Economia

Arriva il Piano nazionale contro il caro energia

Il Mite ha pubblicato la strategia per raggiungere l’indipendenza da Mosca. Atteso per venerdì il vertice dei ministri Ue per discutere sul price cap
Credit: aowsakornprapat/envato
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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7 settembre 2022 Aggiornato alle 09:00

Ieri il Ministero della transizione ecologica ha pubblicato il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, che ha come obiettivo quello di «realizzare da subito risparmi utili a livello europeo a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia».

In accordo col Regolamento dell’Unione Europea sulla riduzione volontaria della domanda di gas naturale del 15% entrato in vigore il 9 agosto, l’Italia intende perseguire «la massimizzazione della produzione di energia elettrica, nel settore termoelettrico, con combustibili diversi dal gas» e punta a «una accelerazione delle energie rinnovabili nel settore elettrico».

Tra le misure previste una riduzione di 1°C per il riscaldamento degli edifici. Il tetto è fissato a 17°C per gli edifici adibiti ad attività industriali o artigianali e a 19°C per tutti gli altri edifici, con un margine di tolleranza di 2°C in entrambi i casi.

Gli impianti di riscaldamento dovranno inoltre restare accessi un’ora in meno al giorno e, per il solo settore domestico, 15 giorni in meno rispetto all’intero periodo di attività (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio).

Il piano stabilisce anche una serie di misure comportamentali che verranno promosse attraverso un’apposita campagna informativa istituzionale. Il documento precisa che tali misure saranno volontarie e «integrate ove necessario da strumenti di sostegno alla scelta del comportamento efficiente».

Tra i comportamenti da promuovere vengono indicate la riduzione della temperatura e della durata delle docce, l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo, l’abbassamento del fuoco da cucina dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno, o ancora l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico e la riduzione dell’illuminazione elettrica.

Se tali provvedimenti risultano “a costo zero”, il Piano sottolinea come ulteriori risparmi energetici possono derivare da investimenti finalizzati alla sostituzione di elettrodomestici e climatizzatori ad alto consumo con modelli più efficienti, all’installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda o all’impiego di lampadine a led al posto di quelle tradizionali.

Il Piano prevede infine «il contenimento volontario dei consumi nel settore industriale, su cui è aperto un confronto con le categorie produttive in modo da valorizzare tutte le opportunità a basso impatto sulla produzione e comunque salvaguardando i settori strategici».

L’Italia, intanto, a inizio settembre ha raggiunto un livello di riempimento degli stoccaggi di circa l’83%. «Tale valore, in linea con l’obiettivo di riempimento del 90% – spiega il Mite – è fondamentale per disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno».

Critica la reazione di Mosca. «È chiaro che questo Piano viene imposto a Roma da Bruxelles, che a sua volta agisce su ordine di Washington, ma alla fine saranno gli italiani a soffrirne», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.

«Affermazioni ridicole – ha replicato il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer – È assolutamente chiaro che c’è un eccellente coordinamento e collaborazione all’interno dell’Ue e tra gli Stati membri su tutte le questioni che riguardano l’energia».

Nell’ultima settimana la situazione è diventata più drammatica in seguito alla chiusura il 31 agosto del gasdotto Nord Stream 1 in ragione di presunti scopi manutentivi, e dall’aver prorogato la chiusura dello stesso oltre il termine del 3 settembre come ritorsione contro le sanzioni europee all’indomani dell’accordo raggiunto dai Paesi del G7 sul tetto al costo del petrolio.

Queste circostanze hanno determinato una progressiva impennata del prezzo del gas, che il 25 agosto ha superato per la prima volta i 300 euro al megawattora sul mercato di riferimento (Ttf) di Amsterdam, con ricadute sul costo dei beni alimentari e sulle bollette di consumatori e aziende, in particolare quelle cosiddette energivore, ovvero che hanno bisogno di una grande quantità di energia per lavorare.

Per questo da diversi mesi i Paesi europei, Italia in testa, discutono sulla necessità di introdurre un tetto al prezzo del gas (price cap). Una proposta osteggiata in particolare dagli interessi dell’Olanda, sede del Ttf, e dal timore di ripercussioni economiche da parte della Germania, e che tuttavia ha trovato sempre maggiore accoglienza con l’inasprirsi della politica di Mosca.

All’inizio del mese la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha ribadito la volontà di intervenire dopo che il 29 agosto aveva auspicato una riforma strutturale del settore, e il 9 settembre è stata fissata una riunione d’emergenza dei ministri dell’Energia per discutere una possibile soluzione comune.

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