Diritti

Bangladesh: le donne incinte sono vittime della crisi climatica

Con l’innalzamento del livello del mare, l’acqua salata contamina le fonti: nel Paese 3,3 milioni di persone non hanno ancora accesso a risorse idriche potabili. I medici hanno riscontrato un numero allarmante di bengalesi con gravi problemi di salute riproduttiva
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
3 aprile 2024 Aggiornato alle 20:00

La crisi climatica alimenta la disuguaglianza di genere, ma le condizioni meteorologiche estreme non fanno che peggiorare la situazione: secondo le Nazioni Unite la popolazione femminile, specialmente nei Paesi in via di sviluppo, subisce in modo sproporzionato le conseguenze dei cambiamenti climatici. Aumenta la violenza da parte dei partner, i matrimoni precoci, la violenza sessuale, ma anche il rischio di sfruttamento e tratta sessuale. In Bangladesh, in particolare, i cicloni e l’innalzamento del livello del mare stanno spingendo l’acqua salata nell’entroterra del Paese, contaminando le riserve di acqua dolce. Le prime vittime di questa situazione sono le donne, soprattutto quelle incinte.

Secondo la Ong WaterAid Bangladesh, il Bangladesh è ricco di acqua, con 24.000 km di fiumi che scorrono all’interno del Paese, ma 3,3 milioni di persone non hanno ancora accesso all’acqua pulita. “Sviluppare acqua pulita, servizi igienici e sanitari che possano raggiungere tutti è estremamente difficile, e il cambiamento climatico non fa che renderlo più difficile”, spiega l’organizzazione, che in una ricerca del 2017 ha rilevato che “le malattie legate all’acqua sporca e alla mancanza di servizi igienici sicuri sono la quinta causa di morte delle donne nel mondo”.

Nel 2018 è stato scoperto che circa 20 milioni di persone nelle zone costiere del Bangladesh sono colpite dall’aumento della salinità nell’acqua potabile. Da una ricerca del 2022 emerge che il riscaldamento globale ha esacerbato le disuguaglianze di genere esistenti influenzando la salute sessuale delle donne e le loro gravidanze in Bangladesh e Mozambico, due Paesi vulnerabili dal punto di vista climatico. La crisi climatica aggiunge ulteriori responsabilità alle donne, che spesso devono affrontare lavori rischiosi che le espongono maggiormente all’acqua salata per provvedere alle proprie famiglie.

In un lungo reportage, il Guardian ha intervistato Aneire Khan, ricercatrice di epidemiologia ambientale, che nel 2008 ha condotto la prima ricerca sulla correlazione tra l’ipertensione arteriosa delle donne in gravidanza e l’assunzione di sale dalle fonti di acqua potabile. Questa condizione, che «è tra le principali cause di morte materna nei Paesi in via di sviluppo, […] rende le donne incinte particolarmente vulnerabili alla pre-eclampsia, che può portare a gravi mal di testa, danni agli organi e persino alla morte», ha spiegato la ricercatrice al quotidiano britannico. Per molte delle donne intervistate a Dacope, nel sud-ovest del Paese, le gravidanze sono state molto complicate: alcune hanno avuto parti prematuri, altre (un numero allarmante, secondo i ricercatori) hanno sofferto di pre-eclampsia, eclampsia e ipertensione. Altre ancora hanno dovuto abortire.

Un secondo studio del 2011 dell’Imperial College di Londra e il Bangladesh Centre for Advanced Studies, ha mostrato come l’assunzione di sale tra le donne di Dacope era ben al di sopra dei livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e ha confermato una forte relazione tra l’assunzione di sale e il rischio di sviluppare pre-eclampsia e ipertensione. I fiumi, gli stagni e le falde acquifere su cui fa affidamento la popolazione rurale per cucinare, bere e lavarsi sono stati contaminati da vari gradi di salinità. Circa 5.000 donne incinte della comunità sono monitorate da Nirmalya Sarker, che da 20 anni lavora nel settore sanitario e ha collaborato con il ministero della Sanità del Bangladesh per informare donne e ragazze sul tema: «La creazione di consapevolezza su un’adeguata assistenza alla gravidanza e su pratiche sicure per l’acqua potabile consentirà scelte sanitarie e dietetiche migliori per migliorare direttamente la salute materna», ha detto al Guardian.

La contaminazione salina colpisce anche la salute e l’igiene mestruale delle donne: chi non può permettersi di comprare assorbenti utilizza stracci che può lavare solo in acqua salata e sporca, per poi riutilizzarli: varie ricerche hanno dimostrato che questo sistema “fa sì che contraggano infezioni e malattie, rischiando una serie di problemi igienici, come disturbi della pelle e problemi al sistema riproduttivo”. I rischi per le donne e per la loro salute riproduttiva aumenteranno man mano che le condizioni meteorologiche estreme diventeranno più frequenti e più intense a causa del riscaldamento globale e il livello del mare continuerà a salire. Secondo il rapporto del Global Climate Risk Index 2021 il Bangladesh si è classificato come il 7° Paese al mondo per rischio di disastri estremi.

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