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Tutto quello che c’è da sapere su Fratelli d’Italia

Oggi è il partito che i sondaggi vedono in testa per la vittoria. Ma come è nato? Come è organizzato al suo interno? Ecco qui una piccola guida-aiuto
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, a Largo Gennaro Boltri, nel quartiere Tor Bella Monaca, durante il comizio che ha chiuso la sua campagna per le elezioni del sindaco di Roma nel giugno 2016.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, a Largo Gennaro Boltri, nel quartiere Tor Bella Monaca, durante il comizio che ha chiuso la sua campagna per le elezioni del sindaco di Roma nel giugno 2016. Credit: ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

In tre, ma buoni

Si sono accordati in tre per creare il partito più favorito secondo i sondaggi per le prossime elezioni del 25 settembre: Ignazio la Russa, Guido Crosetto e Giorgia Meloni. E lo fecero anche in un lasso di tempo piuttosto breve: siamo tra novembre e dicembre 2012.

Giorgia Meloni si candida alle primarie del centrodestra per rappresentare gli oppositori del governo Monti: la consultazione viene annullata da Berlusconi. Per questa ragione, lei e Guido Crosetto organizzano una convention contro lo stesso Berlusconi e la possibile alleanza con Mario Monti, a cui segue l’annuncio di La Russa di voler fondare un muovo partito di destra.

Così il 20 dicembre si costituisce il gruppo parlamentare al Senato Centrodestra Nazionale con capogruppo Maria Alessandra Gallone. Solo un giorno più tardi aderiscono Guido Crosetto e Giorgia Meloni, e il gruppo diventa Fratelli d’Italia- Centrodestra Nazionale. Le prime elezioni a cui si presenta sono le politiche del 2013, senza però aver ancora tenuto un’assemblea nazionale.

Le prima assemblea, infatti si svolge a marzo del 2013 e, in seguito, Ignazio La Russa viene nominato Presidente del partito, Giorgia Meloni presidente del Gruppo Parlamentare alla Camera e Guido Crosetto Coordinatore nazionale del partito.

Atto costitutivo e statuto provvisorio

“L’Associazione”, termine usato nel documento, si dota di un Consiglio Direttivo, di un Comitato di Presidenza, di un tesoriere e vice tesorieri e di unAssemblea degli eletti.

Compongono inizialmente il Consiglio Direttivo, con altri 9 membri, e il Comitato di Presidenza i 3 fondatori. Il primo organo viene incaricato di redigere lo statuto definitivo, che dovrà poi essere approvato dall’assemblea. I componenti del secondo, invece, hanno la facoltà di indicare dei relatori che elaborino delle proposte di statuto da sottoporre al Consiglio Direttivo.

I tesorieri e i loro vice eletti all’unanimità dal consiglio Direttivo rappresentano legalmente il partito, in questo ruolo presentano le candidature e i contrassegni elettorali e partecipano, senza diritto di voto, ai lavori del Consiglio Direttivo e del Comitato di Presidenza. La stessa organizzazione si ritrova all’interno dell’Assembla, coordinata dal Comitato di Presidenza, e descritta come “composta, in via provvisoria e sino allapprovazione del definitivo Statuto, dagli aderenti al Movimento che risultino eletti nel Parlamento Nazionale ed Europeo, nei Consigli e nelle Assemblee Regionali, nei Consigli Provinciali e nei Comuni nei quali vige il sistema elettorale ‘a doppio turno’.”

Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale: statuto

Forse quello che è rimasto più impresso non è tanto il cambio di nome avvenuto nel 2014, ma la discussione che si accese sulla fiamma tricolore che caratterizza ancora il simbolo del partito.

La struttura interna diventa molto più articolata ed è definita dai seguenti organi: il Congresso Nazionale, il Consiglio Nazionale; lAssemblea Nazionale; la Direzione Nazionale, il Coordinamento Politico Nazionale, lEsecutivo Nazionale, il Presidente Nazionale e una serie di figure amministrative (la Commissione Nazionale di Garanzia, il Segretario Amministrativo e il Comitato di Amministrazione).

Il congresso, oltre a stabilire la linea politica del partito, elegge il presidente e l’assemblea. Il presidente è il rappresentante politico e direttore organizzativo del partito, presenta le liste e i contrassegni elettorali e autorizza l’uso del simbolo. Inoltre, convoca una volta all’anno il Consiglio Nazionale, organo consultivo che si dota di un proprio Presidente e un ufficio di Presidenza.

L’assemblea è composta da 450 membri, a cui il presidente può affiancare altre “50 personalità dellassociazionismo, della cultura, dellimpresa e della ricerca anche tra non iscritti al movimento che avranno diritto di voto solo su questioni inerenti lindirizzo politico” (art. 12). Si perde il ruolo qualora si registrino tre assenze consecutive ingiustificate. La funzione dell’Assemblea è quella di indirizzare l’azione politica, modificare lo statuto secondo la delega del congresso e approvare il regolamento di quest’ultimo sotto la dirigenza del Presidente dell’Assemblea.

