Diritti

Ocasio-Cortez invoca l’impeachment per i giudici antiabortisti

Dopo l’annullamento della Roe v. Wade, la deputata di New York chiede che i giudici Brett Kavanaugh e Neil Gorsuch siano messi sotto accusa. Intanto il Paese si riempie di battaglie legali per l’aborto laddove non è più concesso
La deputata Alexandria Ocasio-Cortez
La deputata Alexandria Ocasio-Cortez Credit: Scott Eisen / Stringer
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
30 giugno 2022 Aggiornato alle 09:00

Entrambi nominati dall’ex presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, entrambi contro la sentenza che consentiva l’aborto a livello federale. Entrambi, secondo la deputata Alexandria Ocasio-Cortez, avrebbero mentito sotto giuramento. Sono i giudici della Corte Suprema Brett Kavanaugh e Neil Gorsuch.

Durante le udienze di conferma e negli incontri con i senatori americani (i giudici del più importante organo giudiziario Usa vengono nominati dal Presidente in carica e devono essere confermati dal Senato), i due avevano dichiarato che non avrebbero annullato la storica decisione della Corte Suprema, ma le loro dichiarazioni sono state smentite dai fatti.

Prima dalla bozza trapelata dal quotidiano Politico, che mostrava come la maggioranza della Corte Suprema stesse per schierarsi a favore dell’annullamento della Roe v. Wade, la sentenza datata 1973 che garantiva l’aborto a livello federale. Poi dalla decisione ufficiale, qualche giorno fa: sentenza annullata, diritto negato, aborto estinto.

O meglio, in alcune zone esiste ancora, è un diritto a tutti gli effetti, ma in circa il 60% degli Stati Uniti è già vietato, sarà vietato prossimamente, o è gravemente minacciato. I più ostili all’aborto stanno mettendo in vigore, a poco a poco, le cosiddette “leggi trigger”, progettate per vietare la pratica una volta sfumate le protezioni federali.

Come spiega l’agenzia di stampa britannica Reuters, una parte del Paese ha cercato rapidamente di mettere in atto divieti in tutto lo Stato e l’altra ha cercato di fermare o almeno ritardare tali misure. Lo mostra anche una mappa pubblicata dal Guardian: 8 sono i Paesi in cui l’aborto è già vietato, 10 quelli che vedranno restrizioni a breve, 12 quelli in cui è minacciato, 20 più Washington D.C. quelli in cui rimarrà legale. Su 50 totali.

Ocasio Cortez, intervistata nel programma televisivo “Meet the Press” della rete statunitense Nbc, ha spiegato che il fatto che due (futuri) giudici abbiano mentito sotto giuramento dovrebbe essere considerato molto seriamente: «Invia un chiaro segnale ai futuri candidati, che potranno ingannare i membri debitamente eletti del Senato degli Stati Uniti per assicurarsi conferme e seggi alla Corte Suprema».

Ma è possibile mettere sotto accusa un giudice della Corte Suprema? I membri della Camera possono farlo, con un voto a maggioranza semplice. Per essere rimosso dall’incarico, però, spiega il Guardian, un membro dovrebbe essere condannato dalla maggioranza dei due terzi del Senato. I democratici di Biden hanno una netta maggioranza alla Camera, ma il Senato è diviso a metà.

Ocasio-Cortez ha esortato il presidente a prendere provvedimenti per affrontare la «crisi di legittimità» della Corte Suprema, composta da sei giudici conservatori (oltre a Kavanaugh e Gorsuch, anche Clarence Thomas, Samuel Alito, Amy Coney Barrett e John Roberts) e tre liberali, Stephen Breyer, Sonia Sotomayor ed Elena Kagan.

Considerando che chi risiede nei Paesi in cui l’aborto è vietato dovrebbe percorrere migliaia di chilometri per accedere al servizio, Ocasio-Cortez ha rilanciato un’idea della senatrice democratica Elizabeth Warren: Biden potrebbe ordinare l’apertura di cliniche per l’aborto nelle terre federali all’interno degli Stati in cui è negato, «per aiutare le persone ad accedere ai servizi sanitari di cui hanno bisogno».

Si tratta di zone di proprietà del governo federale, circa 640 milioni di acri di terra sparsi su tutto il territorio statunitense, ma la scelta di usarle a questo scopo potrebbe mettere a rischio le donne e gli operatori che forniscono il servizio, secondo la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.

Ma per Ocasio Cortez si potrebbero anche inviare le pillole abortive a chi ne ha bisogno, anche se i politici repubblicani si stanno attrezzando per limitarne l’ingresso nei Paesi in cui governano: come Kristi Koem, governatrice del Sotuh Dakota, che ha dichiarato che il suo Stato bloccherà l’eventuale invio di questi farmaci nel suo territorio.

A New Orleans, città liberale all’interno di uno Stato conservatore come la Louisiana, un giudice ha temporaneamente bloccato l’attivazione del divieto di aborto. La sentenza è in vigore, per ora, in attesa di una udienza, prevista per l’8 luglio.

Nella Carolina del Sud un tribunale federale ha consentito allo Stato di vietare gli aborti dopo che un’ecografia ha rilevato un battito cardiaco, cosa che avviene intorno alla sesta settimana di gravidanza, prima ancora che una donna possa accorgersi di essere incinta.

Il Wisconsin ha approvato una legge nel 1849 che vieta l’aborto se non per salvare la vita di una donna, mentre in Idaho, Oklahoma e Texas sarà possibile chiedere una taglia contro coloro che aiutano altre persone ad abortire.

Jonathan Turley, professore alla facoltà di giurisprudenza della George Washington University, ha detto a Npr che la sentenza della Corte Suprema ha lasciato la facoltà di decidere se bloccare l’aborto e questo «si tradurrà in anni di sfide legislative e giudiziarie».

Ovvero, ora che è stato stabilito che la Costituzione degli Stati Uniti non garantisce il diritto all’aborto, i gruppi per i diritti dell’aborto cercano conforto e soluzioni nelle costituzioni statali e in tribunale. Ma basterà?

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