Futuro

La Nasa deve determinare il “Tempo Lunare Coordinato” entro il 2026

La Casa Bianca ha chiesto di stabilire un “fuso orario” sulla Luna in vista delle prossime missioni, per garantire che trasferimenti dei dati e comunicazioni tra Pianeta Terra, satelliti, basi spaziali e astronauti siano sincronizzate
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Farzad Mohsenvand

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9 aprile 2024 Aggiornato alle 19:00

La Casa Bianca ha incaricato la Nasa di studiare (e scovare) un modo per leggere l’ora sulla Luna. Il referente dell’Ufficio Americano per le Politiche Scientifiche e Tecnologiche (Ostp), l’ingegnera Arati Prabhakar, ha chiesto all’agenzia spaziale di formare un team, unendosi con le altre agenzie statunitensi e internazionali del settore, per determinare il sistema di riferimento temporale della Luna. La Nasa dovrà quindi riuscire a scegliere un solo fuso orario per il nostro satellite e gli altri corpi celesti. La deadline per portare a termine il progetto e per istituire il Tempo Lunare Coordinato (Ltc) è dicembre 2026.

L’obiettivo della richiesta della Casa Bianca è disporre di un fuso orario lunare in vista delle missioni previste per i prossimi anni. Infatti, poiché c’è meno gravità sulla Luna, il tempo sul satellite scorre più velocemente rispetto alla Terra (parliamo di 58,7 microsecondi al giorno). Kevin Coggins, alto funzionario della Nasa per le comunicazioni e la navigazione, ha spiegato infatti che un orologio atomico collocato sulla Luna scandirebbe il tempo a una velocità diversa rispetto a un orologio che si trova sulla Terra.

Un’altra funzione del Tempo Lunare Coordinato sarà anche fornire un punto di riferimento per il cronometraggio dei veicoli spaziali lunari e dei satelliti che richiedono la massima precisione per il completamento delle missioni. Tra i programmi futuri della Nasa: l’invio di astronauti sulla Luna a partire da settembre 2026 con il programma Artemis, il cui obiettivo è stabilire una base scientifica che possa rappresentare l’anticamera per future missioni su Marte.

Artemis è un progetto di esplorazione spaziale, sia automatizzato che con equipaggio, condotto dalla Nasa e da altre aziende specializzate in voli spaziali commerciali, oltre a partner internazionali tra cui Esa, Jaxa e Canadian Space Agency (Csa). Anche l’Italia partecipa alla missione Artemis con una base di terra, il Centro di Simulazione e Controllo Missioni Robotiche Lunari, in fase di sviluppo alla sede Altec di Torino, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.

In mancanza di una standardizzazione del tempo lunare unificato, risulta difficile garantire che i trasferimenti dei dati tra i veicoli spaziali siano sicuri e che le comunicazioni tra Terra, satelliti lunari, basi e astronauti siano perfettamente sincronizzate. Nel tempo, queste differenze potrebbero generare errori nella mappatura e nella localizzazione delle posizioni sulla Luna o in orbita.

Gli orologi e i fusi orari della Terra operano in base al Tempo Coordinato Universale (Utc), riconosciuto a livello mondiale, che si basa su una rete di orologi atomici ubicati in diverse località del mondo. Questi misurano i cambiamenti nello stato degli atomi e generano una media che determina il tempo così come lo conosciamo.

Ebbene, la Casa Bianca chiede alla Nasa di riprodurre lo stesso meccanismo per essere in grado di conoscere l’ora esatta sulla Luna. Per raggiungere l’obiettivo prefissato entro il 2026 potrebbe essere necessaria la collocazione di orologi atomici in diversi punti della Luna. Per portare avanti tranquillamente il progetto, l’Ostp suggerisce che i 36 Paesi aderenti alla missione Artemis (Italia inclusa) sottoscrivano uno specifico accordo internazionale in merito alle modalità operative di ciascuno Stato nello spazio e sulla Luna. Tra questi 36 firmatari non ci sono né la Russia né la Cina.

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