Ambiente

Mantova: l’ex Lago Paiolo rischia di diventare tutto “grigio”

Il sito, abitato da specie protette di anfibi e rettili, è stato acquistato da privati. Il Comune ha perso l’asta per la realizzazione di un bosco urbano. Ora, si costruirà?
Cartina di Mantova del 1575
Cartina di Mantova del 1575
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
28 ottobre 2022 Aggiornato alle 15:30

Alle porte di Mantova sorge un’area completamente verde di circa 100.000 metri quadrati: si tratta di quello che un tempo era il bacino che ospitava il Lago Paiolo, uno dei 4 specchi d’acqua formati dal flusso del fiume Mincio. Bonificato sul finire del Settecento, oggi il Paiolo fa parte del patrimonio naturalistico della zona, popolato da specie protette di anfibi e rettili. Purtroppo, però è a rischio cementificazione.

Nonostante sia stata presentata richiesta alla Regione Lombardia per renderla una riserva naturale a tutti gli effetti, l’anno scorso l’area è stata messa all’asta. Per appena 512.000 euro il sito è stato acquistato da una società immobiliare veneta, la Imprendo srl che fa capo all’immobiliare Toffalini & Toffalini, il cui obiettivo è quello di costruire.

«Quell’area va tutelata perché è un polmone verde per Mantova, perché lì si trovano i siti riproduttivi di alcune specie protette, perché il consumo di suolo ha già rubato troppo verde alla città e non c’è bisogno né di nuove case né di nuovi supermercati» ha spiegato a Osservatorio Diritti Emanuele Bellintani, attivista della Rete per il Paiolo, il gruppo nato nel 2021 per difendere il lago.

Una storia piuttosto travagliata quella del Paiolo. Da almeno 15 anni è oggetto di progetti e interessi edilizi: nel 2006, infatti, l’area agricola di proprietà comunale era diventata edificabile grazie a un cambio di destinazione d’uso e qualche anno dopo veniva approvato il piano attuativo per costruire su quel terreno palazzi, negozi e parcheggi sotterranei.

Basti pensare che la provincia di Mantova è in cima alla classifica regionale di consumo di suolo: 611,38 metri quadrati per abitante a fronte di una media nazionale di 362 metri quadrati. Secondo il rapporto Ispra del 2022, gli ettari ricoperti di cemento sono saliti da 23.432 a 24.826.

La Società Erpetologica Italica, in realtà, ha riconosciuto il Paiolo come area da tutelare per la presenza di siti riproduttivi della rana di Lataste e della testuggine palustre europea, che in base alla Direttiva 92/43 CEE Habitat necessitano di zone speciali di conservazione.

Dopo alcune aste fallimentari andate deserte, nel 2020 il Comune di Mantova e il Parco del Mincio annunciavano di voler comprare il Paiolo con i fondi del bando della Regione Lombardia dedicato alle infrastrutture verdi a rilevanza ecologica. L’idea era di realizzarne un bosco urbano. E infatti, l’anno successivo, il Parco approvava l’atto di indirizzo per istituire la riserva, un procedimento frutto di valutazioni scientifiche fornite da varie università e associazioni ambientalistiche.

Ma le cose non sono andate come previsto. Perché il Comune ha perso l’asta, nonostante la base fosse scesa da circa 4 milioni di euro a poco più di 900.000 euro.

È nata così la Rete per il Paiolo, un network di persone delle età più disparate, dai 17 ai 70 anni. «Il problema del Paiolo è sentito in città e lo provano i tanti cittadini che partecipano alle nostre iniziative, tra cui la passeggiata del 12 dicembre 2021 per vedere da vicino l’area», racconta ancora Bellintani. A quella passeggiata sono seguite persino delle denunce per manifestazione non autorizzata (la camminata ha fatto una deviazione di un centinaio di metri dal percorso previsto), poi per fortuna archiviate.

A marzo di quest’anno la Rete ha presentato una serie di osservazioni al Piano per la gestione del territorio (che dovrà andare in aula tra qualche mese) in cui chiede che venga dichiarato decaduto il Piano attuativo, cambiata la destinazione d’uso e tutelato l’ambiente.

La strada è ancora lunga però.

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