Diritti

Nuova Zelanda: «Discriminatorio impedire il voto ai 16enni»

È il verdetto della Corte Suprema neozelandese. La premier Jacinda Ardern elaborerà una proposta di legge per estendere l’elettorato ai più giovani. Contrari i conservatori
Credit: Zhao Gang/ Xinhua via ZUMA Press
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
22 novembre 2022 Aggiornato alle 07:00

La Corte suprema della Nuova Zelanda ha stabilito che il limite d’età di 18 anni per gli aventi diritto di voto è discriminatoria nei confronti dei più giovani e viola i diritti umani fondamentali. Un verdetto che ha trovato il favore della prima ministra neozelandese Jacinda Ardern, intenzionata a presentare una proposta di legge al Parlamento per estendere l’elettorato.

«È stato il giorno più emozionante della mia vita», ha commentato su Twitter Caeden Tipler, codirettrice della campagna Make it 16 lanciata dal Parlamento dei giovani della Nuova Zelanda nel 2019, e ha aggiunto: «Il governo e il Parlamento non possono ignorare un messaggio giuridico e morale così chiaro. Devono farci votare».

Ma il percorso per portare 16 e 17enni alle urne potrebbe essere ostacolato dall’opposizione in Parlamento. «Personalmente sostengo una riduzione dell’età per votare – ha dichiarato la premier – ma non è una questione solo per me o anche per il governo: qualsiasi modifica della legge elettorale di questa natura richiede il 75% del sostegno parlamentare».

A guidare il fronte dei contrari sono i conservatori del Partito Nazionale della Nuova Zelanda. «Dobbiamo tracciare una linea da qualche parte – sostiene il leader del National Party Christopher Luxon – siamo a nostro agio con la linea 18». Favorevoli, invece, il partito dei Verdi e il partito Māori.

«Avevo 16 anni nel 2020, che è stata probabilmente una delle elezioni più significative della nostra vita – ha affermato Sanat Singh, tra i fondatori di Make it 16 – e le questioni che mi interessavano sulla salute mentale, il cambiamento climatico e lo stato della nostra democrazia erano cose su cui non potevo avere voce in capitolo».

Oggi i Paesi che consentono di votare ai minori di 18 anni sono ancora relativamente pochi. In Europa i 16enni possono votare in Austria, Malta, Germania, ma solo per le amministrative in alcuni Stati, e in Scozia e Galles limitatamente alle amministrative a ai rispettivi parlamenti, escluso quindi il rinnovo del parlamento britannico.

In Italia se ne discute da un po’. Nel 2019 una prima proposta di Enrico Letta in questa direzione, ripresentata ancora nel 2021, trovò l’appoggio trasversale di Movimento 5 Stelle e Lega, che contestò di aver avanzato una proposta di legge per estendere il diritto di voto ai 16enni già nel 2015. Prima ancora, nel 2007, era stato Walter Veltroni da capo del Partito Democratico, ispiratore di una proposta di legge presentata alla Camera a giugno dello stesso anno.

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