Ambiente

Sentenza storica sul clima: la Corte Europea condanna la Svizzera

Il tribunale internazionale ha accolto le richieste delle Anziane per il Clima, che lamentavano la mancanza di azioni adeguate da parte del governo elvetico per contrastare il cambiamento climatico. Respinti invece altri due importanti ricorsi “climatici”
Credit: EPA/RONALD WITTEK  

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9 aprile 2024 Aggiornato alle 14:45

Oggi è una giornata importante per la lotta al cambiamento climatico.

Poche ore fa, la Corte europea per i diritti umani (Cedu), tribunale internazionale che tutela le persone dalle violazioni dei diritti umani, si è pronunciata su su tre casi legati al cambiamento climatico che sono stati sollevati da attivisti di ogni età e provenienza, con l’obiettivo di portare all’attenzione dei giudici l’impatto degli eventi climatici - sempre più estremi – nei confronti del diritto alla vita e alla salute.

Nel primo caso, possiamo parlare di una sentenza storica. La Cedu ha infatti accolto l’appello di Anziane per il Clima, un gruppo di donne svizzere, per la maggior parte settantenni, che avevano denunciato l’inadeguatezza delle politiche climatiche del governo elvetico, responsabile di non fare abbastanza contro la crisi ecologica e di mettere a rischio l’incolumità dei propri cittadini, soprattutto donne anziane.

Come spiegato da queste ultime, la loro età e il loro genere le espongono a fattori maggiori di rischio per quanto riguarda mortalità legata a ondate di calore.

Diverso il destino del caso Duarte Agostinho, che la Cedu ha invece respinto, giudicandolo inammissibile, dove sei attivisti portoghesi sotto i 25 anni, avevano citato in giudizio ben 33 governi, inclusi i 27 Stati membri dell’Unione europea con l’aggiunta di Norvegia, Turchia, Regno Unito e Svizzera, per gli sforzi insufficienti nella riduzione delle emissioni climalteranti alla base del riscaldamento globale.

I giovani, nel dettaglio, avevano affermato che il loro diritto alla vita, alla privacy, alla famiglia e a essere liberi dalla tortura mentale o fisica - ai sensi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo - fosse stato stato violato da diversi anni di caldo estremo e incendi nel loro territorio, che in circostanze estreme avevano impedito loro di frequentare la scuola e di uscire di casa.

Gli incendi nel Portogallo centrale, come ricorda il Financial Times, hanno ucciso più di 100 persone nel 2017.

Un’altra sconfitta per il clima arriva infine dal terzo e ultimo caso su cui si è espressa oggi la Corte e sollevato da Damien Carême, esponente dei Verdi francesi e ex sindaco del Comune di Grande-Synthe, un sobborgo di Dunkerque.

Carême aveva denunciato nel 2021 il governo francese, sostenendo che che i residenti del proprio Paese, situato in una zona costiera molto esposta all’innalzamento del mare, fossero sempre più vulnerabili alle conseguenze della crisi climatica a causa dell’aumento delle inondazioni, che rappresenta ormai una minaccia esistenziale alla loro sopravvivenza.

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