Economia

Bollette di guerra: gli aumenti sono del 60%

Secondo Arera, la spesa per una famiglia-tipo nel 2022 per l’elettricità sarà di circa 1.322 euro, rispetto ai 632 euro circa del 2021. La causa? Le incertezze legate agli sviluppi del conflitto russo-ucraino
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30 settembre 2022 Aggiornato alle 10:00

Era l’elefante nella sala di queste elezioni e alla fine si è materializzato: il caro bollette non lascia gli italiani. Anzi raddoppia.

I dati dell’Agenzia per l’energia (Arera) resi noti ieri parlano chiaro: la spesa per la famiglia-tipo nel 2022 ( dal 1° gennaio al 31 dicembre) per la bolletta elettrica sarà di circa 1.322 euro, rispetto ai 632 euro circa del 2021 (i 12 mesi equivalenti dell’anno precedente).

Già in mattinata, intervenendo all’Italian Energy Summit del Sole 24 Ore, il direttore della Divisione energia di Arera Massimo Ricci aveva avvisato dell’arrivo della tempesta dicendo: «Sono in arrivo prezzi mai visti prima».

Il motivo dei rincari, spiega l’agenzia, sono «le incertezze legate agli sviluppi del conflitto russo-ucraino». Ovvero quel mix pericoloso di sanzioni e tensioni diplomatiche che si è venuto a creare tra Unione europea e Russia a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.

La magra consolazione è che poteva andare peggio. L’Arera ha fatto sapere di avere limitato “con un intervento straordinario, l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica per le famiglie ancora in tutela”.

Si tratta uno sforzo che ha ridotto al 59% l’aumento del prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela. Un aumento che, senza l’intervento dell’agenzia, avrebbe portato a un incremento del 100% circa del prezzo dell’elettricità.

Sul tema è intervenuto anche il presidente del Consiglio Mario Draghi chiedendo all’Europa «una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza».

Draghi ha invitato i governi europei a non dividersi «a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali», ma a rimanere «compatti e solidali».

Nel frattempo però le spaccature su come affrontare il caro energia rimangono.

Una possibile buona notizia è arrivata mercoledì quando l’Unione europea ha fatto trapelare di volere inserire un tetto al prezzo del gas russo. La misura non trova però d’accordo Paesi come l’Ungheria. E nel frattempo c’è chi pensa di fare da solo, come la Germania che sempre ieri ha annunciato un piano da 200 miliardi di euro contro il caro energia.

Le previsioni per tutti i Paesi dell’Eurozona sono infatti allarmanti. Secondo Business Europe, l’associazione Ue delle imprese, l’impennata dei prezzi “comporta il rischio imminente di perdite di produzione e chiusure di migliaia di aziende europee”.

Una previsione che spaventa anche i vincitori delle elezioni italiane del 25 settembre.

Guido Crosetto, consigliere tra i più fidati di Giorgia Meloni e presente in tutti i totoministri che girano in questi giorni, ha twittato per dire: «Mi pare che si stia sottovalutando ancora troppo, cosa sta accadendo sul fronte gas ed energia, nelle aziende e nelle famiglie». Mentre il leader leghista Matteo Salvini ha invitato a seguire l’esempio tedesco dicendo: «Servono soldi, subito». Si arriverà ai fatti?

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