Futuro

Musk fa causa a OpenAI per aver dato priorità ai profitti e non all’etica dell’AI

Il co-fondatore dell’azienda madre di ChatGPT e patron di Tesla accusa l’amministratore delegato della società, Sam Altman, di aver tradito la loro mission originaria (ovvero creare un’azienda orientata al bene comune e non al guadagno) stringendo una partnership con Microsoft
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5 marzo 2024 Aggiornato alle 20:00

Elon Musk è al centro di una nuova diatriba: questa volta, per la battaglia legale che ha intentato contro OpenAI e il suo amministratore delegato, Sam Altman, che ha accusato di aver distorto la missione originale della startup, fondata nel 2015 con l’obiettivo dichiarato di lavorare a beneficio dell’umanità.

L’alleanza multimiliardaria con Microsoft, però, avrebbe tradito la sua mission, trasformando la sua priorità in profitto e interessi commerciali. In particolare la causa, depositata giovedì al tribunale di San Francisco, sottolinea che Altman e il co-fondatore dell’azienda, Greg Brockman, si erano originariamente impegnati a creare una società senza scopo di lucro.

Le divergenze con l’azienda, però, non sono nuove: il patron di Tesla e Space X ha co-fondato OpenAI nel 2015, ma nel 2018 si era dimesso dal consiglio di amministrazione per divergenti visioni rispetto agli altri dirigenti. Il coinvolgimento di Musk però è stato cruciale: senza il suo sostegno finanziario e il suo impegno, la startup non sarebbe mai decollata.

Tuttavia, sin dal suo abbandono, Musk ha mantenuto la sua posizione rigida riguardo la missione originaria della società, sostenendo sempre che l’intelligenza artificiale dovrebbe essere disponibile gratuitamente.

Ora si ritrova a combattere una battaglia legale contro una sua stessa creatura, sollevando particolari preoccupazioni riguardo al progetto GTP-4, il più avanzato modello di AI mantenuto segretissimo.

Proprio per difendere la natura della missione di OpenAI, lo scorso anno Altman era stato sollevato dal suo incarico, per poi tornare però in azienda con un nuovo consiglio di amministrazione, portando con sé una serie di nuovi sviluppi.

Uno dei punti di maggior dissenso tra i Musk e OpenAI riguarda ChatGPT, che dal suo lancio (novembre 2022) ha generato un’esplosione a catena di piattaforme simili e concorrenti, tutte desiderose di capitalizzare sulle possibilità offerte dall’AI e garantirsi finanziamenti miliardari.

Dunque, il conflitto legale tra Elon Musk e OpenAI non è solo una questione di interessi commerciali, ma solleva domande fondamentali sul futuro dell’intelligenza artificiale: mentre la Silicon Valley e le aziende Big Tech si trovano divise sull’argomento, la sfida di Musk è mantenere il focus sui benefici per l’umanità e sull’etica dell’utilizzo di queste potentissime tecnologie.

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