Economia

Un incubo chiamato bolletta: 5 volte più care del pre-Covid

L’Istituto ricerche consumo ambiente e formazione spiega come - nonostante i provvedimenti del Governo - nei prossimi mesi subiremo ancora forti rincari
Credit: Morgan Housel/Unsplash
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25 agosto 2022 Aggiornato alle 21:00

Per l’IRCAF (Istituto ricerche consumo ambiente e formazione), vedremo un raddoppio delle bollette nonostante i provvedimenti del Governo che hanno raggiunto quota 52 miliardi di euro: le misure sono insufficienti e il nuovo esecutivo, post elezioni fissate al 25 settembre prossimo, dovrà intervenire.

Dello stesso parere anche Arte (Associazione dei reseller e trader dell’energia), che ritiene che questo inverno le bollette di luce e gas costeranno più di 1000 euro, e saranno cinque volte più care rispetto al periodo pre-Covid. Ipotesi confermata dalla relazione annuale sulla situazione energetica nazionale che il MiTE ha pubblicato lo scorso luglio: nel 2021 i consumi di gas in Italia hanno raggiunto 76 miliardi di metri cubi, in crescita rispetto ai 71 miliardi del 2020.

Lo scorso 22 agosto il prezzo raggiunto dal gas naturale è stato vicino ai 300 euro al megawattora, più del 1000% rispetto al 2021, quando costava 26 euro al megawattora.

Certamente, la notizia di venerdì scorso, quando Gazprom, che aveva già tentato di accrescere la dipendenza europea dal gas russo, ha comunicato l’interruzione completa delle forniture dal gasdotto Nord Stream 1 dal 31 agosto al 2 settembre, ha accresciuto la tensione sui mercati già stressati dal guerra in Ucraina, che ormai va avanti dal 24 febbraio.

Un razionamento dei flussi di gas in Italia, a queste condizioni, è sempre più probabile e si dovrebbe arrivare a un taglio di circa 3,5 miliardi di metri cubi di gas, che equivale a una diminuzione di circa il 5% dei consumi nazionali in meno.

Questo si affiancherà ad alcuni interventi già previsti dal Governo, come l’abbassamento delle temperature negli uffici pubblici che non potranno superare i 19 gradi in inverno e scendere sotto i 27 gradi in estate. Se l’emergenza non dovesse rientrate, sarà prevista una stretta ulteriore, che riguarda un abbassamento aggiuntivo delle temperature di due gradi, un orario ridotto di accensione per i riscaldamenti, una riduzione della pubblica illuminazione fino al 40% e una chiusura anticipata di uffici pubblici, negozi e locali.

Ovviamente, il tema non è escluso dalla campagna elettorale come è anche successo al Meeting di Rimini, in cui erano assenti i 5 stelle, di qualche giorno fa. Letta torna a proporre un price cap sul prezzo del gas per 12 mesi; Meloni propone che per un anno i prezzi siano amministrati in Italia e che ci sia un tetto alle bollette del gas e dell’energia; Salvini rilancia il nucleare; per Tajani il tetto del prezzo del gas è una battaglia da combattere in Europa, mentre Di Maio si lamenta di «troppe ambiguità e timidezze soprattutto da parte del centrodestra» e afferma che non si può attendere il nuovo governo per un tetto massimo europeo al prezzo del gas. Certamente tutti sono concordi sul fatto che bisogna intervenire sul prezzo dell’energia e al più presto.

Ma allora, cosa dovremo aspettarci?

Bisogna sperare che gli stoccaggi del gas, oggi sono attestati al 76%, raggiungano quota 90 entro l’inverno: il target non è lontano, ma non basta. Infatti, a questo certamente si affiancheranno alcuni tagli sui consumi che, come detto, sono già previsti nell’agenda di Governo e, molto probabilmente, nel caso in cui l’Esecutivo non decida di intervenire per calmierare i prezzi. Traducendosi in un aumento delle bollette. Per tutti.

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