Futuro

Luna: sei più vecchia di 40 milioni di anni

Lo studio della polvere lunare prelevata nel 1972 ha oggi permesso di (ri)datare l’unico satellite naturale della Terra, che continua ad affascinare non solo per la sua bellezza
Credit: Frank Cone 

Tempo di lettura 4 min lettura
2 novembre 2023 Aggiornato alle 18:00

La Luna rischiara le notti terresti da (quasi) sempre, ispira poeti, guida migrazioni, influenza le maree, regola il ciclo riproduttivo e i periodi di caccia di molte specie viventi, incide sulla stabilità dell’asse di rotazione terreste e quindi anche come regolatore climatico, e oggi sappiamo anche quanti anni ha.

Lo studio pubblicato su Geochemical Perspectives Letters infatti dimostra l’età della Luna: più vecchia di 40 milioni di anni rispetto a quanto sinora pensato. La datazione è stata possibile grazie all’analisi della polvere lunare portata a Terra dalla missione Apollo 17 nel 1972, l’ultima volta che gli astronauti hanno messo piede sul suolo lunare.

La prima firmataria dell’articolo, Jennika Greer della School of geograpical &earth sciences dell’Univerisity of Glasgow, a The Guardian ha detto: «È incredibile poter avere la prova che la roccia che hai in mano è la parte più antica della Luna che abbiamo trovato finora. È un punto di partenza per rispondere a tante domande sulla Terra. Quando sai quanti anni ha qualcosa, è più facile capire cosa è successo nella sua storia».

Quando sia nata la Luna è infatti una questione discussa: si pensava che circa 100 milioni di anni dopo la formazione del sistema solare, quando i pianeti erano già formati, un corpo delle dimensioni di Marte abbia colpito la Terra facendo espellere una grande massa di materia che, addensatasi, abbi poi creato la Luna.

Questo materiale, noto come oceano di magra lunare, si è raffreddato lentamente cristallizzandosi e durante questa fase si sono creati i cristalli che sono stati oggi esaminati. I vari modelli finora avevano collocato l’inizio della storia del sistema lunare tra 4,52 e 4,47 miliardi di anni fa, ma l’analisi atomica dei singoli minerali, pubblicata nello studio, porta alla datazione di 4,46 miliardi di anni fa.

Tutto ciò è stato possibile grazie alla tomografia a sonda atomica (Apt), un metodo di spettrometria di massa su scala nanometrica che, potremmo dire in parole semplici, utilizza un laser per far evaporare alcuni atomi specifici che compongono il cristallo, poi, facendo un rapporto tra quelli evaporati e quelli rimasti, si risale alla datazione.

In particolare, sono stati studiati isotopi di piombo e uranio perché l’uranio nel tempo, attraverso il decadimento radioattivo, si trasforma in piombo; semplificando, se riesco a sapere quanto piombo c’è, e sapendo in quanto tempo l’uranio si trasforma in piombo, riesco a fare una datazione certa: il nostro satellite ha almeno 4,46 miliardi di anni.

Le datazioni finora effettuate potrebbero essere state influenzate dalla dispersione, all’interno del campione, di atomi di piombo. Per questo sarebbe opportuno avere più campioni lunari e fortunatamente le missioni lunari continuano: l’India è atterrata sulla Luna ad agosto e Usa e Cina hanno già programmato le prossime missioni entro il 2025 e 2030.

Bisogna infatti considerare che il campione proviene da una specifica zona lunare e sono stati prelevati nel 1972; per giungere a uno studio più dettagliato avremmo bisogno di campioni provenienti da zone distinte e lontane tra loro di tutto il territorio lunare.

É, comunque, incredibile che stiamo ancora analizzando campioni giunti sulla Terra più di 50 anni fa ma che li stiamo studiando con le tecnologie di oggi e ancora hanno molto da farci scoprire sul nostro satellite che sappiamo essere anche ricco anche di “sfere d’acqua”.

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