Futuro

Nasa: la società Blue Origin di Bezos va sulla Luna

Dopo pressioni e proteste, la società del Ceo di Amazon è stata selezionata come secondo fornitore dell’Agenzia spaziale Usa. Competerà nella corsa allo spazio con SpaceX del rivale Elon Musk
Credit: EPA/BLUE ORIGIN
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
22 maggio 2023 Aggiornato alle 19:00

Il 19 maggio, la Nasa ha annunciato di aver scelto Blue Origin, la società di proprietà di Jeff Bezos, fondatore e presidente di Amazon, come secondo fornitore per sviluppare un sistema di atterraggio umano sulla Luna nell’ambito della missione Artemis V. Il contratto, del valore di 3,4 miliardi di dollari, include una missione dimostrativa senza equipaggio sulla superficie lunare prima di una dimostrazione con equipaggio prevista dalla missione Artemis V nel 2029.

Nell’aprile 2021, l’Agenzia spaziale statunitense aveva selezionato l’azienda SpaceX di Elon Musk con l’obiettivo di sviluppare un lander lunare per la missione Artemis III in programma nel 2025, la prima a riportare il genere umano sul nostro satellite dopo la missione Apollo 17 del 1972. Il contratto era quindi stato modificato a novembre dello scorso anno, per 1,15 miliardi di dollari da aggiungersi ai 2,89 della prima opzione, integrandolo di una seconda missione dimostrativa di atterraggio con equipaggio nel 2027 come parte della missione Artemis IV.

La scelta di SpaceX come primo e unico fornitore aveva suscitato le rimostranze della stessa Blue Origin e di Dynetics, che nell’aprile 2021 hanno accusato la Nasa di aver agito in modo improprio nell’assegnazione del bando di gara. A luglio dello stesso anno, però, il Government Accountability Office (Gao) degli Stati Uniti ha respinto le proteste, definendo la valutazione della Nasa “ragionevole e coerente con la legge sugli appalti applicabile, il regolamento e i termini dell’annuncio”.

Il mese successivo, Blue Origin aveva sporto reclamo presso la Corte federale statunitense, ma a novembre il giudice ha rigettato le argomentazioni. «Non era la decisione che volevamo, ma rispettiamo il giudizio del tribunale e auguriamo pieno successo per la Nasa e SpaceX», aveva commentato Bezos.

Con l’assegnazione della settimana scorsa, il Ceo di Amazon ha ora l’opportunità di sfidare nella corsa allo spazio l’imprenditore che nel 2021 gli sfilò per 2 volte il titolo di “persona più ricca del mondo” secondo Forbes, per farselo soffiare nel dicembre 2022 dall’imprenditore del lusso Bernard Arnault, oggi detentore del primato. “Onorato di essere in questo viaggio con la Nasa per far atterrare gli astronauti sulla Luna, questa volta per restare”, ha scritto Bezos su Twitter.

«Avere 2 distinti progetti di lander lunari, con approcci diversi al modo in cui soddisfano le esigenze della missione della Nasa, fornisce maggiore robustezza e garantisce una cadenza regolare degli allunaggi», ha affermato Lisa Watson-Morgan, manager dello Human Landing System Program presso il Marshall Space Flight Center della Nasa.

«Siamo in un’età d’oro del volo spaziale umano, reso possibile dalle partnership commerciali e internazionali della Nasa. Insieme, stiamo facendo un investimento nell’infrastruttura che aprirà la strada allo sbarco dei primi astronauti su Marte», ha dichiarato Bill Nelson, amministratore della Nasa.

Il mese scorso, intanto, l’Agenzia Governativa ha rivelato i membri del prossimo equipaggio che orbiterà intorno alla Luna nella missione Artemis II in calendario a novembre 2024, inclusi la prima donna, la prima persona Bipoc e il primo canadese a compiere l’impresa.

Il mese prossimo, invece, il primo dei 3 equipaggi delle missioni Chapea (Crew Health and Performance Exploration Analog) prenderà possesso di Mars Dune Alpha, un habitat stampato in 3D per simulare la vita sul Pianeta rosso. Ogni gruppo sarà composto da 4 membri che dovranno condividere per un anno un appartamento di quasi 158 mq con tanto di sabbia rossa.

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