Ambiente

Pannelli solari trasparenti e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
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6 maggio 2024 Aggiornato alle 15:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un Pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili.

Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo, o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta, ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita, allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

Pannelli solari trasparenti

Un gruppo di ricercatori della Michigan State University ha creato una tecnologia in grado di trasformare le superfici trasparenti, come le finestre degli edifici o i telefoni cellulari, in superfici di raccolta solare.

Si tratta di una tecnologia all’avanguardia, che sfrutta molecole organiche che assorbono le lunghezze d’onda della luce, le quali non sono visibili agli esseri umani proprio come la luce infrarossa e ultra violetta, e convertono la luce Uv e infrarossa in energia, trasformando i fotoni in elettroni.

Per i pannelli fotovoltaici trasparenti viene usato un concentratore solare luminescente trasparente (Tlsc), che da una parte permette di rendere questi pannelli completamente trasparenti come il vetro, dall’altra parte permette di assorbire lunghezze d’onda della luce non visibili all’occhio umano, come la luce infrarossa e ultravioletta. Questa luminescenza “catturata” viene poi indirizzata verso il bordo del pannello per essere trasformata in energia elettrica da strisce sottilissime di celle fotovoltaiche convenzionali.

Raggiungendo una trasparenza del 100%, promettono una sostenibilità indipendente dai combustibili fossili.

Da pneumatici a mattoni ecologici

La Freee Recycle Limited è una start up nigeriana che crea coloratissimi pavimenti da esterni riciclando i vecchi e grigi pneumatici fuori uso prelevati direttamente dalle discariche.

L’idea è nata da un’intuizione dell’imprenditrice Ifedolapo Runsewe, che ha deciso di donare una seconda vita più colorata agli pneumatici che riempiono le discariche della Nigeria, trasformandoli in piastrelle di gomma, dossi stradali e rulli di gomma. Tutti oggetti che possono essere impiegati in vari ambiti, come case, uffici, parchi gioco per bambini e altre infrastrutture pubbliche.

All’interno dell’azienda, i collaboratori di Ifedolapo rimuovono i fili d’acciaio che si trovano all’interno dei copertoni, tritano la gomma in piccoli pezzi, rimuovono i frammenti di metallo con delle calamite e miscelano i resti con un legante fino a ottenere un composto perfetto per creare nuovi prodotto in un’ottica ecologica e circolare.

La startup si avvale della collaborazione di squadre di oltre 120 spazzini che recuperano i vecchi pneumatici dalle discariche, pagandoli una cifra che va da 70 a 100 naira (circa da 0,15 a 0,22 dollari) per ogni pneumatico raccolto, e a oggi ha una capacità di riciclaggio di oltre 150.000 pneumatici usati all’anno.

Freee Recycle Limited, grazie alla sua attività industriale, fino a ora, ha evitato più di 8.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica.

Bodyheat

BodyHeat è un sistema di stoccaggio dell’energia brevettato all’interno della SWG3, una innovativa discoteca di Glasgow che sfrutta il calore delle persone che ballano al suo interno per produrre energia pulita.

Il sistema, che è stato progettato dalla TownRock Energy, società di consulenza per l’energia geotermica, replica il sistema di condizionamento all’interno delle discoteche. La differenza, però, è che invece di buttare l’aria calda raccolta all’esterno, il locale SWG3 la preleva e la accumula in dei collettori geotermici posizionati a circa 200 metri di profondità per sfruttarla come fonte energetica.

Il sistema può generare tra i 250 e i 600 Watt, in base all’intensità della musica e del calore emesso dai corpi.

Il calore umano, infatti, non è altro che energia termica che noi sprigioniamo in discoteca ballando e sudando: anziché sprecarla, il progetto di BodyHeat intende catturarla e conservarla nei sotterranei della discoteca, sottoforma di calore che riscalda le rocce presenti nel sottosuolo, le quali conservano l’energia termica trasformandosi in “batterie” di riserva per fornire al bisogno energia elettrica al locale. Il sistema permetterà di eliminare 70 tonnellate di emissioni di CO2 nell’atmosfera all’anno.

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