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Chi è Francesco Giorgi?

Classe ‘87, assistente all’Europarlamento, collaboratore fidato di Antonio Panzeri e compagno di Eva Kaili. Piccola bio del “surfista dell’Idroscalo”, la gola profonda del Qatargate
Credit: Via instagram.com
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16 dicembre 2022 Aggiornato alle 14:00

Fino a una settimana fa era uno dei tanti assistenti all’Europarlamento, ma ora si ritrova al centro di una bufera che rischia di danneggiare tremendamente la credibilità delle istituzioni comunitarie.

Francesco Giorgi, 35 anni, è una delle figure chiave del cosiddetto Qatargate, l’inchiesta della magistratura belga su come Qatar e Marocco avrebbero corrotto europarlamentari e funzionari per influenzare la politica comunitaria in loro favore. Al centro di questa rete ci sarebbe l’ex eurodeputato Antonio Panzeri di cui Giorgi è stato per molto tempo collaboratore fidato. Il testimone più importante finora è stato proprio l’assistente parlamentare italiano che, dopo l’arresto, ha vuotato il sacco con gli inquirenti su quello che rischia di essere il più grande caso di corruzione nella storia del Parlamento europeo.

Nato da un’insegnante e da un preside, Giorgi cresce ad Abbiategrasso dove è ricordato come il «surfista dell’Idroscalo». Si laurea quindi in Scienze Politiche alla Statale di Milano.

Il suo rapporto con Panzeri inizia circa tredici anni fa. In occasione di una conferenza i due si conoscono e Giorgi chiede all’allora eurodeputato di essere preso per uno stage. La proposta è accettata. È l’inizio di un lungo sodalizio. Panzeri introduce il giovane ventiduenne nei salotti della politica. Lui dimostra di sapersi muovere bene e così, quando nel 2019 Panzeri non viene ricandidato, passa a lavorare per un altro parlamentare dell’eurogruppo socialista S&D, il piddino Andrea Cozzolino (oggi autosospeso). Del politico Giorgi è consulente per i rapporti dell’Ue con i Paesi del Maghreb (Marocco, Tunisia, Algeria). Il rapporto con Panzeri sopravvive però anche alla mancata rielezione dell’ex sindacalista: i due continuano a collaborare e a rimanere in rapporti stretti.

Nel frattempo Giorgi conosce Eva Kaili, politica greca e ormai ex vicepresidente dell’Europarlamento. I due sono compagni e dalla loro unione è nata anche una bambina che oggi ha 22 mesi. Poi una settimana fa la tempesta: le forze dell’ordine belghe fanno irruzione nella casa di Kaili e trovano 750mila euro in contanti. Altrettanti vengono ritrovate nelle abitazioni di Panzeri in Italia e Belgio. Sono le prove del Qatargate.

Kaili è arrestata insieme a Giorgi che decide di parlare con gli inquirenti. Racconta di essere stato il responsabile della «cassa» dell’organizzazione corruttiva di Panzeri. Il tutto per soldi di cui, ha ammesso lui stesso, non aveva bisogno. Giorgi improvvisamente è sotto i riflettori. Soprattutto della magistratura che vuole capire chi c’era nella rete corruttiva.

Lui nel suo interrogatorio ha detto agli inquirenti che Kaili dei soldi in casa non sapeva nulla e ne ha quindi chiesto la liberazione. Una linea condivisa dagli avvocati dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo. Ma se le parole di Giorgi sono state una boccata di ossigeno per la politica greca, lo stesso non si può dire per gli altri soggetti coinvolti. Lo spettro dell’intervento dei servizi segreti e dell’allargamento dell’inchiesta sono sempre più concreti. E le parole dell’assistente parlamentare di Abbiategrasso rischiano di travolgere i luoghi di potere di Bruxelles.

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