Diritti

Europee: cosa ne pensano i cittadini?

L’analisi dell’Eurobarometro evidenzia l’interesse degli europei per le elezioni di giugno: per l’81% votare è fondamentale, mentre per il 73% le azioni delle istituzioni Ue hanno un impatto significativo sulla propria vita quotidiana
Credit: Henri Lajarrige Lombard 
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8 maggio 2024 Aggiornato alle 15:20

Sono 358 milioni gli europei che tra il 6 e il 9 giugno voteranno per rinnovare il Parlamento di Bruxelles; tra questi ci sono 21 milioni giovani che per la prima volta potranno esprimere la propria preferenza. È un appuntamento atteso perché si tratta dell’unica assemblea transnazionale al mondo eletta direttamente dai cittadini ogni 5 anni. I suoi membri, insieme ai rappresentanti dei Governi dei Paesi comunitari, hanno il compito di creare e approvare tutte le nuove disposizioni che regolamentano la nostra vita quotidiana in diversi ambiti, come il sostegno all’economia, la lotta contro la povertà, il cambiamento climatico nonché le questioni legate alla sicurezza. Il Parlamento ha anche il compito di approvare il bilancio dell’Ue e di controllare come vengono spesi i nostri soldi; elegge inoltre il Presidente della Commissione europea, nomina i Commissari e garantisce che tutti loro agiscano nell’interesse dei cittadini.

In queste settimane le parti politiche stanno provando a capire come conquistare, tra gli altri, i ragazzi e le ragazze, una fetta di platea elettorale capace di fare la differenza agli exit poll. La stessa Ursula von der Leyen, nel suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione, ha tirato le somme su un’Europa «dove ognuno può essere ciò che è, amare chi desidera e cercare di realizzare le proprie ambizioni, rimanendo così all’altezza dei sogni dei nostri giovani».

Il prossimo appuntamento elettorale sarà decisivo per von der Leyen per continuare a lavorare sull’idea di Europa che sostiene dall’inizio del suo mandato, investendo principalmente nel solco dei diritti e della transizione verde e digitale, obiettivi condivisi proprio con i giovani europei, che vedono queste questioni come sfide generazionali da risolvere, per quanto possibile, nel nostro tempo.

Le elezioni 2024 rappresentano inoltre una sorta di esperimento, perché a oggi sono 5 i Paesi comunitari che porteranno alle urne anche i sedicenni. A Malta, in Austria e Grecia (dove si può votare a partire dai 17 anni), si sono aggiunti Germania e Belgio, con l’obiettivo del Parlamento europeo di migliorare l’affluenza giovanile, che nell’ultima tornata del 2019 è stata quasi al 42%. Solo in Belgio, l’abbassamento dell’età necessaria per votare significa l’ingresso di 270.000 persone nella platea elettorale. Una conquista per molte organizzazioni giovanili, che ora vorrebbero vedere il cambiamento esteso a tutta Europa.

Ma per capire come si sta preparando l’elettorato è utile guardare ai dati pubblicati il 17 aprile da Eurobarometro, che si occupa di sondaggi su questioni relative all’Unione Europea nei 27 Stati membri. Il sondaggio di primavera rivela un forte interesse tra i cittadini per le prossime elezioni e una maggiore consapevolezza della loro importanza nel contesto geopolitico.

L’indagine mette in risalto il modo in cui gli elettori si comporteranno in quella occasione, la loro opinione nei confronti dei temi della campagna elettorale e le preferenze per i valori prioritari per il prossimo mandato del Parlamento. Inoltre, l’analisi si concentra anche sulla percezione che i cittadini hanno del Parlamento europeo e dell’Ue, nonché sulle loro opinioni sul contesto internazionale.

L’interesse per le elezioni, la consapevolezza di quando avranno luogo e la probabilità di votare sono tutti in aumento rispetto all’ultimo sondaggio dell’autunno 2023, quando sono stati misurati per l’ultima volta. Più di 8 europei su 10 (81%) ritengono che il voto sia ancora più importante data la situazione geopolitica; 6 cittadini su 10 (60%) sono interessati alle prossime elezioni europee, l’11% in più rispetto allo stesso periodo precedente al voto nel 2019.

Inoltre, il 73% dei cittadini afferma che le azioni dell’Ue hanno un impatto sulla loro vita quotidiana e vorrebbe che la lotta all’esclusione sociale e il sostegno alla salute pubblica fossero i principali temi in discussione durante la campagna elettorale. Il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro, nonché la difesa e la sicurezza dell’Ue sono entrambi al terzo posto.

L’importanza che i cittadini attribuiscono alla difesa e alla sicurezza dell’Europa è aumentata nel corso della legislatura, soprattutto alla luce della guerra della Russia contro l’Ucraina. L’imprevedibile stato degli affari globali sembra pesare molto sugli elettori: l’81% dei cittadini è convinto, infatti, che il contesto internazionale renda il voto ancora più importante.

I numeri dimostrano che «gli europei sono consapevoli che la posta in gioco alle urne è alta - ha dichiarato Roberta Metsola, presidente del Parlamento - Queste elezioni saranno cruciali perché decideranno quale direzione prendere». I cittadini di Danimarca (87%), Paesi Bassi (86%), Svezia (81%), Finlandia (79%) e Germania (78%) registrano i tassi più alti di probabilità di voto. L’Italia è in linea con la media europea, con il 70% degli intervistati che si dichiara propenso a votare.

In alcuni Paesi, poi, la probabilità di votare è aumentata rispetto al 2019: in Repubblica Ceca (dal 39% al 58%), in Romania (dal 55% al 74%), in Austria e Polonia (dal 52% al 70% in entrambi), Cipro (dal 44% al 60%) e in Slovacchia (dal 47% al 62%). La Bulgaria si distingue come unico Stato membro con un calo significativo delle intenzioni di voto, passando dal 57% nel 2019 al 50% nel 2024.

L’emiciclo, tuttavia, è stato anche colpito da recenti scandali, come il cosiddetto Qatargate. Nonostante la “cattiva” pubblicità, l’istituzione è riuscita a uscirne per certi versi illesa: il 41% degli intervistati ha un’immagine “positiva” del Parlamento, con un aumento di 5 punti rispetto all’ultimo sondaggio condotto tra settembre e ottobre.

E infine, alla domanda posta dall’Eurobarometro sui “valori” che i cittadini vorrebbero che il Parlamento difendesse, la risposta è stata unanime: pace e democrazia.

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