Futuro

La nuova corsa allo Spazio tra Usa e Cina

L’amministratore alla guida della Nasa ha lanciato un allarme sui progressi di Pechino nelle missioni per riportare l’uomo sulla Luna. Non se ne parla prima del 2025, ma le due superpotenze puntano già a Marte
Credit: Yang Guanyu/Xinhua via ZUMA Press
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
4 gennaio 2023 Aggiornato alle 09:00

«È un dato di fatto: siamo in una corsa allo spazio». A dichiararlo è Bill Nelson, l’amministratore alla guida della Nasa, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano statunitense Politico in merito alla concorrenza tra Stati Uniti e Cina per accaparrarsi il suolo lunare.

«Faremo meglio a stare attenti che non arrivino in un posto sulla Luna con il pretesto della ricerca scientifica – ha aggiunto – Non è impossibile che dicano: “State fuori, questo è il nostro territorio”». A sostegno della sua tesi, Nelson ha citato l’aggressione del Dragone alle isole contese nel Mar Cinese Meridionale, dove Pechino ha stabilito basi militari. «Guarda cosa hanno fatto con le Isole Spratly», ha aggiunto.

Entro i prossimi due anni la Nasa potrebbe iniziare a insediare un contingente umano più stabile sul nostro satellite, come dimostra il successo della missione Artemis I, una spedizione senza equipaggio – partita in ritardo il 16 novembre – che l’11 dicembre è ammarata nell’Oceano Pacifico dopo aver ripreso “the dark side of the moon” al termine di 25 giorni di esplorazione spaziale.

Una seconda missione Artemis è prevista entro maggio 2024. Sarà dotata di un equipaggio umano – statunitense con la singolare eccezione del Canada – ma non allunerà. Perché l’uomo rimetta piede sul suolo lunare per la prima volta dopo le missioni Apollo bisognerà attendere Artemis III, in calendario non prima del 2025. Ma la Luna è solo la prima tappa, perché il vero obiettivo della Nasa è riportare l’uomo su Marte.

La Cina, dal canto suo, a novembre ha inaugurato la stazione spaziale modulare Tiangong, e si prepara a stringere partnership coi Paesi del Consiglio di cooperazione degli Stati del golfo Persico (Gcc) per contendere il primato all’Occidente.

«La Cina realizzerà una serie di progetti di cooperazione con i Paesi del Ccg nel campo del telerilevamento e delle comunicazioni satellitari, dell’utilizzo dello spazio e delle infrastrutture aerospaziali», ha dichiarato il presidente Xi Jinping nel discorso programmatico in occasione del primo vertice tra Cina e Gcc tenutosi a dicembre a Riyadh, in Arabia Saudita.

«Le due parti – ha aggiunto il leader cinese – potrebbero selezionare e addestrare insieme gli astronauti e la Cina accoglie gli astronauti del Gcc nella sua stazione spaziale per missioni congiunte ed esperimenti di scienze spaziali con i loro colleghi cinesi».

A dicembre Pechino ha annunciato che entro la fine del decennio conta di far sbarcare i suoi astronauti sulla Luna. Gli astronauti cinesi vengono spesso chiamati “taikoanuti”, da taikong che significa ‘spazio’, ‘cosmo’, anche se la parola cinese per astronauta è yuhangyuan (d’accordo, è più facile la prima).

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