Economia

Cos’è il cuneo fiscale?

È da sempre al primo posto fra i temi di ogni campagna elettorale. Un evergreen della politica economica Italiana e una nuova importante sfida per il Governo Meloni
Credit: Monstera
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14 novembre 2022 Aggiornato alle 07:00

Il cuneo fiscale è uno strumento che si utilizza in economia, e soprattutto nel mercato del lavoro, per indicare gli effetti della tassazione sul reddito dei lavoratori, l’occupazione e il mercato del lavoro stesso.

Per calcolarlo dobbiamo tenere conto di diversi fattori che impattano sia sui datori di lavoro che sui lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti.

Stiamo parlando delle seguenti voci: le imposte dirette, che colpiscono il reddito nel momento in cui viene prodotto (ad esempio l’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche); quelle indirette, che colpiscono la ricchezza nel momento in cui viene spesa (come l’Iva); i contributi previdenziali a carico del lavoratore (i contributi pensionistici incassati dall’Inps) e del datore di lavoro; per le sole categorie di lavoratori che ne beneficiano, i trasferimenti in denaro da parte dello Stato in base al reddito e alla composizione del cuneo familiare (assegni destinati alle famiglie con figli a carico o per disabilità).

Il cuneo fiscale è dunque la differenza tra quanto costa un lavoratore per chi lo assume e quanto effettivamente riceve lo stesso lavoratore in busta paga, al netto di tutte le imposte che deve pagare.

Se il risultato di questa differenza è alto vuol dire che la tassazione ha un forte peso sul lavoro, dunque (nel caso di un lavoratore dipendente) la retribuzione che verrà incassata a fine mese sarà di molto alleggerita dalle imposte pagate sia dal dipendente che dal datore di lavoro.

Viceversa, se la differenza si riduce, lo stipendio netto del lavoratore si avvicinerà all’importo lordo versato dal datore di lavoro.

Il cuneo è più o meno ampio a seconda del sistema fiscale e contributivo applicato nel proprio Paese.

La situazione italiana

Secondo quanto riferito dall’analisi dell’Osservatorio sui Conti pubblici italiani (Cpi), nel 2021 l’Italia era al quinto posto fra i Paesi Ocse - l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - per cuneo fiscale più alto. Stiamo parlando di circa il 46,5% contro una media del 41,4 nell’Area Euro.

A inizio anno le cose migliorano per i lavoratori con redditi medio-bassi, grazie all’assegno unico universale e al taglio dell’Irpef, che fa scendere il cuneo dal 41,2 al 38,6% e di circa un punto percentuale per le famiglie monoreddito, mentre la situazione rimane praticamente invariata per i lavoratori con redditi medi e alti. Il costo del lavoro per il datore è di 44.779 euro, ma il netto incassato dal lavoratore è mediamente di 23.948.

Guardando i dati si può osservare come la composizione del cuneo sia distribuita in maniera pressoché uniforme fra il lavoratore e l’azienda per cui lavora: il 24% è rappresentato dai contributi a carico del datore di lavoro, mentre il 22,5% è a carico del lavoratore.

Dopo la legge di bilancio 2022

La legge di bilancio approvata il 28 gennaio 2022 dal governo Draghi ha ridisegnato il profilo di aliquote e scaglioni su cui si basa l’Irpef, riorganizzando anche le detrazioni per reddito da lavoro dipendente, autonomo e da pensioni.

Modifiche e innovazioni in linea con una sfida politica annosa come il famoso ‘taglio’ al cuneo fiscale, stimato a Luglio dall’Osservatorio Cpi di circa 4 punti percentuali per i lavoratori con reddito medio e di 2 per le famiglie con due figli e monoreddito. Un alleggerimento del carico fiscale capace di concedere maggiore respiro alle fasce di reddito più svantaggiate.

Cosa farà il nuovo Governo?

Proprio quel ‘taglio’ a cui aspirano i governi di vario colore politico e chiesto a gran voce dai lavoratori e dalla stessa Confindustria sarebbe l’obiettivo del nuovo esecutivo presieduto da Giorgia Meloni. Emerge dall’ultimo incontro a Palazzo Chigi di due ore e mezzo con i segretari generali dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, la volontà comune di fronteggiare il caro energia con lo stanziamento di 9,1 miliardi, contenuti nel decreto Aiuti quater appena approvato.

Priorità anche all’abbassamento del costo del lavoro, come evidenziato dalla conferma, arrivata dal ministro Giorgetti, della reiterazione per l’anno prossimo dello sgravio sul cuneo contributivo già adottato nel 2022, in continuità con il precedente Governo. Una misura su cui si fonda la speranza del taglio di almeno 5 punti del cuneo fiscale, a favore di imprese e lavoratori, auspicato dalla Premier nel suo discorso programmatico in Parlamento.

Inoltre, in linea con il modello tedesco, sempre Giorgetti caldeggia l’idea di conferire alle imprese «la possibilità di riconoscere ai dipendenti una indennità/premio fino a 3.000 euro con esenzione totale di contributi e tasse» in contrasto alla forza erosiva dell’inflazione.

Resta da attendere le prossime mosse del governo, che nel frattempo trova piena condivisione d’intenti con sindacati e imprese, nella speranza di un lavoro collettivo e sinergico che tuteli il potere d’acquisto e i risparmi dei cittadini dai nuovi rincari che conseguono a scenari geopolitici internazionali sempre più difficili da prevedere.

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