Diritti

Russia: l’AI ha dimostrato irregolarità nelle elezioni del passato

Gli sviluppatori del software Revisor sono stati costretti a lasciare il Paese per timore di essere perseguitati: da tempo gli analisti indipendenti denunciano brogli elettorali
Credit: Valery Tenevoy 
Tempo di lettura 4 min lettura
19 marzo 2024 Aggiornato alle 18:00

Le ultime elezioni presidenziali vinte da Vladimir Putin sono state definite come “le più corrotte di sempre” perché non c’era nessun possibile candidato di opposizione e sono state smantellate le garanzie costituzionali per un voto autentico e democratico. Ma anche alle precedenti tornate elettorali le frodi e le irregolarità hanno contribuito a cementificare il potere autoritario del leader russo confermato al Cremlino fino al 2030.

Da anni diversi oppositori e analisti elettorali indipendenti denunciano l’ampia diffusione di brogli alle elezioni russe tramite la registrazione di un numero di voti e schede elettorali maggiore rispetto al numero effettivo di elettori, oltre alla compravendita dei voti e allo scarso controllo all’interno dei seggi. Molti video circolati nei social media hanno mostrato casi di ballot-stuffing in cui si vedono persone infilare nelle urne più schede elettorali.

Alle elezioni presidenziali del 2018, vinte da Putin con il 76% dei voti, secondo due ricercatori indipendenti, Dmitry Kobak e Sergey Shpilkin, 1.700 seggi elettorali hanno avuto risultati statisticamente anomali. I loro studi hanno evidenziato un numero insolitamente alto di casi in cui il numero dei voti e la percentuale di affluenza era un multiplo di 5 (come 50%, 55%, 60%): un chiaro segnale di manipolazione. L’ex leader dell’opposizione morto in prigione Alexei Navalny, escluso dalle presidenziali del 2018 a causa della condanna per frode e appropriazione indebita, dichiarò che i dati elaborati dai suoi collaboratori mostravano che l’affluenza ufficiale del 67,5% era stata gonfiata di 10 punti percentuali.

Un ampio lavoro di monitoraggio elettorale è stato possibile anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale tramite un software basato su reti neurali chiamato Revisor. L’AI non può identificare gli elettori o determinare come hanno votato, ma può contare nei video quante persone hanno realmente votato presso una particolare sezione elettorale e incrociare questi dati con il conteggio dei voti ufficiale.

Secondo quanto riportato da Novaya Gazeta, alle presidenziali del 2018 il software ha rilevato discrepanze talmente elevate in 11 regioni da mettere in discussione il risultato elettorale. Uno dei creatori, Vlad Matveyev, ha detto che grazie all’AI la frode “è passata da essere una questione di fede a un fatto matematico”. Molti dei programmatori che hanno sviluppato il software sono stati costretti a lasciare la Russia per timore di essere perseguitati dalle autorità, dopo che la polizia a ottobre 2022 ha perquisito le case di alcuni membri dell’organizzazione di monitoraggio elettorale Golos, che aveva da poco presentato i risultati delle sue ricerche davanti a una conferenza europea.

Revisor ha avuto un ruolo importante anche per accertare le irregolarità delle elezioni parlamentari del 2021 per il rinnovo della Duma (la camera bassa del Parlamento nazionale), quando il partito di Putin Russia Unita ha ottenuto il 49% dei voti e oltre due terzi dei seggi. Su richiesta del team investigativo del sito indipendente Meduza, sono state analizzate oltre 1 milione di ore di registrazioni video provenienti da telecamere installate in diverse regioni del Paese.

Secondo i dati ufficiali, nei 3.500 seggi esaminati hanno votato 3,2 milioni di persone, mentre i video mostravano soltanto poco più di 2 milioni di elettori: quindi, circa un terzo dei voti registrati era falso. Estendendo questo calcolo con una stima a livello nazionale, alle elezioni del 2021 ci sarebbero stati oltre 17 milioni di voti “gonfiati”. E la situazione non è migliorata: le stime riguardo le ultime elezioni presidenziali fatte da Novaya Gazeta usando il metodo sviluppato da Sergey Shpilkin parlano di almeno 22 milioni di voti falsi (stime che sarebbero al ribasso perché non tengono conto dei voti elettronici e dei territori ucraini occupati).

Non solo corrotte: queste ultime elezioni sono state le più opache degli ultimi anni, anche perché dal 2021 le riprese video dentro i seggi elettorali non sono più accessibili a tutti. Secondo Stanislav Andrejchuk, copresidente di Golos, le principali manipolazioni sono avvenute «grazie alle 2 novità di queste presidenziali: le elezioni spalmate su 3 giorni e il voto elettronico a distanza in 29 regioni. Nessuno può controllare che cosa avviene di notte nei seggi. E il voto elettronico è impossibile da verificare».

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