Diritti

Elezioni Usa 2024: come parlano i candidati?

La piattaforma Babbel ha analizzato i discorsi elettorali di Democratici e Repubblicani su questioni di genere, immigrazione e crisi climatica per puntare i riflettori sull’importanza del linguaggio a pochi mesi dalle presidenziali di novembre
Credit: EPA/ALLISON DINNER
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
8 aprile 2024 Aggiornato alle 11:00

Nel 2024 più di 70 Paesi ospiteranno le elezioni e 4 miliardi di persone saranno chiamate a votare. Il 5 novembre i cittadini americani sceglieranno il loro prossimo presidente: Joe Biden, oggi in carica, sarà il candidato dei Democratici e Donald Trump, il suo predecessore, si è assicurato la nomination per il Gop. In questa sfida è utile sottolineare il ruolo chiave del linguaggio utilizzato dai due schieramenti e comprendere al meglio i discorsi politici dei candidati. Babbel, la piattaforma di apprendimento linguistico con più di 16 milioni di abbonamenti venduti, ha condotto un’analisi dei modelli linguistici usati dai partiti Democratici e Repubblicani, focalizzandosi su temi come l’immigrazione, il cambiamento climatico e le questioni di genere.

Immigrazione

A marzo il numero di persone migranti arrestate lungo il confine tra Stati Uniti e Messico è diminuito, secondo i dati della Customs and Border Protection, scendendo a quota 137.000. Una tendenza al contrario rispetto ai 3 anni precedenti, in cui gli attraversamenti illegali hanno subito un’impennata e sono stati registrati almeno 33.000 arresti in più tra febbraio e marzo. Ma il recente sondaggio del Pew Research Center ha rilevato che il 45% degli americani ha descritto la situazione al confine come una crisi, mentre per il 32% si tratta di un grosso problema.

In un video pubblicato di recente da Donald Trump, l’ex presidente dice che i migranti «stanno arrivando a migliaia» e promette di garantire «la sicurezza dei nostri confini» e di ripristinare «la sovranità». Trump ha intensificato la retorica anti-immigrati definendoli dei pericolosi criminali che «avvelenano il sangue» dell’America. Secondo l’analisi di Babbel, i Repubblicani utilizzano il termine illegal aliens (il cui corrispettivo italiano sarebbe “clandestini”) per sottolineare una violazione della legalità in una narrazione che divide il mondo tra “noi” e “loro”. Questo non fa che contribuire alla loro emarginazione e disumanizzazione.

I progressisti, al contrario, preferiscono il termine “undocumented immigrants” (tradotto: “immigrati senza documenti”), una scelta lessicale che mira a umanizzare piuttosto che criminalizzare, promuovendo una comprensione più inclusiva ed empatica. Babbel porta anche un altro esempio: Invaders” vs “non-citizens”: il primo termine evoca l’immagine di un attacco all’identità nazionale, come se le persone migranti fossero invasori, appunto, da sconfiggere. Non-cittadini, invece, offre una definizione più neutra e precisa che promuove un dialogo meno polarizzato sulla politica e sui diritti legati all’immigrazione.

Cambiamento climatico

Quanto al cambiamento climatico, i sondaggi mostrano che gli elettori e le elettrici di entrambi gli schieramenti vogliono azioni significative: l’indagine della Cnn ha rilevato che il 73% degli adulti americani (tra cui il 50% dei Repubblicani) afferma che il Governo federale dovrebbe sviluppare le proprie politiche climatiche con l’obiettivo di dimezzare l’inquinamento che riscalda il Pianeta entro la fine del decennio.

Trump ha sempre sostenuto di non credere che l’attività umana contribuisca ai cambiamenti climatici e durante il suo mandato ha ritirato gli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi, mentre Biden ha firmato quella che il New York Times definisce “la più grande legge sul clima nella storia degli Stati Uniti”. I due atteggiamenti si riflettono anche nel loro linguaggio: Babbel mette a confronto “climate hoax”, imbroglio climatico, e “climate crisis”, crisi climatica.

I conservatori usano il primo per sminuire l’urgenza e la veridicità della crisi climatica in corso, inquadrandola come un’esagerazione e mettendo in dubbio il consenso scientifico. Crisi climatica, al contrario, punta i riflettori sulla gravità della situazione, con l’obiettivo di sollecitare una risposta collettiva che superi le narrazioni divisive e promuova un senso di responsabilità comune. Opposti tra loro anche job killers” e “green jobs: il primo viene usato dai Repubblicani per riferirsi alle normative ambientali, che “uccidono” e minacciano la stabilità economica e la crescita lavorativa; il secondo, invece, esalta le nuove professioni “verdi” e le opportunità lavorative che possono nascere dalla transizione verso le energie rinnovabili e le pratiche sostenibili.

Questioni di genere

Un altro tema analizzato da Babbel è quello dell’educazione al genere: per i Repubblicani si chiama “educational indoctrination”, per i Democratici “inclusive education” o “comprehensive sex education”. I conservatori mettono in risalto il diritto al controllo genitoriale sull’educazione sessuale e di genere, indicandolo come “indottrinamento educativo”. L’ex candidato alla corsa per le primarie repubblicane Ron DeSantis ha fatto degli attacchi ai diritti Lgbtq+ un segno distintivo della propria politica, e negli Stati Uniti quest’anno sono state avanzate 484 proposte di legge anti-Lgbtq+. I Democratici, invece, privilegiano termini traducibili con “educazione inclusiva” o “educazione sessuale completa”, sostenendo un approccio educativo che riconosca la diversità e incoraggi il rispetto per tutte le identità e orientamenti sessuali.

Il “Parents Bill of Rights” dei Repubblicani, poi, si scontra con il “Politics Over Parents Act”: da una parte, la “Carta dei diritti dei genitori” vuole essere un atto legislativo utile a introdurre, per i conservatori, maggiore trasparenza nel sistema educativo. Nella pratica, sancisce che i genitori hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo nella scuola dei loro figli (educazione sessuale e di genere, razzismo) e mantengono il diritto di prendere decisioni in merito. Dall’altra parte, per i progressisti si tratta di una “Legge sulla politica al di sopra dei genitori”, che indica come l’agenda conservatrice, mascherata da difesa dei diritti dei genitori, miri in realtà a marginalizzare gli studenti Lgbtq+, a compiere un’operazione di “whitewashing” sulla storia degli Stati Uniti e a sminuire l’istruzione pubblica.

Secondo PEN America, la non profit newyorkese che si batte per la libertà di stampa in tutto il mondo, dal primo luglio 2022 al 31 giugno 2023 ci sono stati 3.362 casi di divieti di libri nelle aule e nelle biblioteche delle scuole pubbliche statunitensi.

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