Diritti

Inquinamento Repubblica Democratica Congo: le donne soffrono di gravi problemi di salute riproduttiva

Il rapporto di Afrewatch e Rights & Accountability in Development evidenzia gli impatti delle estrazioni minerarie di cobalto sull’ecosistema e sulle persone, specialmente le cittadine che segnalano l’aumento di aborti spontanei e difetti dei bambini alla nascita
Credit: Rosa Raphael 
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
2 aprile 2024 Aggiornato alle 10:00

Mestruazioni irregolari, infezioni urogenitali, aborti più frequenti e, in alcuni casi, difetti congeniti. Secondo il rapporto pubblicato dal gruppo per i diritti umani Rights & Accountability in Development (Raid) con sede nel Regno Unito e dall’Ong Afrewatch con sede a Kinshasa, le donne e le ragazze che vivono nelle comunità minerarie di cobalto nella Repubblica Democratica del Congo stanno segnalando un aumento “sconcertante” di gravi problemi di salute riproduttiva.

Nell’indagine Dans les coulisses de la transition ènergétique : Regard critique sur l’impact des mines industrielles de cobalt en RDC (“Sotto il verde: uno sguardo critico al costo dell’estrazione industriale del cobalto nella RDC”) sono state intervistate, nell’arco di 19 mesi, 144 persone che vivono in 25 comunità vicino a 5 miniere industriali di cobalto. I risultati rivelano che l’inquinamento tossico derivante dall’estrazione industriale del minerale nella Repubblica sta avendo impatti devastanti sulle persone e sull’ambiente: questo, spiega la ricerca, mette in discussione la narrazione del cobalto “pulito” e “sostenibile” spesso avanzata dalle multinazionali minerarie. Il minerale, che proviene in gran parte dalle miniere di rame e cobalto nel sud del Paese, viene utilizzato per produrre batterie ricaricabili per numerosi articoli domestici, compresi veicoli elettrici e nelle tecnologie di energia rinnovabile.

Più della metà degli intervistati (56%) ha espresso preoccupazione per la propria salute riproduttiva o per quella dei membri della famiglia. “I residenti locali hanno anche spiegato di soffrire regolarmente di malattie della pelle e di essere particolarmente preoccupati per la salute dei loro bambini, che sembrano essere quelli più colpiti”, spiega il rapporto.

“Quasi tutti (99%) hanno affermato che i rendimenti dei campi e dei terreni coltivati ​​sono significativamente ridotti a causa della contaminazione dell’acqua, con conseguenze drastiche sul loro reddito. Inoltre, il 59% ha riferito di aver ridotto l’assunzione di cibo a un pasto al giorno, il 59% ha ritirato i propri figli da scuola per mancanza di denaro e il 75% ha riferito di non potersi più permettere assistenza sanitaria o farmaci”. Tutti coloro che sono stati coinvolti nel rapporto hanno attribuito il declino del loro tenore di vita al recente boom dell’estrazione del cobalto.

Le donne e le ragazze che vivono intorno alle miniere, in particolare, hanno riferito di aver sperimentato problemi di salute femminile. “Un pediatra, che dal 2016 registra i dati dei pazienti, ha spiegato che i tassi di infezioni genitali e patologie cutanee tra le pazienti sono esplosi. A suo avviso, è dovuto al fatto che queste popolazioni sono le principali utilizzatrici di “acqua impura”, il che le rende particolarmente vulnerabili alle malattie”. Un altro medico di base “ha lamentato le frequenti malattie causate dalla scarsa qualità dell’acqua nella regione, tra cui la febbre tifoide e una serie di problemi gastrointestinali […] legati ai parassiti presenti nell’acqua. La maggior parte dei nostri pazienti, circa 6 su 10, sviluppa la febbre tifoidea ingerendo acqua contaminata”. La maggior parte dei medici, però, non hanno avuto accesso a strutture di analisi ad alte prestazioni, quindi non hanno avuto la conferma che le malattie fossero causate dall’esposizione a metalli pesanti e altri inquinanti.

Anaïs Tobalagba, ricercatrice del Raid, ha dichiarato al Guardian che «uno dei risultati più sorprendenti che abbiamo scoperto è stato l’impatto differenziato sulle donne. Sapevamo che erano state effettuate ricerche che collegavano l’estrazione del cobalto a problemi di salute riproduttiva. Ma non ne conoscevamo la portata finché non abbiamo iniziato queste interviste». Il legame tra l’estrazione del cobalto e i difetti congeniti era già stato individuato in uno studio pubblicato su Lancet nel 2020 per cui il rischio di difetti congeniti aumentava notevolmente quando un genitore lavorava in una miniera di rame o cobalto.

Anneke Van Woudenberg, direttrice esecutiva di Raid che lavora nella Rdc da 25 anni, ha spiegato che «gli uomini sono spesso riluttanti a discutere di problemi di salute femminile. Ma gli uomini dicevano anche: “qualcosa non va con le nostre donne”». Ha spiegato che le cittadine entrano in contatto più spesso con l’acqua contaminata rispetto agli uomini, perché «non bevono l’acqua ma ci fanno il bagno, lavano i vestiti, fanno le pulizie domestiche – tutte cose che fanno le donne».

Il rapporto chiede alle compagnie minerarie che operano in Rdc di adottare misure che documentino l’impatto dell’inquinamento idrico, dell’impoverimento e dei danni ambientali su donne e bambine. Di condurre indagini sulle questioni ginecologiche e riproduttive sollevate nel rapporto e sviluppare strategie efficaci per prevenire, affrontare e rimediare all’impatto sulla salute delle donne. E di collaborare con scienziati e altri esperti per determinare i legami tra la contaminazione dell’acqua e i problemi ginecologici, gli aborti e le malformazioni alla nascita.

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