Diritti

Russia: arrivano i primi arresti per “estremismo Lgbt+”

Fino al 18 maggio, il direttore artistico e la proprietaria di un locale a Orenburg rimarranno in custodia cautelare, accusati di essere membri di una “organizzazione estremista”: rischiano fino a 10 anni di carcere
Credit: EPA/ANTONIO PEDRO SANTOS 
Tempo di lettura 3 min lettura
22 marzo 2024 Aggiornato alle 20:00

Due persone che lavorano per un locale Lgbtq+ sono state arrestate in Russia con l’accusa di essere membri di una “organizzazione estremista”. Se saranno riconosciute colpevoli rischiano fino a 10 anni di carcere. Si tratta del primo caso di giustizia penale di questo tipo da quando la Corte Suprema russa ha messo al bando il cosiddetto “movimento internazionale Lgbtq+” vietandone le attività in tutto il Paese a novembre 2023.

Il direttore artistico e la proprietaria del club Pose nella città di Orenburg rimarranno in custodia cautelare fino al 18 maggio, secondo quanto stabilito nell’udienza del 20 marzo dal tribunale. L’accusa rivolta ai due gestori è di aver agito con premeditazione a sostegno delle opinioni e delle attività “dell’associazione internazionale Lgbt”. L’arresto è avvenuto il 12 marzo dopo che la polizia ha fatto irruzione nel club accompagnata da alcuni membri di un gruppo nazionalista chiamato Comunità russa.

Secondo il giornale russo indipendente The Moscow Times, una dichiarazione sul sito web del tribunale descrive i due cittadini arrestati come “persone con orientamenti sessuali non tradizionali”. Il direttore artistico sarebbe stato inoltre accusato di aver selezionato artisti drag per le esibizioni nel club e la proprietaria accusata di aver filmato queste esibizioni.

All’inizio di quest’anno la legge della Corte Suprema ha consentito le prime condanne nei confronti di persone accusate di “estremismo Lgbt” con pene più lievi. A gennaio, un tribunale di Nizhny Novgorod ha condannato una donna a 5 giorni di detenzione per aver indossato orecchini color arcobaleno in un bar. A fine gennaio, un giudice della regione di Volgograd ha emesso una multa per una bandiera arcobaleno pubblicata da un utente su una pagina social. Pochi giorni dopo, un tribunale di Saratov ha fatto lo stesso.

Prima che la legge entrasse in vigore, tra il 2022 e il 2023, la repressione nei confronti della comunità queer in Russia ha portato all’arresto illegale di almeno 21 persone, secondo il report dell’Associazione internazionale lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali che prende in considerazione 65 Paesi. In 11 di questi casi, le vittime sarebbero state torturate. Gli arresti da parte della polizia russa “sono stati istigati dai loro stessi parenti (delle vittime, ndr) in almeno 9 casi, anche se in totale sono stati documentati fino a 31 tentativi da parte delle famiglie di indurre la polizia ad agire contro le persone Lgbtq+”, si legge nel report.

Leggi anche