Spazio: l’India atterra sulla Luna

È a partire dal 1958 che gli esseri umani sviluppano programmi e missioni spaziali per raggiungere il suolo lunare e svelare quei segreti nascosti da un luogo ancora quasi inesplorato e ricco di misteri e tesori.
La prima a toccare la Luna fu l’Unione Sovietica che, dopo il fallimento della missione Luna 1 che mancò la superficie di pochissimi chilometri, riuscì nell’impresa il 13 settembre 1959 con la sonda Luna 2.
Da allora in 7 (Russia, Usa, Giappone, Cina, Unione Europea, India e Israele) hanno compiuto ripetuti tentativi di conquista del suolo lunare, ma solo in 4, dopo un viaggio lungo oltre 384.000 km, sono atterrati sani e salvi: si tratta di Russia, Usa, Cina e India, che, dopo il fallimento della missione del 2019, ha toccato la superficie della Luna alle 14.32 del 23 agosto 2023 con Chandrayaan-3.
Si tratta dell’ultimo Paese al mondo che ha toccato il suolo del satellite terrestre e del primo che ne ha raggiunto la regione sud polare, battendo sul tempo le altre Nazioni e le aziende private, impegnate in una gara di conquista di un territorio tanto ambito per la ricerca scientifica e l’esplorazione dello spazio profondo.
In quest’area di così forte interesse internazionale, gli scienziati hanno rilevato per la prima volta tracce di ghiaccio e di acqua nel 2008 e nel 2009: una svolta straordinaria nella storia dell’esplorazione spaziale di cui l’India potrebbe essere la prima a studiarne gli sviluppi e trarne beneficio per i programmi spaziali futuri.
Come ha spiegato la National Aeronautics and Space Administration, infatti, la presenza della preziosa risorsa dell’oro blu sarà fondamentale per le missioni spaziali del futuro che, un giorno, potrebbero adoperarlo per bere e raffreddare attrezzature, o anche per produrre carburante per missili per alimentare missioni in luoghi più lontani nel sistema solare.
«L’acqua è la chiave per molti aspetti della vita sulla Luna - ha affermato Csaba Palotai, professore associato di scienze planetarie presso il Florida Institute of Technology - E il sospetto è che ce ne sia molta: ecco perché vengono effettuate così tante missioni». L’obiettivo, dunque, è quello di studiare il territorio e analizzarne la presenza idrica per continuare a progettare e compiere ancora altri “grandi passi per l’umanità”.
Purtroppo, però, gli atterraggi sulla superficie lunare non sono un’impresa facile, soprattutto perché la sottile atmosfera della Luna non trattiene abbastanza aria per rallentare un velivolo in rapida discesa, che deve iniziare a scendere lentamente già da migliaia di miglia dal suolo, controllando al tempo stesso l’attrazione gravitazionale del satellite. «Bisogna costruire un sistema di propulsione che possa atterrare dolcemente, con un sesto della gravità. È un compito estremamente impegnativo», ha detto Dan Hendrickson, vicepresidente di Astrobotic.
E non è un caso, allora, se il recente schianto della sonda russa Luna-25, che aveva tentato un atterraggio nell’area del Polo Sud della Luna, sia stato accolto con un sentimento misto di rassegnazione e consapevolezza (la stessa agenzia spaziale russa Roscosmos aveva dichiarato di essere a conoscenza del potenziale fallimento di una missione così importante, ma altrettanto rischiosa), mentre il successo indiano abbia scatenato gioia e commozione tra gli addetti ai lavori dell’Isro (Indian Space Research Organization) e di tutte le agenzie spaziali del mondo.
A complimentarsi con l’India per il successo spaziale è stato, per esempio, anche Bill Nelson, numero uno della Nasa, che sui social ha scritto: “Congratulazioni Isro per il successo nell’atterraggio di Chandrayaan-3 al polo sud lunare! E congratulazioni all’India per essere il quarto Paese a riuscire in un atterraggio morbido sulla Luna. Siamo felici di essere vostri partner in questa missione!”.
Intanto, mentre l’India, con il piccolo rover a 6 ruote chiamato Pragyan, esplorerà l’ambiente del Polo Sud della Luna per circa un giorno lunare (14 giorni terrestri) utilizzando 5 strumenti scientifici, non si fermeranno i lavori per le altre Nazioni che hanno già programmato nuove missioni.
Cina e Usa in pole position, con programmi spaziali pianificati rispettivamente entro il 2030 e il 2025. La Cina, infatti, intende portare, entro i prossimi 7 anni, un equipaggio sulla superficie lunare, mentre gli Usa sperano nella prossima attività di Intuitive Machines, società di Houston che, a partire dal 15 novembre, farà decollare il suo lander Nova-C su un volo verso la Luna per trasportare diversi carichi utili della Nasa e altri commerciali.