?

Inizialmente il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte blocca tutto. Ha paura che parte del Pd e il Terzo polo si stiano mettendo d’accordo per tagliarlo fuori dalle altre commissioni. L’impasse si risolve oggi. La provvidenza ha colpito ancora.

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