Diritti

I braccianti sono le prime vittime dei pesticidi

1,6 milioni di agricoltori in Europa si ammalano a causa dell’esposizione ai prodotti fitosanitari. I più vulnerabili sono i lavoratori sfruttati nei campi, spesso senza protezioni
Credit: Tim Mossholder
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16 febbraio 2024 Aggiornato alle 19:00

Qualche giorno fa è stata ritirata la proposta di legge europea per dimezzare l’uso di pesticidi: la salute dei 9 milioni di lavoratori impiegati nei campi di tutta Europa è ancora a rischio.

Molti studi scientifici segnalano che l’esposizione cronica a prodotti fitosanitari usati sulle coltivazioni causa potenziali effetti nocivi, tra cui l’insorgenza di forme tumorali, neurotossicità, disturbi del microbioma e altre patologie. Le testimonianze raccolte dall’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil insieme a Legambiente nel report Agricoltura Sì…cura mostrano come i braccianti spesso sfruttati nell’industria agroalimentare siano le prime vittime dell’utilizzo di queste sostanze pericolose.

Se il 44% di tutti i lavoratori agricoli nel mondo soffre di almeno un avvelenamento all’anno e più di 4 agricoltori su 10 hanno problemi acuti di salute legati all’utilizzo dei pesticidi, in Europa i casi di avvelenamento da pesticidi sono 1,6 milioni. Nei confini italiani, dove i braccianti sono almeno 230.000, i numeri sono difficili da reperire ma le irregolarità diffuse contribuiscono a favorire un uso sconsiderato di pesticidi.

Diversi studi citati dal report dell’Osservatorio relativi alla mortalità di chi è impegnato in agricoltura, rispetto ai lavoratori di altre categorie industriali, hanno evidenziato che ci sono maggiori livelli di rischio per i lavoratori e le lavoratrici del settore agricolo rispetto a tutte le altre cause di decesso. Negli anni varie inchieste hanno fatto luce sulle condizioni critiche a cui sono esposti migliaia di braccianti, costretti a utilizzare prodotti fitosanitari sulle coltivazioni senza adeguate protezioni e in assenza di controlli.

Le vendite di queste sostanze in Italia, secondo Legambiente, si aggirano intorno alle 120 tonnellate. Anche se nel corso degli ultimi 10 anni si è verificata una sensibile diminuzione delle quantità messe in commercio, i dati di monitoraggio per alcuni tipi di pesticidi mostrano che le concentrazioni presenti nell’ambiente superano ampiamente le soglie eco-tossicologiche determinate nella valutazione normativa del rischio dei pesticidi. In particolare, i dati Ispra del 2022 hanno rivelato la presenza di pesticidi nel 55,1% delle acque superficiali esaminate nei punti di monitoraggio, mentre nelle acque sotterranee la presenza è stata rilevata nel 23,3% dei casi.

Il problema tocca da vicino anche i consumatori. «Come denunciamo da anni con il nostro report Pesticidi nel piatto - dice Angelo Gentile, responsabile nazionale agricoltura di Legambiente - buona parte della frutta, della verdura e degli alimenti che mangiamo tutti i giorni contengono residui di pesticidi. Un fatto grave su cui è fondamentale lavorare per arrivare a una regolamentazione».

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