Futuro

Attenti, SpaceX sta per colpire la Luna

Il 4 marzo il famoso razzo di Elon Musk in orbita da 7 anni finirà sul nostro satellite. E forse è una buona notizia
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
26 gennaio 2022 Aggiornato alle 17:00

Uno schianto sulla Luna, un cratere in più da “analizzare”. Il 4 marzo del 2022 un pezzo del razzo Falcon 9, una delle creature della Space X di Elon Musk lanciato quasi 7 anni fa, si infrangerà sul corpo celeste.

Non sarà possibile assistere alla scena da quaggiù perché, il lato su cui avverrà l’impatto è quello nascosto alla Terra. Si tratta di un effetto che non avrà conseguenze sulla Luna, ma tutti gli astronomi e i fan dello Spazio fanno il tifo per la collisione. Perché è la prima volta che un rifiuto spaziale si schianta su quel suolo pieno di crateri non intenzionalmente: potrebbe essere un’ottima occasione per studiare meglio la geologia del nostro satellite.

Il razzo era stato lanciato in orbita l’11 febbraio del 2015, decollando dal Launch Complex 40 di SpaceX presso la Cape Canaveral Air Force Station, in Florida. Trasportava il satellite Deep Space Climate Observatory, inventato 17 anni fa dal 45° vicepresidente americano Al Gore, in quella che è stata la prima missione nello spazio profondo di SpaceX: si tratta di uno strumento di osservazione e monitoraggio del vento solare, il flusso di particelle emesso continuamente dal Sole mentre si espande nello spazio interplanetario, fondamentale per le previsioni meteorologiche spaziali dell’agenzia federale statunitense NOOA, l’Amministrazione nazionale per l’oceano e l’atmosfera. In poche parole, senza avvisi tempestivi e accurati, gli eventi meteorologici spaziali come le tempeste geomagnetiche potrebbero interrompere quasi tutti i principali sistemi di infrastrutture pubbliche sulla Terra, comprese le reti elettriche, le telecomunicazioni, l’aviazione e il GPS. È un ottimo sistema d’allarme per chi sta quaggiù, ha spiegato il meteorologo Eric Berger sul sito Ars Technica.

Nei 7 anni di viaggio, con 1,6 milioni di chilometri percorsi, Falcon 9 ha raggiunto il punto di Lagrange Terra - Sole: si tratta di una zona neutra di gravità tra i due corpi celesti che, avendo una massa molto grande rispetto a quella del razzo, permettono a chi ne condivide l’orbita di stare a una distanza costante. È lì che si trova il secondo stadio, cioè una delle parti che si staccano durante il viaggio del razzo: pesa ben 4 tonnellate. Dato che il veicolo spaziale è stato lanciato così lontano, questo secondo stadio non ha avuto le forze necessarie per tornare nell’atmosfera terrestre e bruciare, come di solito accade. Stavolta colpirà la Luna a una velocità di circa 2,58 km al secondo.

Non è la prima volta che qualcosa tocca la Luna. Fu il razzo Saturn V a lanciare la famosa navicella spaziale della missione Apollo 11 che atterrò il 20 luglio 1969. E, più volte, la Nasa ha utilizzato le sue missioni di proposito per colpire la Luna e osservare il materiale che viene espulso quando qualcosa impatta sulla superficie e forma i famosi crateri. Come accaduto al satellite lanciato nel 2009 che ha colpito il cratere Cabeus 9: grazie a questo impatto, la Lunar Reconnaissance Orbiter, una sonda della Nasa che osserva la Luna da più di 10 anni, ha analizzato il materiale spostato nell’impatto. E da lì è stato possibile confermare la presenza dell’acqua. Ora, probabilmente SpaceX non avrà lo stesso valore scientifico, ma potrebbe rilevare qualcosa di più sul Dark Side of the Moon.

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