Ambiente

Clima ed energia: ci sarà la svolta di cui abbiamo bisogno?

Quali saranno le priorità politiche ambientali di questa legislatura? Una cosa è certa: tutti i provvedimenti che verranno presi avranno bisogno di essere applicati con efficacia e rapidità. E lungimiranza
Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI
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30 settembre 2022 Aggiornato alle 06:30

Chi sono le persone di riferimento sui temi ambientali nel primo partito guidato da Giorgia Meloni?

Quali i loro interessi e posizioni?

Quali saranno le priorità politiche sull’ambiente di questa legislatura?

Queste sono le domande che circolano in queste ore tra gli addetti ai lavori per cercare di dare senso al nuovo assetto politico del Paese.

Tra i 183 senatori e deputati eletti con Fratelli d’Italia c’è Nicola Procaccini, eurodeputato e responsabile Ambiente di Fratelli d’Italia, che ha dettato la linea negli ultimi mesi, ribadendo una posizione attenta al clima («Serve aggiornare il piano nazionale energia clima, fermo al palo da troppo tempo») sebbene attendista.

«Va affrontata con maggiore lucidità la questione dei target europei sulle emissioni di CO2 - ha spiegato Procaccini - Coltivare con un certo fanatismo l’obiettivo di azzerarle in tempi troppo rapidi, disinteressandosi degli aspetti geopolitici o dell’evoluzione delle tecnologie, può avere conseguenze catastrofiche sul piano sociale ed economico».

Sicuramente avranno voce sul tema energia l’esperto di Geopolitica Guido Crosetto o Fabio Rampelli, già vicepresidente della Camera, che detteranno la politica energetica del partito (e sui ministri al governo). Ma oltre a loro non si sa ancora chi sarà un punto di riferimento su questi temi.

Nel resto della coalizione Forza Italia ha eletto l’animalista Michela Vittoria Brambilla, berluscones di vecchia data, famosa più per le foto con cani, conigli e gattini che per iniziative davvero pro-animali.

A casa invece Maria Spena, candidata FI che si era spesa in campagna elettorale sui temi di rifiuti e economia circolare. Rimane Silvio Berlusconi, che da autopromosso padre della patria, dopo l’exploit dei milioni di alberi non è escluso che si proponga come inviato speciale del clima.

La Lega ha portato in Parlamento la friulana Vannia Gava, già sottosegretaria di Stato al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha buona esperienza sulle tematiche ambientali e sarà sicuramente un riferimento per il (piccolo) manipolo di deputati leghisti.

Impresa non facile insomma capire che guiderà i lavori nella commissione ambiente tra gli eletti delle file del centrodestra, la speranza è ovviamente quella di trovare deputate e deputati interessati e che portino avanti i temi di conservazione della natura della patria e autarchia energetica.

Dal centrosinistra, esclusi i nuclearisti filo-fossili del duo Calenda-Renzi, c’è qualche notizia interessante. Dopo 14 anni tornano i Verdi in Parlamento con un gruppo di 16 eletti, inclusa l’europarlamentare Eleonora Evi, Angelo Bonelli e il sindacalista Aboubakar Soumahoro, e i quattro senatori Ilaria Cucchi, Aurora Floridia, Tino Magni e Peppe De Cristofaro.

Per il PD a portare la bandiera dei temi ambientali saranno, tra gli altri la deputata Chiara Braga e l’ex-europarlamentare Simona Bonafè, figura di riferimento a Bruxelles sui temi di economia circolare.

Infine M5S porta dentro il palazzo l’ex ministro dell’ambiente Sergio Costa, che sicuramente si adopererà sul tema ecomafie e ecoreati, oltre che di nuove proposte di legge sul mare, tema molto caro a FdI, dove si vocifera addirittura di un nuovo Ministero del Mare.

Sul tavolo dei neoparlamentari non mancano i progetti di legge (che siano disegni o proposte), alcuni rimandati da anni, dalla legge sull’acqua a quella attesissima sull’uso del suolo, fino a una legge sul clima, che recepisca la Climate Law europea, e definisca dei target climatici vincolanti a breve, medio e lungo termine.

Se sull’acqua la destra della Meloni potrebbe accantonare gli interessi privatistici di Lega e Forza Italia e con piglio populista fare una legge sull’acqua come bene nazionalpopolare (non useranno mai la parola comune), molto più difficile sarà la possibilità di fare una legge sul consumo di suolo, invisa a migliaia di elettori ed elettrici che lavorano nel settore costruzioni.

Due proposte di legge che sono rimaste ferme in Parlamento, anche quando PD e M5S avevano il doppio dei deputati attuali e che si teme rimangano al palo anche in questa legislatura.

Secondo le associazioni di riferimento FdI metterà mano sulla Legge 157 del 1992 che norma la caccia, visto il supporto della stessa Giorgia Meloni sulle istanze dei cacciatori, e in generale sull’uso e sul possesso delle armi.

Anche se il parlamento dovrà capire come recepire l’accordo internazionale sulla biodiversità, che dovrebbe essere approvato a Montreal a dicembre, che richiederà ai Paesi di tutelare almeno il 30% del territorio nazionale per la protezione delle specie. Sarà fondamentale votare per istituire nuovi parchi e nuove aree protette, marine e non.

Sul tema energia e decarbonizzazione l’attenzione va soprattutto alla prossima legge di bilancio dagli aiuti per il caro-energia alla stabilizzazione degli incentivi.

Sui bonus si dovrà lavorare su quelli per l’efficientamento energetico degli edifici (da ridurre forse, ma certamente da stabilizzare e dotare di un orizzonte almeno al 2030 per dare serenità al settore costruzioni), e per la mobilità (quella pubblica, non incentivi per le auto elettriche, che al più si potrebbero definitivamente detassare). Servirebbe una legge per il phase-out dei Sad, i sussidi ambientalmente dannosi, al 2028.

Attendiamo infine chi sarà il Ministro della Transizione Ecologica. Vista la complessità della congiuntura si teme possa essere riconfermato Roberto Cingolani, anche se da giorni circolano nomi più interessanti come Francesco Starace o Stefano Donnarumma.

Una cosa è certa: tutti i provvedimenti avranno bisogno di essere applicati con efficacia e rapidità, spingendo per portare l’attenzione su questi temi al centro dei lavori parlamentari.

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