Diritti

La poesia del dissenso in Cina

Lockdown, violenza di genere, guerra: sono i temi presentati dagli studenti a un concorso dell’università di Shanghai. E poco apprezzati
Il lockdown a Shanghai
Il lockdown a Shanghai Credit: Jin Liwang/Xinhua via ZUMA Press/Ansa
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
4 maggio 2022 Aggiornato alle 09:00

Per il quinto anno consecutivo la Shanghai Jiao Tong University (Sjtu) ha organizzato un concorso di poesie (“International Competition in Short Chinese Poems for College Students 2022”), che ha rappresentato per gli studenti un modo per far sentire la propria voce riguardo tematiche poco trattate dai media pubblici. Il lockdown, la libertà di parola, la violenza di genere, la guerra in Ucraina: argomenti definiti dal Washington Post come «troppo sovversivi per il consumo» da parte della popolazione cinese.

«Sono sorpreso che si siano fatti avanti in un contesto così stringente, dove molte poesie che raccontano i lati oscuri della società o sfidano l’ideologia delle autorità sono state censurate», ha spiegato Chris Song, assistente professore specializzato in traduzione inglese e cinese all’University of Toronto Scarborough.

È stato proprio lui a tradurre in inglese uno dei lavori presentati al concorso, “Her teeth”, su una donna vittima di tratta umana, trovata a fine gennaio con una catena al collo in un capanno nella contea rurale di Xuzhou (Cina orientale). La vicenda ha dato il via a un forte attivismo sui social riguardo l’incompetenza delle autorità cinesi nella lotta al traffico di vite umane. Il New York Times ha parlato addirittura di una sorta di movimento #MeToo sull’internet cinese.

Le poesie sono state rimosse dalla Sjtu, essendo il concorso nella fase successiva di valutazione, ha riportato il Washington Post. Ma alcuni testi sono riusciti a circolare online, grazie a screenshot o foto delle versioni originali scritte a mano.

Nonostante secondo Song gli studenti abbiano «trovato nella poesia un potente canale di sfogo emotivo in giorni molto difficili», non crede che volessero realmente sfidare l’ideologia e la censura del governo. Intanto, però, con questi versi sono riusciti a esprimere il loro dissenso su alcuni problemi contemporanei, delicati e spesso trascurati. «Tra una risata, una bomba esplode» recita un verso di “Kyiv”.

Un’altra poesia, “A Record of History”, si apre con la morte del dottor Li Wenliang, uno dei primi medici ad aver riconosciuto la pericolosità del Covid-19 e ammonito per aver divulgato queste informazioni. «La poesia descrive poi la morte di una infermiera - continua il giornale statunitense - probabilmente un riferimento a una infermiera di Shanghai morta per un attacco d’asma dopo che il suo ospedale si era rifiutato di curarla a causa delle misure del blocco».

A fine marzo è stato imposto a Shanghai un nuovo lockdown molto più rigido, che ha portato i residenti ad avere difficoltà nel trovare cibo o aiuto medico. Negli ultimi giorni sono state erette delle recinzioni metalliche verdi per limitare gli spostamenti delle persone e bloccare gli ingressi principali degli edifici dove sono stati identificati nuovi positivi.

Settimana scorsa è stato pubblicato online “The Voices of April”, un video di 6 minuti nel quale i residenti della città denunciano le difficoltà dovute a questa nuova quarantena.

«Ero preoccupato che ci saremmo infettati a vicenda - dice una voce maschile in cinese - Ma oggi ci ho pensato di nuovo e sono venuto, perché magari il virus può non uccidere le persone, ma morire di fame lo farà». «Sai dove posso trovare un bagno? - chiede un’altra - Non lo so, non lavoro qui. Mi ci hanno mandata anche a me per fare la quarantena», si ascolta nel video, mentre una scritta sullo sfondo in bianco e nero recita “Persone che vivono in un Fangcang shelter hospital incompleto [ospedali da campo, ndr]”. «Perché chiudete le nostre porte? Cosa facciamo se c’è un incendio? Mi dici come sopravviviamo a un incendio?», stavolta le voci provengono da un palazzo bloccato nel Distretto di Xuhui.

La censura è subito intervenuta, eliminando qualsiasi riferimento al video.

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