Futuro

La Cina è sempre più vicina alla Luna

La missione Chang’e 8 permetterà a Pechino di valutare la possibilità di costruire habitat sul nostro satellite stampati in 3D. In programma entro il 2030: l’allunaggio dei primi “taikoanuti”
Credit: Tingshu Wang/File Photo
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
27 aprile 2023 Aggiornato alle 15:00

Ad aprile la Nasa ha presentato Mars Dune Alpha, un modulo abitativo di circa 160 mq interamente stampato in 3D per simulare le future missioni esplorative dell’Agenzia spaziale americana su Marte. Presto potremmo vederne la versione made in China.

Secondo quanto riferito il 24 aprile dal quotidiano China Daily, Pechino utilizzerà la missione lunare Chang’e 8 per studiare la possibilità di costruire habitat sul nostro satellite utilizzando la produzione additiva. Le missioni Chang’e sono chiamate così in omaggio all’omonima dea cinese della Luna.

«Se desideriamo rimanere sulla luna per molto tempo, dobbiamo creare stazioni utilizzando i materiali della luna – ha dichiarato Wu Weiren dell’Agenzia Spaziale Cinese – Il suolo lunare sarà la nostra materia prima e verrà stampato in unità di costruzione».

«I professori di diverse università nazionali, come la Tongji University di Shanghai e la Xi’an Jiaotong University nella provincia dello Shaanxi, hanno già iniziato a studiare le possibili applicazioni della tecnologia di stampa 3D sulla luna», ha aggiunto Wu.

Il primo allunaggio della Cina è avvenuto nel dicembre 2013 a opera del rover Yutu nella missione senza equipaggio Chang’e 3. Poi ancora con la Chang’e 4 nel 2019, la prima nella storia a far atterrare un veicolo spaziale sull’emisfero nascosto della Luna, e la Chang’e 5 l’anno successivo.

Entro la fine del decennio, Pechino conta di far sbarcare sulla Luna i suoi prima astronauti, spesso chiamati “taikoanuti” da taikong che significa “spazio”, “cosmo”, anche se la parola cinese per astronauta è yuhangyuan.

La missione Chang’e 8, come riportato all’agenzia di stampa Reuters da un esperto della Chinese Academy of Engineering, dovrebbe avvenire intorno al 2028. Prima, però, ci sarà la missione Chang’e 6, che punta a prelevare campioni di roccia dal lato nascosto, seguita da Chang’e 7 diretta al Polo Sud.

«La missione Chang’e 7 ha lo scopo di cercare tracce d’acqua sul Polo Sud, indagare sull’ambiente e sulle condizioni meteorologiche e rilevare la morfologia del terreno», ha spiegato Wu.

Il Polo Sud lunare è anche la destinazione della missione Artemis III, in programma per il 2025, con la quale la Nasa punta a riportare il genere umano sulla Luna per la prima volta dopo la missione Apollo 17 del 1972.

A novembre la Cina ha inaugurato la stazione spaziale modulare Tiangong, e si prepara a stringere partnership coi Paesi del Consiglio di cooperazione degli Stati del golfo Persico (Gcc) per contendere il primato all’Occidente.

«La Cina realizzerà una serie di progetti di cooperazione con i Paesi del Ccg nel campo del telerilevamento e delle comunicazioni satellitari, dell’utilizzo dello spazio e delle infrastrutture aerospaziali» ha dichiarato il presidente Xi Jinping nel corso del primo vertice tra Cina e Gcc tenutosi a dicembre a Riyadh, in Arabia Saudita.

«Le due parti – ha aggiunto – potrebbero selezionare e addestrare insieme gli astronauti e la Cina accogliere gli astronauti del Gcc nella sua stazione spaziale per missioni congiunte ed esperimenti di scienze spaziali con i loro colleghi cinesi».

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