Diritti

Lavoro e benessere economico: le donne sono meno soddisfatte

Secondo il rapporto Bes di Istat, il tasso di occupazione delle italiane è del 56,3% contro il 76% degli uomini; inoltre, sono spesso costrette al part-time involontario e ad accettare impieghi che non rispecchiano il loro livello di istruzione
Credit: Karolina Grabowska 
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6 maggio 2024 Aggiornato alle 16:00

Nel Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes) 2023, l’Istat rivela che le donne in Italia stanno peggio degli uomini per quanto riguarda il lavoro e il benessere economico. Il tasso di occupazione è del 76% tra gli uomini, contro il 56,3% tra le donne. Se le italiane sono più disoccupate, secondo i dati hanno anche una maggiore probabilità di svolgere un lavoro che richiede competenze minori rispetto a quelle che hanno acquisito studiando e sono meno soddisfatte del loro livello di vita raggiunto.

Nonostante l’occupazione generale cresca di 1,5 punti percentuali rispetto al 2022, per le donne continua a essere minore, soprattutto al Sud. L’asimmetria nella conciliazione lavoro-famiglia rimane a loro sfavore: sono le donne che per il 61,6% dei casi si dedicano per più tempo al lavoro domestico, un dato che rimane stabile rispetto al 2022 interrompendo la tendenza al miglioramento osservata negli anni precedenti.

Mentre diminuiscono i numeri sia per il tasso di lavoro non regolare in tutte le Regioni e che per la percezione di insicurezza lavorativa (la paura di perdere il proprio posto e di non riuscire a trovarne un altro simile), tra i lavoratori la soddisfazione cresce meno tra le donne. Le lavoratrici sono più esposte al fenomeno del part-time involontario, ovvero quello che viene svolto perché non si è riusciti a trovare un impiego a tempo pieno, e a quello del lavoro sovraistruito, che cresce del 2% rispetto al 2019.

I lavoratori sovraistruiti sono coloro che hanno un titolo di studio superiore a quello richiesto per svolgere la professione esercitata. In particolare, gli occupati sovraistruiti in Italia sono il 27,1%, ma tra le donne si arriva al 29,4% (con un aumento di quasi il 3%), mentre per gli uomini si attesta al 25,4%. Le italiane infatti si laureano di più degli uomini e hanno un percorso di studi più lungo, ma fanno spesso lavori per i quali si sono formate più di quanto richiesto.

Anche per quanto riguarda la soddisfazione per la vita, i valori più alti sono quelli degli uomini, con un divario rispetto alle donne che negli ultimi anni è cresciuto progressivamente. La differenza, che nel 2019 era del 2,6%, nel 2023 cresce al 3,9%, con il 48,7% degli uomini che si dichiarano molto soddisfatti a fronte del 44,8% delle donne.

Tra i giovani, che si dimostrano generalmente più ottimisti rispetto a grado di soddisfazione personale, la situazione non è diversa: per le giovani donne si registra un calo della loro soddisfazione di vita che l’Istat definisce “marcata”, pari al 4,5%, mentre per i loro coetanei maschi la percentuale di soddisfazione rimane stabile.

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