Diritti

Mondiali a 5 stelle per il primo ministro gallese

Il leader laburista Mark Drakeford al centro delle polemiche per aver soggiornato durante la Coppa del Mondo in un hotel extra-lusso, pagato dal Governo qatariota
Mark Drakeford, primo ministro gallese
Mark Drakeford, primo ministro gallese Credit: EPA/NEIL HALL
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
5 gennaio 2023 Aggiornato alle 19:00

Al Governo del Galles la prima partecipazione alla Coppa del Mondo in 64 anni potrebbe essere costata cara. Anzi no.

Il primo ministro del Paese britannico, il leader laburista Mark Drakeford, è finito al centro delle polemiche per aver soggiornato in un hotel a 5 stelle, il Ritz-Carlton di Doha, a spese del governo del Qatar durante la Coppa del Mondo Fifa. Ospitati per 3 notti nel resort con vista sul Golfo Persico anche il ministro dell’Economia Vaughan Gething e una delegazione di 4 funzionari.

L’esecutivo gallese ha confermato che vitto, alloggio e trasporto sono stati pagati dal governo del Qatar, ma ha precisato che questo faceva parte di un pacchetto di ospitalità riservato a tutte le delegazioni ospitate per i campionati mondiali di calcio.

«È stata un’occasione per discutere di opportunità commerciali e di investimento, incontrare membri del governo del Qatar e dell’Organizzazione internazionale del lavoro per discutere dei diritti dei lavoratori e partecipare a incontri culturali per rafforzare i legami tra il Qatar e il Galles», ha affermato un portavoce del Governo.

Ma l’opposizione protesta. «Accettando questo dono, Mark Drakeford ha potenzialmente minato l’impegno del Governo gallese nei confronti dei diritti umani, dei diritti Lgbtq+ e dei diritti delle donne - ha dichiarato Jane Dodds, leader dei liberaldemocratici gallesi, che ora chiedono ai laburisti di - donare il costo equivalente del viaggio a enti di beneficenza per i diritti umani che affrontano i problemi in Qatar».

«Sarebbe motivo di vera preoccupazione se i politici accettassero un’ospitalità sontuosa, ai Mondiali o in qualsiasi altro luogo, da Governi stranieri e poi si sentissero compromessi quando vengono sollevate questioni relative ai diritti umani», ha fatto notare Felix Jakens, responsabile di Amnesty International.

«Abbiamo ripetutamente invitato i politici e altre persone influenti che hanno partecipato alla Coppa del Mondo in Qatar a sollevare questioni relative ai diritti umani con i loro ospiti e con la Fifa – ha concluso Jakens – e speriamo che Mark Drakeford e Vaughan Gething possano dimostrare di averci provato».

«Penso che ci siano elementi molto scomodi nell’andare in un Paese i cui valori sono molto diversi dai nostri - aveva dichiarato Drakeford alla vigilia dei mondiali, aggiungendo che quella di partecipare era stata - una decisione difficile e molto equilibrata». Lo stesso ministro dell’economia aveva ribadito davanti al parlamento che «il Governo gallese crede nel lavoro equo, nei diritti delle donne, nei diritti umani».

Proseguono intanto le indagini del cosiddetto Qatargate, il caso di presunta corruzione che a dicembre ha travolto il Parlamento europeo portando all’arresto di Eva Kaili, per questo rimossa dal suo ruolo di vicepresidente dell’Europarlamento, e del suo compagno Francesco Giorgi, oltre all’ex eurodeputato di centrosinistra Antonio Panzeri e a Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ong No Peace Without Justice.

Le loro udienze sono in programma tra il 17 e il 27 gennaio. Arrestate anche Maria Colleoni e Silvia Panzeri, rispettivamente moglie e figlia di Panzeri. Per entrambe è stata richiesta l’estradizione in Belgio, ancora pendente dopo che gli avvocati della prima sono ricorsi in Cassazione sul sì della Corte d’Appello, mentre l’udienza della seconda è stata rinviata al 16 gennaio in attesa della relazione sullo stato delle carceri belghe.

La rete corruttiva non riguarda soltanto il Paese del Medio Oriente, ma si è estesa presto anche al Marocco e negli ultimi giorni ha coinvolto il paradiso fiscale di Panama. Le autorità greche hanno infatti chiesto informazioni allo Stato del Centro America su un conto intestato a Kaili – originaria di Salonicco – depositato presso la Bladex Bank (Banco Latinoamericano de Comercio Exterior).

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