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Smart cities: come sarà la mobilità del futuro?

La Mobility as a service punta a creare un unico canale digitale dove gli utenti possano scegliere con quale trasporto muoversi in città: dal car e bike sharing ai taxi. Ma è davvero possibile? In Finlandia è già realtà
Credit: Elena Saharova 
Tempo di lettura 6 min lettura
29 marzo 2024 Aggiornato alle 15:00

L’evoluzione dei trasporti nel prossimo decennio è centrale nel dibattito europeo per la transizione digitale e ambientale comunitaria. Le sfide per il suo raggiungimento sono state al centro dell’evento Innovazione in movimento - MaaS4Italy per la mobilità del futuro organizzato negli spazi delle Officine grandi riparazioni dai Comuni di Torino e Milano con il coordinamento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale.

Questa occasione è stata utile per conoscere meglio il termine Maas, che guarda al concetto di mobilità da intendersi come servizio. Mobility as a service, quindi, con l’obiettivo di integrare su un unico canale digitale le diverse possibilità di trasporto pubblico e privato, includendo car sharing, bike sharing, taxi, così da permettere agli utenti di pianificare la propria esperienza di viaggio in modo comodo e intuitivo.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione nell’ambito dei trasporti che è stata sostenuta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza con un investimento di 40 milioni di euro, a cui si aggiungono 17 milioni stanziati dal Fondo complementare e per il quale il Dipartimento per la trasformazione digitale è soggetto attuatore, con il supporto del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti.

La mobilità e i trasporti inoltre rappresentano una cartina di tornasole dell’equità sociale di un Paese, perché la rivoluzione digitale deve riguardare tutte e tutti, non può lasciare indietro nessuno. Le piattaforme Maas trasformano dunque le modalità di fruizione e accesso ai trasporti in un modello flessibile e on demand capace di garantire agli utenti diverse alternative di viaggio, dalla più veloce alla più economica, passando per quella più ecologica.

«Vogliamo mettere gli utenti, sia che si tratti di passeggeri che di merci, al centro dei servizi di trasporto, offrendo loro soluzioni di mobilità su misura basate sui loro bisogni - ha spiegato a La Svolta Sampo Hietanen, inventore della teoria Maas - questo significa che, per la prima volta, l’accesso facilitato alla modalità o al servizio di trasporto più appropriato viene incluso all’interno di un pacchetto di servizi flessibili e indirizzati direttamente all’utente finale».

Grazie a queste piattaforme non è più necessario scaricare diverse applicazioni per scegliere quale tipologia di trasporto pubblico utilizzare. Il Maas infatti offre un accesso snello e conveniente, che fa della multimodalità un vero e proprio cavallo di battaglia, con un occhio particolare alla personalizzazione del servizio: l’utente infatti sceglie l’opzione di trasporto che più si addice alle proprie esigenze.

Un ecosistema Maas realmente funzionante può generare benefici per tutti i soggetti coinvolti: dai cittadini, che possono accedere a nuovi servizi digitali per ogni necessità di spostamento, percependo un valore paragonabile all’auto privata, agli operatori dei trasporti grazie a un sistema di regole chiare, capaci di favorire lo sviluppo del mercato secondo i principi della concorrenza, evitando condizioni di monopolio, fino alla pubblica amministrazione, che è così in grado di ottimizzare l’utilizzo delle risorse e attuare politiche per incentivare una mobilità sempre più sostenibile.

Per dare un’occhiata alle migliori applicazioni del Maas in Europa, bisogna fare un salto in Finlandia, dove il concetto di “mobilità come servizio” sta giocando un ruolo chiave nelle politiche nazionali sui trasporti. Maas Finland ha iniziato a operare come compagnia indipendente che si focalizza sul mercato internazionale, con l’intento di funzionare come intermediario tra fornitori di servizi dei trasporti, utenti e terze parti.

Il progetto MaaS4EU, finanziato con fondi europei Horizon 2020, è basato poi sulla ricerca, lo sviluppo e la verifica di nuove soluzioni in grado di definire modelli di business in grado di fornire dati e strumenti concreti che possano rimuovere le barriere, consentendo la creazione di un singolo mercato dei trasporti europeo interconnesso.

Per capire invece cosa sta accadendo in Italia, bisogna ricordare che il progetto Maas sta vivendo 3 fasi. La prima ha finanziato la sperimentazione in città metropolitane tecnologicamente avanzate, definite città “pilota”. Con il primo avviso pubblico sono state individuate Milano, Napoli e Roma. La seconda ha esteso l’iniziativa ad altre 3 città, nello specifico Bari, Firenze e Torino, a cui sono destinate risorse del Fondo complementare del Pnrr. La terza fase infine prevede la selezione di 7 territori, in grado di assicurare la continuità dell’esperienza di viaggio tra città, territori e Regioni diverse. Parliamo della provincia autonoma di Bolzano e delle regioni Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Piemonte, Puglia e Veneto.

In questo contesto Torino ha di certo maturato nel tempo una credibilità in termini Maas, al punto che proprio durante l’evento Innovazione in movimento è stato lanciato il progetto ToMove, che permette la prenotazione dei trasporti su un’app attraverso un unico biglietto con una formula di viaggio integrata. «Si tratta del primo atto dopo la sottoscrizione del programma Maas, Mobility as a service for Italy - ha spiegato l’assessora all’innovazione e ai trasporti del capoluogo torinese, Chiara Foglietta - due le fasi previste: la prima da aprile 2024 a settembre 2025, in cui ai primi 5.000 sottoscrittori della sperimentazione sarà erogato un welcome bonus per l’utilizzo del Maas, e ai primi 1.000 di questi anche un cashback del 20%. Nella seconda, che si concluderà a dicembre 2025, ci sarà l’analisi della fase sperimentale».

Questa rivoluzione tecnologica ha tuttavia bisogno di essere sostenuta con una rete di connessione che risulti omogenea in tutte le aree nazionali. «La connettività 5G ha il potenziale per migliorare i servizi digitali nelle aree locali, svolgendo un ruolo chiave nel sostenere una ripresa economica e una coesione sociale durature – ha spiegato a La Svolta il sottosegretario all’innovazione Alessio Butti – Questa tecnologia nelle comunità aiuterà a modernizzare l’assistenza sanitaria, l’istruzione, la pubblica amministrazione e i trasporti, rendendoli più efficienti e resilienti».

Secondo Butti si sta costruendo una vera e propria «via europea» per la trasformazione digitale regionale e locale. In Italia sono partite già nel 2017 le prime sperimentazioni per il 5G, i cui sviluppi sono seguiti da uno specifico Osservatorio e finanziati con il piano Connected Europe Facility. Con le attività del progetto Maas4Italy si ha quindi la sensazione di riuscire a guardare al futuro tenendo i piedi per terra: perché costruire le smart cities in Europa non significa sognare, ma stare in ascolto delle esigenze dei cittadini.

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