Futuro

La sabbia che accumula energia

Magaldi Green Energy ha brevettato una tecnica per trovare una soluzione all’intermittenza delle fonti “pulite”. Grandi container di granelli possono assorbire il surplus di energia solare o eolica e rilasciarla quando necessario
La batteria a sabbia di Magaldi Energy
La batteria a sabbia di Magaldi Energy Credit: magaldigreenenergy.com
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
12 luglio 2022 Aggiornato alle 15:00

Secondo il rapporto “The Sky’s the limit” di Carbon Tracker 2021, la quantità di luce solare che colpisce la superficie terrestre basterebbe a soddisfare il fabbisogno mondiale di energia per un anno. C’è un problema però: le fonti rinnovabili non sono sempre disponibili.

Per aggirarlo si stanno tentando strade alternative per incamerare energia da utilizzare quando quella eolica e solare non possono essere sfruttate. Una di queste soluzioni sarebbe l’accumulo termico alimentato da sole e vento: una tecnologia made in Italy che potrebbe consentirci di superare l’emergenza energetica e la dipendenza dal gas russo.

A lanciare l’idea è stata la startup MGE, Magaldi Green Energy, fondata da pochi mesi da Letizia Magaldi. Gli impianti si compongono di container d’acciaio, al cui interno viene riversata una certa quantità di sabbia in grado di trattenere il surplus di energia pulita che può alimentare anche per giorni o addirittura settimane.

Per fare a meno di gas e petrolio, infatti, occorre sopperire all’intermittenza delle fonti rinnovabili, accumulando quella quantità di energia in più che solitamente andrebbe dispersa. Ciò garantirebbe un deposito di energia termica da ridistribuire nelle ore della giornata in cui il sole è calato o il vento non soffia.

Magaldi Power, di cui fa parte la startup, conta 2 stabilimenti a Buccino e la sede centrale a Salerno. Specializzata nella costruzione di nastri per il trasporto di materiali ad altissime temperature e nell’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, da tempo dedica risorse alla ricerca sui sistemi di accumulo.

Il gruppo salernitano, con un fatturato di 44 milioni nel 2021, impiega 200 persone, la metà delle quali ingegner ed esporta il 90% delle produzioni in 50 Paesi diversi, con sedi negli Usa, negli Emirati Arabi e in India.

«L’idea di Magaldi Green Energy nasce dalla volontà di ridurre l’impatto ambientale dell’industria pesante, avendo una certa esperienza nella gestione dei materiali ad alte temperature», spiega a La Svolta Letizia Magaldi.

«Dopo una lunga ricerca dei materiali, abbiamo optato per sabbia e acciaio, entrambi facilmente reperibili. Volevamo evitare di incappare nei problemi legati al litio, alle terre rare o alle miniere».

Se le si domanda cosa si prospetta per il futuro dell’azienda e del settore in generale, risponde che è «un momento di grandi sfide, e grandi cambiamenti. Occorre accelerare la costruzione di impianti e fonti rinnovabili, per garantire una certa sicurezza energetica, ma non solo: è urgente anche costruire una filiera italiana di produzione delle batterie, senza la qualche saremmo svincolati dalla dipendenza del gas russo, ma comunque assoggettati alle tecnologie degli altri Paesi. Come per i pannelli solari, per la maggior parte di produzione cinese».

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