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Ignazio La Russa: chi è il nuovo presidente del Senato

Piccolo approfondimento sull’ascesa dello storico personaggio di Fratelli d’Italia, eletto ieri con 116 voti
Credit: ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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14 ottobre 2022 Aggiornato alle 11:15

Dalla Sicilia a Milano. Da Bellocchio ai Simpson. È una storia singolare quella del neo presidente del Senato Ignazio La Russa eletto con 116 voti. Una storia, quindi, che da oggi bisogna conoscere.

Nato nel 1947 a Paternò (Catania), La Russa è figlio d’arte: il padre Nino è stato parlamentare dell’Msi (Movimento sociale italiano).

Presto il giovane Ignazio Benito La Russa si trasferisce al Nord: studia a St. Gallen in un college della Svizzera tedesca per poi laurearsi in giurisprudenza all’università di Pavia. Terminati gli studi segue le orme lavorative del padre e diventa avvocato penalista e cassazionista.

La professione si mischia spesso alle sue idee politiche: La Russa assiste, tra gli altri, la madre del giovane missino Sergio Ramelli, assassinato a Milano nel 1975 per motivi politici e ricordato dal neo presidente del Senato nel suo discorso di insediamento.

Sono i famigerati “anni di piombo” carichi di tensioni politiche che spesso sfociano nella violenza. E La Russa è in prima linea come dimostra un frangente del film di Marco Bellocchio Sbatti il mostro in prima pagina (1972) in cui si vede il futuro presidente del Senato arringare la folla contro il pericolo comunista.

Lo stesso Ignazio viene più volte accusato di violenze in quegli anni: nel 2000 Sergio Cusani racconta all’Espresso di averlo visto in un gruppo di missini che spararono con la scacciacani contro lui e altri compagni del collettivo.

Accuse che non fermano comunque l’avanzata di La Russa che nel 1994 è tra i principali fautori del cambio pelle dell’Msi (di cui faceva parte dal 1970) che si scioglie per diventare l’Alleanza nazionale (An) sotto la guida di Gianfranco Fini.

Nel frattempo, La Russa diventa parlamentare nel 1992. Ma l’ascesa è appena iniziata: arriva a essere uno dei volti simbolo di An, complice anche la sua voce rauca e riconoscibile che gli vale anche una partecipazione come doppiatore nel cartoon I Simpson (è la voce di Garth, un “super cattivo”).

La sua è anche una vita mondana: è onnipresente alle inaugurazioni del Billionaire, il locale sardo dell’amico Flavio Briatore e non si perde una partita dell’Inter per nessun motivo.

La popolarità di La Russa cresce insieme al peso dei suoi ruoli: nel 2008 diventa ministro della Difesa nel governo Berlusconi. Un ruolo che lo vede nel mirino della satira di Fiorello che arriva a inventarsi “’Ignazio Jouer” con parole come “napalm” e “mutande ragno”.

Un’ironia aiutata anche dalla passione del nuovo ministro per gli Apaches (popolazione nativa dell’area sud occidentale dell’America del Nord) che lo porta a battezzare i suoi tre figli Geronimo, Lorenzo Cochise e Leonardo Apache Maria.

Nel 2018 viene diffuso un video in cui si vede la sua casa piena di cimeli fascisti, mentre all’inizio della pandemia da Covid-19 suggerisce di tornare a usare il saluto romano perché “più igienico”.

A settembre, invece, il fratello Romano, assessore regionale in Lombardia, viene colto dalle telecamere mentre si esibisce in un saluto romano a un funerale. Ignazio risponde: «Ha fatto una papera come quella del portiere dell’Inter».

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