L’esecuzione delle decisioni prese in Assemblea avviene attraverso la Direzione Nazionale, di cui fanno parte il Presidente Nazionale e almeno altri 100 membri eletti dall’Assemblea. Il coordinatore della Direzione nazionale ne dirige le azioni, che includono lo stilare le liste elettorali e l’approvare i programmi dei candidati e il rendiconto di esercizio annuale.

Nella posizione di Presidente del Consiglio Nazionale, dellAssemblea Nazionale, della Direzione Nazionale, dei Gruppi Parlamentari alla Camera, al Senato, al Parlamento Europeo, di componente del governo e di responsabile nazionale del Movimento Giovanile si è di diritto anche membri dell’Esecutivo nazionale. Quest’organo rappresentativo e di coordinamento, è convocato dal Presidente, che può selezionare al massimo altri 15 membri e designare il coordinatore.

Il contatto e la comunicazione tra le istituzioni territoriali e nazionali è compito del Coordinamento Politico Nazionale, nel quale si trovano non più di 50 componenti, tra cui i Presidenti Regionali e i membri dellEsecutivo Nazionale.

Più nello specifico, le istituzioni territoriali si dividono su quattro livelli. Il più ampio è il regionale: responsabile delle proposte di programmi e candidature per i ruoli regionali e di sindaco di capoluogo di provincia è il Coordinamento regionale di 20-50 persone nominato per i due terzi in concomitanza con le elezioni del Presidente Nazionale e per l’ultimo terzo dal Presidente Regionale.

In seguito, a livello provinciale, lo stesso metodo di elezione è applicato al Coordinamento provinciale, il cui numero di componenti varia in base alla popolazione, ma comunque non scende sotto l’11. Il compito è simile a quello del Coordinamento regionale, ma ridimensionato: proporre programmi e liste per l’elezione del Presidente della Provincia e del consiglio Provinciale.

Il terzo livello riguarda unicamente le province di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari, dove si costituiscono i Coordinamenti di Città metropolitana. Sostanzialmente, questi vanno a sostituire il Coordinamento Provinciale sul territorio del comune capoluogo.

Infine, l’Assemblea territoriale “determina, in linea con le direttive nazionali del Movimento, lazione politica e indirizza lattività amministrativa degli organi istituzionali nel territorio di competenza dei circoli.” Per quel che riguarda la selezioni dei partecipanti, sono valide le stesse regole usate agli altri livelli.

L’unico riferimento alla durata del mandato è l’articolo 16, che recita: “gli Organi rimangono in carica per il tempo previsto dai rispettivi regolamenti e comunque dopo 3 anni dalla loro costituzione. Decorso detto termine, gli organi Nazionali restano in carica per la sola ordinaria amministrazione collegata alla tempestiva convocazione di un Congresso Nazionale che rinnovi le cariche.”

Un balzo al 2018

Tra l’approvazione statuto definitivo delineato qui sopra e il 2018 non risulta che ci siano state riforme alla regolamentazione base del partito. Il che, già di per sé, è un fatto abbastanza particolare. Ma se non bastasse, in questa nuova versione dello statuto non si fa più menzione dei circoli online, si definisce chiaramente chi fa parte del Congresso Nazionale, ovvero tutti gli iscritti, si dà prerogativa al Presidente Nazionale di proporre nuovi membri del Congresso in casi di posizioni vacanti per dimissioni, decesso e decadenza. Questo vale anche per i componenti della Direzione Nazionale, il cui numero non viene più precisato. Inoltre, i membri dell’esecutivo che il Presidente può nominare diventano 25.

Il coordinamento regionale mantiene il limita massimo di 50 membri, ma non quello minimo di 20, che sembra semplicemente scomparire. Un altro numero che scompare è quello dei componenti del Coordinamento Politico Nazionale, di cui fanno parte ora i membri dell’Esecutivo Nazionale, i Presidenti Regionali, i Sindaci dei capoluoghi e grippo parlamentari e/o altri dirigenti di dipartimenti convocati dal Presidente.

Nell’articolo 18 si cambia il numero di componenti del Coordinamento Provinciale, che diventano al massimo 20, e a cui viene riconosciuta un’autonomia economico/finanziaria, come del resto anche al Coordinamento Regionale. All’articolo dopo, invece, diventa più vaga e ampia la destinazione dei Coordinamenti di Città metropolitana poiché si evita di fare nomi di città specifiche.

L’obiettivo del 2019

Una solo modifica rilevante si riscontra: il regolamento dell’Assemblea Nazionale, da sottoporre al Congresso, ha degli intenti precisi: “assicurare che il voto sia libero, erto ed eguale; garantire la rappresentatività dei territori; assicurare un’adeguata rappresentanza alle liste di minoranza, mediante la distribuzione di non meno dei due terzi dei seggi con metodo proporzionale ai suffragi raccolti; promuovere la parte di accesso tra i sessi nell’organo collegiale; stabilire tempi e modi per la raccolta e la formalizzazione delle candidature con una ragionevole soglia di accesso in misura tale dia favorire la partecipazione.”

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