Diritti

Qatargate, mai più: la ricetta Metsola

La presidente del Parlamento europeo ha presentato un pacchetto di misure che punta ad arginare le attività di lobbying e «ricostruire la fiducia» intaccata dal caso di corruzione scoppiato a dicembre
Credit: EPA/JULIEN WARNAND
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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13 gennaio 2023 Aggiornato alle 19:00

«Integrità. Indipendenza. Responsabilità». Sono i cardini di una prima serie di proposte presentate il 12 gennaio alla conferenza dei capigruppo dell’Europarlamento dalla presidente Roberta Metsola allo scopo di «riformare» il Parlamento europeo e «ricostruire la fiducia» intaccata dallo scandalo Qatargate.

Il primo obiettivo dichiarato è prevedere un periodo di almeno 12 mesi durante il quale gli ex eurodeputati appena fuoriusciti dal Parlamento non potrebbero iscriversi al registro di trasparenza, impedendo così che facciano lobbying subito dopo la fine del mandato.

Una seconda misura propone di introdurre una sezione ‘Integrità’ sul sito del Parlamento Ue con informazioni relative a sanzioni, dichiarazioni di regalie, viaggi fatti in Paesi terzi non a spese del Parlamento, incontri in agenda, informazioni e link al registro di trasparenza.

All’interno di quest’ultimo sarebbe obbligatorio inserire la partecipazione di lobbisti, Ong e altri portatori di interessi alle commissioni, fissando un limite al numero di badge disponibili per ogni singola organizzazione.

Verrebbero vietate, inoltre, le attività e gli incontri di qualsiasi raggruppamento informale di eurodeputati, come i gruppi di amicizia con Paesi terzi. I Paesi extra Ue dovrebbero interagire con il Parlamento solo attraverso la commissione Esteri e gli altri organi ufficiali preposti.

Tutti coloro che accedono alle sedi del Parlamento dovrebbero fornire informazioni sulla data, la durata e lo scopo della visita. Badge giornaliero, non più permanente, per gli ex europarlamentari, che non potrebbero più fornire accesso a terzi, mentre gli attuali diritti di accesso per l’entourage degli ex eurodeputati possono essere revocati.

Prima di assumere l’incarico di relatore, o relatore ombra, su un rapporto o una risoluzione, l’eurodeputato dovrà presentare una dichiarazione sui potenziali conflitti di interesse. La dichiarazione degli interessi finanziari degli eurodeputati dovrebbe essere resa più chiara, con maggiori informazioni sulle attività svolte a latere dagli eurodeputati e più controlli sul rispetto delle regole.

Viene inoltre previsto un training specifico per gli eurodeputati e gli assistenti parlamentari sulle regole in materia di finanza, condotta e whistleblowing. Proposto anche un rafforzamento del comitato etico e una maggiore cooperazione con le autorità giudiziarie alla luce di una revisione delle attività sanzionabili.

Il pacchetto, ancora ufficioso, secondo quanto riferito da Adnkronos, è stato analizzato punto per punto da Transparency International, una Ong anticorruzione con sede a Bruxelles, che l’ha definita una «proposta seria» in linea con «molti dei punti sui quali facciamo campagna da anni».

In un’intervista rilasciata a Repubblica, Metsola ha anche parlato della possibilità di revocare la pensione a chi viene condannato a oltre due anni di reclusione. «È un’ipotesi ma devo vedere se è legalmente possibile», ha precisato la presidente dell’Europarlamento.

Provvedimenti necessari a scongiurare un altro Qatargate, il caso di corruzione che a dicembre ha travolto il Parlamento europeo portando all’arresto di Eva Kaili, per questo rimossa dal suo ruolo di vicepresidente dell’Europarlamento, e del suo compagno Francesco Giorgi, oltre all’ex eurodeputato di centrosinistra Antonio Panzeri e a Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della Ong ‘No Peace Without Justice’.

Le loro udienze sono in programma tra il 17 e il 27 gennaio. Arrestate anche Maria Colleoni e Silvia Panzeri, rispettivamente moglie e figlia di Panzeri. Per entrambe è stata richiesta l’estradizione in Belgio, ancora pendente dopo che gli avvocati della prima sono ricorsi in Cassazione sul sì della Corte d’Appello, mentre l’udienza della seconda è stata rinviata al 16 gennaio in attesa della relazione sullo stato delle carceri belghe.

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