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Chi era Rachel Carson e perché dovremmo tutti conoscerla

Pioniera dell’ambientalismo moderno, la biologa scomparsa 60 anni fa ha lasciato un’eredità importante: la lotta contro il DDT. E alcuni testi meravigliosi sulla natura
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14 aprile 2024 Aggiornato alle 09:00

Scienziata, biologa marina, zoologa e formidabile scrittrice, l’americana Rachel Carson moriva il 14 aprile 1964 a 56 anni lasciando in eredità una fondamentale battaglia per la salute dell’umanità e del Pianeta - quella contro il DDT, il pesticida che dal dopoguerra e fino agli anni Sessanta veniva usato ovunque in agricoltura contro insetti e parassiti - e una grande lezione umana.

Spruzzato ai bordi delle strade, sparso con gli aerei tra campi e in abbondanza anche nei giardini delle case di milioni di famiglie, questo potente insetticida (insieme ad altri veleni come l’aldrina, la diendrina, il clordano) causò un vero disastro ecologico e contaminò l’intera catena alimentare delle zone dove veniva usato o trasportato dai venti.

L’ecatombe non risparmiò uccelli, piante, animali. Donne, uomini e bambini. Ne paghiamo le conseguenze ancora oggi, perché Carson dimostrò in modo scientifico come l’uso indiscriminato di sostanze chimiche permettesse a queste di penetrare nelle profondità del suolo e persino di alterare il nostro Dna.

La sua lotta per la salvaguardia del Pianeta oggi è raccolta dalla Rachel Carson Council, una fondazione che si ispira al metodo della biologa “che combina scienza e una ricerca sanitaria potente e credibile con un senso di meraviglia, stupore, immaginazione, creatività e sentimento per la bellezza e la generosità del mondo che ci circonda e di cui facciamo parte”.

Nel 1962, dopo 4 anni di ricerche, studi, interviste e osservazioni nella sua casa affacciata sul mare nel Maine, la scienziata lanciò un attacco all’industria dell’agribusines. La sua arma? Le circa 300 pagine che compongono il potente saggio Primavera silenziosa, ripubblicato di recente da Feltrinelli con la prefazione di Paolo Giordano.

È il suo quarto libro, quelli precedenti parlano di mare, natura, stupore: anche questo incanta, ma allo stesso tempo colpisce duro non solo le big farm dell’agricoltura e la cultura del progresso a scapito dell’ambiente, ma apre gli occhi della società americana sui pericoli dell’uso smodato della chimica per preservare raccolti e produrre sempre di più. A scapito di una fauna resa sterile, di insetti che si adattavano ai diserbanti, di veleni che si accumulavano negli organi umani.

La sua battaglia le costerà il discredito delle lobby industriali, che proveranno a ridurre l’impatto dei suoi studi e a ridicolizzarla fino alla sua scomparsa per un cancro che l’aveva colpita già mentre si dedicava al libro. Ma le conclusioni di Carson non saranno vane, al punto da convincere l’amministrazione Kennedy a indire un comitato scientifico per valutare il pericolo reale per la salute pubblica dei cittadini.

Sarà su suo impulso che verrà fondata lEpa, lAgenzia per la protezione dellAmbiente, e che nel 1972 il DDT verrà bannato dall’agricoltura negli Stati Uniti e nel 1978 in Europa.

Anche se Primavera silenziosa è di certo il suo saggio più celebre, Rachel Carson aveva già raggiunto la fama con una trilogia dedicata al mare: visionaria e abilissima nelle descrizioni naturalistiche, nel 1951 il suo The sea around us rimase per due anni tra i best seller del New York Times e diventò un documentario che vinse un Oscar nel 1953.

Oggi possiamo rileggere altri due suoi capolavori: il primo libro dedicato alla vita nell’oceano, intitolato Storie dalle profondità del mare, e Brevi lezioni di meraviglia, un elogio della natura per genitori e figli. Entrambi sono appena stati ripubblicati da Aboca e la loro lettura sarà una vera scoperta, perché il talento di Rachel Carson è di portare i lettori per mano in un mondo che esiste, ma non abbiamo mai lo stupore per vedere.

Con Storie dalla profondità de mare Rachel ci conduce nei misteri degli abissi dove gli sgombri vanno in letargo e risalgono solo con le prime acque dolci di primavera che disciolte dai ghiacciai si tuffano nell’acqua salata; dove i piovanelli viaggiano per 13.000 km per tornare a svernare sulle sabbie che lambiscono l’Atlantico; dove le anguille seguono antichi viaggi e rituali dai luoghi più remoti della terra,

Pubblicato nel 1965, Brevi lezioni di meraviglia «è uno di quei piccoli tesori che leggi d’un fiato e poi ti resta dentro» scrive Lella Costa nella prefazione. L’autrice passeggia attraverso i boschi notturni con il nipotino di 3 anni Roger, e noi con lei scopriamo l’esistenza di un mondo che vive solo allo spuntare della luna, alla scrosciare della prima pioggia. Leggiamo le sue pagine con gli occhi e lincanto di un bambino. Per Rachel Carson restò il progetto più importante della vita, anche se lo lasciò purtroppo incompiuto.

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