Ambiente

Per l’Europa, gas e nucleare sono “green”

Nuovo verdetto legato alla Tassonomia verde, il Parlamento europeo promuove di fatto l’iter per poter finanziare gas e atomico come fonti “pulite” per la transizione. Da Greta a Greenpeace però urlano #NotMyTaxonomy.
#NotMyTaxonomy, flash mob a Roma
#NotMyTaxonomy, flash mob a Roma Credit: Canale youtube di Legambiente
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6 luglio 2022 Aggiornato alle 19:00

La Ue ha deciso di continuare a coltivare la sua visione di ciò che è green: gas naturale e nucleare lo sono.

Il Parlamento europeo ha infatti bocciato la risoluzione di rigetto sulla famosa tassonomia verde, in sostanza ha bocciato la possibilità di rimettere in discussione la strada già intrapresa, quella in cui considerare energia atomica e gas come fonti “pulite” da poter finanziare con investimenti pubblici e privati.

Contro la risoluzione hanno votato 328 eurodeputati, i favorevoli sono stati 278 e gli astenuti 33.

Chiaramente, poche ore dopo la decisione, le forze ambientaliste hanno espresso il loro dissenso per la scelta, da Greenpeace che promette azioni legali contro la Commissione Europea sino a Greta Thunberg che sui social parla di ipocrisia e rilancia l’hashtag #NotMyTaxonomy.

Di fatto, con questo voto l’atto delegato della Commissione potrà continuare il suo iter per portare nucleare e gas (compreso quello russo per intenderci) a essere considerati green. E proprio dopo aver ribadito che probabilmente arriveranno altri tagli del gas diretto all’Europa da parte di Mosca (addirittura una chiusura completa, per cui è in progetto un piano di salvataggio), la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha spiegato che non ci sarà un secondo atto.

In sostanza la partita si chiude qui, dato che “nucleare e gas servono per la transizione”.

Una scelta, quella legata al modo di interpretare queste fonti energetiche, che ha spaccato a metà sul voto anche l’Italia.

A votare per il rigetto dell’atto delegato sono stati Verdi, Sinistra e S&D, mentre per mantenere l’atto hanno votato invece Ppe, Ecr, Id e la maggioranza del gruppo Renew.

I voti in dissenso nel Ppe sono stati 36, quelli nei socialisti 21.

Tra gli italiani Pd (compatto nel voto), M5S e Verdi hanno votato per il rigetto, FI, Fdi, Lega e Iv hanno votato contro.

In sostanza, con la scelta odierna gas e nucleare potranno essere meritevoli di finanziamenti pubblici e privati, il tutto in nome di una transizione ecologica che dovrà portare l’Europa all’obiettivo net zero fissato al 2050. Un obiettivo secondo il quale dunque non sarà possibile arrivare senza il nucleare (e le sue scorie) e senza il gas, lo stesso che ha dimostrato la stretta dipendenza dalle fonti fossili russe negli ultimi mesi.

Nel dettaglio, a livello di nucleare vengono considerate “green” ricerca e sviluppo di tecnologie per la minimizzazione delle scorie radioattive; la realizzazione di impianti nucleari di nuova generazione e l’estensione del funzionamento degli attuali impianti.

Mentre a livello di gas ciò che è interpretabile come meritevole di finanziamenti sono la produzione di elettricità, la co-produzione ad alta efficienza di calore/freddo ed elettricità e la produzione di calore/freddo in un efficiente sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento.

Promuovere questa interpretazione, secondo i voti europei potrà portare il Vecchio Continente a centrare l’impegno di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% nel 2030 (e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050).

Probabilmente, sulla scia delle parole di Greta Thunberg, delle associazioni ambientaliste e di molti giovani di Fridays For Future e i movimenti dell’onda verde, seguiranno proteste alla decisione odierna.

Adesso la discussione passa al Consiglio europeo: se neanche il Consiglio respingerà la mozione, l’atto delegato sulla tassonomia entrerà in vigore il 1 gennaio 2023.

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