Culture

World Press Photo 2024: ecco i vincitori

Il premio per la miglior foto singola è andato a Mohammed Salem, fotografo palestinese della Reuters, autore di un’immagine scattata all’ospedale di Nasser di Gaza dopo un bombardamento israeliano
Mohammed Salem vince il World Press Photo 2024 con la foto "A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece"
Mohammed Salem vince il World Press Photo 2024 con la foto "A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece" Credit: Mohammed Salem/World Press Photo
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
19 aprile 2024 Aggiornato alle 18:00

La 67° edizione del World Press Photo Contest, che ogni anno riconosce e celebra il miglior fotogiornalismo prodotto nell’ultimo anno, ha annunciato i suoi vincitori, selezionati tra più di 61.062 scatti di 3.851 fotografi provenienti da 130 Paesi.

La giuria indipendente ha selezionato 24 vincitori, sei menzioni d’onore e due menzioni speciali. “Dai conflitti devastanti e dagli sconvolgimenti politici alla crisi climatica e al passaggio sicuro dei migranti, le opere pluripremiate documentano alcune delle questioni più urgenti che il mondo deve affrontare oggi”, si legge sulla piattaforma del premio internazionale. “Nel riunire storie così importanti, la selezione incoraggia una maggiore comprensione e consapevolezza degli eventi attuali, oltre a ricordare la necessità della libertà di stampa in tutti gli angoli del mondo”.

Il concorso del Word Press Photo, un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede nei Paesi Bassi, fondata nel 1955, è diviso in sei regioni geografiche: Africa, Asia, Europa, America del Nord e Centrale, America del Sud, Sudest asiatico e Oceania. In ognuna si può competere in 4 categorie in base al formato dell’immagine: Singole, Storie, Long-Term Projects e Open Format. Dalla selezione regionale vengono poi scelti i 4 vincitori globali.

Il premio per la categoria World Press Photo of the Year, la più importante, è andato alla foto intitolata Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece scattata da Mohammed Salem, un fotografo palestinese dell’agenzia Reuters. Nell’immagine si vede una donna palestinese che abbraccia il corpo di sua nipote, morta, avvolta in un telo bianco; il fotografo ha descritto lo scatto come un “momento potente e triste che riassume il senso più ampio di ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza”. Ha raccontato di aver trovato Inas Abu Maamar, 36 anni, accovacciata a terra mentre abbracciava Saly all’obitorio dell’ospedale Nasser. Dal 7 ottobre 2023, quando Hamas ha colpito il sud di Israele, uccidendo circa 1.200 persone e rapendo circa 250 ostaggi, i morti tra le fila palestinesi sono oltre 30.000. Le donne e i bambini palestinesi hanno rappresentato più di due terzi del bilancio delle vittime, secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR).

Per la categoria World Press Photo Story of the Year, è stata premiata Valim-babena di Lee-Ann Olwage, una visual storyteller del Sudafrica che ha pubblicato il suo lavoro sulla rivista GEO; gli scatti mostrano la storia di Paul Rakotozandriny, Dada Paul, 91 anni, che ha vissuto con la demenza per 11 anni. Sua figlia Fara Rafaraniriana, 41 anni, si è presa cura di lui. L’artista ha raccontato che tutti, compresi i suoi dieci figli, credevano che Dada Paul fosse “impazzito” o attribuivano i sintomi al consumo eccessivo di alcol. Ma la demenza, spiega il contest, che ha voluto premiare il progetto sulla stigmatizzazione di questa sindrome in Madagascar, sta diventando un problema a livello globale, man mano che aumenta l’aspettativa di vita: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 55 milioni di persone in tutto il mondo ce l’hanno, e più del 60% vive in paesi a basso e medio reddito.

Il terzo vincitore globale, della categoria World Press Photo Long-Term Project Award è andato a The Two Walls di Alejandro Cegarra, fotografo venezuelano del New York Times e di Bloomberg. Attingendo alla sua personale esperienza di migrazione dal Venezuela al Messico nel 2017, il fotografo Alejandro Cegarra ha avviato questo progetto nel 2018: secondo la giuria “documenta la situazione delle comunità migranti profondamente vulnerabili con rispetto e sensibilità. Attraverso la sua fotografia, spera di promuovere una maggiore comprensione, empatia e solidarietà nei confronti di coloro che sono in prima linea nella crisi migratoria globale”.

Il World Press Photo Open Format Award è andato a War Is Personal, di Julia Kochetova, dall’Ucraina. Il progetto “intreccia immagini fotografiche con poesia, clip audio e musica”, si legge sul sito ufficiale del premio. Si tratta di un mix tra lo stile del fotogiornalismo e quello di un diario personale, “per mostrare al mondo com’è vivere con la guerra come realtà quotidiana. Uno sguardo intimo sulla vita sotto assedio, ma anche uno sguardo più profondo su come viene elaborata la guerra e su come, nonostante la tragedia, il dolore e il trauma, le esperienze possono essere condivise oltre i confini”.

Tra i vincitori delle altre categorie, anche i giornalisti dell’Associated Press Renata Brito e Felipe Dana, che hanno ricevuto il premio Open Format nella categoria regionale dell’Africa con la storia multimediale Adrift: un progetto incentrato sul destino di un gruppo di migranti provenienti dall’Africa occidentale che, nel tentativo di raggiungere l’Europa, sono finiti su una nave fantasma, una barca mauritana scoperta al largo di Tobago, nell’Oceano Atlantico. Sempre per l’Associated Press, il lavoro di Ebrahim Noroozi ha vinto il premio Asia Stories: Afghanistan on the Edge racconta l’Afghanistan da quando i Talebani hanno ripreso il potere nell’agosto 2021.

Il 19 aprile si tiene alla De Nieuwe Kerk di Amsterdam, Paesi Bassi, la prima tappa del tour mondiale della World Press Photo 2024, che raccoglie i lavori dei vincitori della 67° edizione. Dall’8 maggio al 9 giugno la mostra sarà a Roma al Palazzo delle Esposizioni.

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