Diritti

Europee: ecco come l’aborto divide i gruppi politici

Nonostante l’interruzione volontaria di gravidanza sia sancita dalla Costituzione francese e dalla Carta dei diritti fondamentali Ue, in vista delle elezioni il tema è polarizzante, tra partiti che vogliono “difendere la vita dal suo concepimento” e chi invece sostiene l’autonomia riproduttiva
Credit: Kayu Wu 
Tempo di lettura 4 min lettura
19 aprile 2024 Aggiornato alle 15:00

La questione dei diritti riproduttivi è ancora una volta all’ordine del giorno in vista delle elezioni Europee che si terranno l’8 e il 9 giugno.

Proprio il 9 giugno di 2 anni fa, il Parlamento Ue ha emesso una risoluzione che condannava l’arretramento nei confronti delle libertà e dei diritti delle donne, in risposta alla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di rovesciare la sentenza Roe vs Wade (che garantiva la possibilità di interrompere una gravidanza) e alle decisioni negative di alcuni Stati membri.

Nel giugno 2022, il Parlamento europeo ha esortato “i Paesi Ue a depenalizzare l’aborto, eliminare e combattere gli ostacoli all’aborto sicuro e legale, all’accesso all’assistenza sanitaria e ai servizi Srhr (Sexual and reproductive health and rights, ndr), senza discriminazione alcuna. Il personale medico non deve negare alle donne l’assistenza all’aborto per motivi religiosi o di coscienza, poiché ciò mette a repentaglio la vita della paziente”.

La risoluzione ha evidenziato in particolare il divieto di aborto de facto entrato in vigore in Polonia, menzionando anche Malta (dove l’Ivg è illegale), la Slovacchia (dove è limitato), l’Ungheria e l’Italia, dove il diritto all’aborto è minacciato dall’alta percentuale di medici obiettori di coscienza.

Un’altra risoluzione, approvata il 7 luglio 2022 (con 24 voti a favore, 115 contrari e 38 astenuti), ha chiesto che l’Ivg fosse inclusa nella carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, per garantire a tutte le donne la possibilità di accedere liberamente all’assistenza sanitaria riproduttiva e offrire una protezione contro le restrizioni in vigore nei singoli Stati. Questo traguardo è stato raggiunto proprio pochi giorni fa. L’appello del luglio 2022 è stato ripreso anche dalla Francia, dove a marzo il diritto all’aborto è entrato in Costituzione.

Tuttavia, oggi, la libertà di interrompere una gravidanza è ancora una questione che genera polarizzazioni politiche in Ue: il gruppo dei conservatori e riformisti europei (Ecr) affermano nel loro manifesto di voler “difendere la vita, dal suo concepimento fino alla sua fine naturale”, mentre il gruppo Identità e Democrazia (Id) non condividono una posizione comune sulla questione, ma diversi partiti abbracciano idee restrittive. Per esempio, lo scorso anno il tedesco Alternative für Deutschlandl (Afd) ha votato contro la proposta di vietare una legge nazionale (risalente all’epoca nazista) che impedisce ai medici di fornire informazioni sulle procedure di aborto nel Paese.

Il Partito popolare europeo di centro-destra (Epp), il più grande gruppo politico del Parlamento, rimane diviso sulla questione, ma la maggior parte dei suoi deputati concorda sul fatto che l’aborto dovrebbe rimanere una questione di competenza nazionale.

E quali sono, invece, le posizioni degli “altri”? Il gruppo della Sinistra (Left) ha sempre sostenuto il progetto di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali europea, così come i Verdi e i Socialisti e Democratici (S&D), che nel loro manifesto affermano che “le donne devono avere il controllo della propria vita e un accesso libero e completo ai diritti della sfera della salute sessuale e riproduttiva”.

Allo stesso modo, il gruppo liberale Renew Europe sta spingendo per un maggiore allineamento sui diritti di aborto sulla base del Patto Simone Veil che chiede un maggiore impegno paneuropeo in materia di parità di genere.

Leggi anche
Gravidanza
di Alice Dominese 3 min lettura