Diritti

Aborto 2.0: negli Usa si pratica in una clinica galleggiante

L’idea è di equipaggiare una nave per gestire le interruzioni di gravidanza nel bel mezzo delle acque federali nel Golfo del Messico. Dove non vigono le leggi statali
Una nave statunitense per la cura dei malati di Covid
Una nave statunitense per la cura dei malati di Covid Credit: Us Departement of Defense
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
12 luglio 2022 Aggiornato alle 09:00

Il rovesciamento della sentenza che concedeva il diritto all’aborto negli Stati Uniti fino a poche settimane fa sta alimentando la creatività di molti americani alla ricerca di alternative sicure e legali che assicurino l’accesso all’interruzione di gravidanza anche nelle zone più conservatrici del Paese.

La soluzione, stavolta, ha le sembianze di una nave: perché non realizzare una clinica galleggiante nel Golfo del Messico, davanti alle coste di Texas, Mississippi, Louisiana e Alabama, che permetta di ricorrere all’aborto? Si tratta degli Stati che hanno adottato le leggi più restrittive e che lo prevedono solo in caso di stupro e/o incesto.

Questa combinazione non vale per tutti, anzi: Texas e Louisiana non ammettono alcuna eccezione, il Mississippi lo permette esclusivamente in caso di stupro. Lo segnala il New York Times in una mappa continuamente aggiornata relativa al diritto all’aborto: gli Stati in bordeaux, quelli che proibiscono l’accesso all’interruzione di gravidanza, sono diventati 10 e si concentrano nella parte meridionale del Paese.

Oltre ai già citati Texas, Mississippi, Louisiana e Alabama, compaiono anche Arkansas, Missouri, Oklahoma, South Dakota, Wisconsin e West Virginia. E la lista è destinata ad aumentare. La dottoressa Meg Autry, ostetrica, ginecologa e professoressa presso l’Ucsf, Università della California, San Francisco, nonché ideatrice della clinica galleggiante, la vuole mettere a disposizione delle donne che risiedono in quelle zone, in particolare.

In un’intervista con la NBC Bay Area, l’emittente televisiva che trasmette dalla baia di San Francisco, Autry ha osservato che per chi abita nelle parti più meridionali di Texas e Louisiana, per esempio, la clinica in mezzo al Golfo del Messico sarebbe più comoda e vicina rispetto agli Stati circostanti che consentono l’aborto. Ed è anche una questione economica: è meno costoso salire a bordo di una barca piuttosto che comprare un biglietto aereo per un altro Stato, secondo Autry.

«Parte del motivo per cui stiamo lavorando così duramente a questo progetto è perché le persone benestanti nel nostro Paese avranno sempre accesso (all’aborto, ndr), mentre saranno i poveri, le minoranze e gli individui emarginati a rimetterci», ha detto Autry.

Il team legale che sta prendendo parte al progetto crede che ci sia una fascia di acque federali in cui i medici autorizzati potrebbero praticare aborti chirurgici in modo sicuro e legale entro il primo trimestre, fuori dalla portata delle leggi statali.

Per ora il progetto sta ancora raccogliendo i fondi necessari (circa 20 milioni di dollari per ottenere una nave, adattarla e coprire i costi delle operazioni) attraverso l’organizzazione no-profit “Prrowess”, acronimo di “Protecting Reproductive Rights Of Women Endangered by State Statutes”, ovvero “Protezione dei diritti riproduttivi delle donne minacciati dalle leggi statali”.

Sarà il team di Prrowess a organizzare il trasporto dei pazienti, una volta superato un periodo di pre-screening. Le acque federali si trovano a circa 14 chilometri e mezzo dalla costa del Texas e a 5 da Alabama, Louisiana e Mississippi. Come spiega la Nbc, Autry e un team di medici professionisti autorizzati offriranno aborti chirurgici fino a 14 settimane di gravidanza.

E il team di Prrowess offrirà anche altri servizi ginecologici come metodi contraccettivi e test e cure per le infezioni sessualmente trasmissibili. Poiché si tratta di un progetto finanziato dai pazienti stessi o da chiunque voglia donare parte del denaro necessario, «la maggior parte delle persone pagherà poco o nulla per i servizi che offriremo», ha spiegato Autry.

«Il nostro team legale è molto potente», ha spiegato la dottoressa, che teme che gli Stati a guida conservatrice possano mettere i bastoni tra le ruote al progetto. Ed è molto probabile che lo faranno, visto l’impegno nel limitare l’aborto in (quasi) qualsiasi caso sulla terraferma.

La clinica galleggiante non è una novità per chi si prepara da tempo a un’eventuale apocalisse post-Roe v. Wade, come Stacy Cross di Planned Parenthood, il collettivo fondato negli Usa a favore dell’aborto: «Nel corso degli anni abbiamo pensato a varie soluzioni, tra cui le barche nelle acque federali oltre la linea delle 5 miglia (8 chilometri, ndr)». Segno che il diritto all’aborto era fragile da molto tempo.

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