Diritti

Los Angeles: nasce il primo seggio elettorale per le persone trans e non binarie

Alle primarie del Super Tuesday, i membri della comunità Lgbtq+ hanno potuto votare al Connie Norman Transgender Empowerment Center, al riparo dalle molestie verbali. Il centro sarà attivo anche a novembre, quando verrà scelto il prossimo presidente Usa
Alcune persone posano davanti l'insegna "I voted" del Connie Norman Transgender Empowerment Center di Los Angeles
Alcune persone posano davanti l'insegna "I voted" del Connie Norman Transgender Empowerment Center di Los Angeles Credit: EPA/ALLISON DINNER  
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11 marzo 2024 Aggiornato alle 20:00

Los Angeles ha aperto il primo seggio elettorale degli Stati Uniti per le persone transgender e non binarie. Un luogo in cui qualunque persona potrà votare, ma dove i membri della comunità Lgbtq+ saranno al riparo da abusi e discriminazioni e soprattutto potranno esercitare pienamente i propri diritti di cittadini americani.

La sede prescelta è il Connie Norman Transgender Empowerment Center (Conotec) nel quartiere di West Hollywood: un centro che offre servizi di assistenza medica e consulenza a persone trans e non binarie e che nasce come uno spazio di co-working condiviso da diverse associazioni che sostengono le persone transgender (come Flux, TransCanWork e Unique Woman’s Coalition).

Secondo quanto riporta il Los Angeles Daily News, si tratta del primo ufficio elettorale aperto in un centro dedicato alle persone trans nella storia degli Stati Uniti. Il seggio (inaugurato il 2 marzo) è stato usato per la prima volta durante il Super Tuesday del 5 marzo, quando 15 Stati americani sono andati a votare alle primarie per scegliere il candidato repubblicano e democratico alla Casa Bianca. E rimarrà un punto di riferimento elettorale anche per le elezioni generali di novembre e per altri appuntamenti dedicati alle elezioni locali.

La vicegovernatrice democratica della California, Eleni Kounalakis, ha detto in conferenza stampa che: «È un esempio eccezionale di come i leader del nostro Stato si impegnano per garantire che ogni californiano, a prescindere dalla propria espressione e identità di genere, abbia uno spazio sicuro e accogliente per esercitare il proprio diritto di voto».

Il punto è proprio questo: le persone trans, non binary e in generale la comunità Lgbtq+ non avevano uno spazio sicuro in cui votare, prima di questa iniziativa. Pensiamo a quanto succede anche qui in Italia, con gli elenchi che contengono i nomi degli elettori divisi in base al genere e le file che si creano, maschi da una parte e femmine dall’altra, prima di accedere ai seggi. Una situazione che mette in seria difficoltà le persone che si identificano come trans ma non hanno ancora aggiornato i documenti di identità, ma anche le persone non binarie che non si riconoscono né nel genere femminile né in quello maschile.

Prima delle elezioni di midterm del 2022, lo studio del Williams Institute aveva evidenziato che più di 200.000 americani transgender (su oltre 870.000 aventi diritto di voto) correvano il rischio di essere ostacolati all’esercizio del voto perché i loro documenti d’identità non riportavano il nome o il genere corretto. Secondo la Ong VoteRiders, 13 Stati americani hanno leggi molto rigide che richiedono agli elettori che votano in presenza di confermare la propria identità con un documento di riconoscimento e 9 di questi richiedono anche l’identificazione fotografica.

In California queste restrizioni generalmente non valgono: è permesso votare senza presentare alcun documento, con un’unica eccezione per le persone che votano per la prima volta alle elezioni federali. Secondo la consigliera comunale Katy Yaroslavsky, un centro dedicato servirà comunque a rassicurare la comunità Lgbtq+: «Mentre gli estremisti in tutto il Paese continuano a sferrare attacchi alla comunità Lgbt e alla nostra democrazia, Los Angeles deve porsi come un faro di speranza», ha detto ringraziando il Conotec per il lavoro svolto.

Il sito di VoteRiders riporta che il 30% degli elettori transgender ha segnalato di aver subito molestie verbali per via delle informazioni riportate sui documenti che non corrispondevano alla propria espressione di genere (che è il modo in cui una persona presenta esteriormente il proprio genere, attraverso il comportamento, l’abbigliamento, la voce o altre caratteristiche in base alle aspettative della società).

Nella guida della pagina #VotingWhileTrans, scritta dal National Center for Transgender Equality Action Fund per spiegare alle persone trans tutti i passaggi da seguire per non avere problemi al momento del voto, si legge: “Se il tuo Stato richiede un documento d’identità, assicurati che il nome e l’indirizzo indicati nella tua tessera elettorale corrispondano a quelli indicati nel documento al momento del voto. Ma non ti preoccupare se la tua identità o espressione di genere non corrispondono al tuo nome, alla tua foto o al marcatore di genere, perché ciò non è richiesto dalla legge”. Nelle situazioni più delicate, la guida suggerisce anche di prendere in considerazione la possibilità di votare per posta. Sempre che lo Stato in questione lo permetta.

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