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Smog: è tempo di rivedere il riscaldamento dei condomini

L’appello è dell’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari di Milano. Per il presidente Caruso: «Troppo inquinamento causato da vecchi impianti, serve manovra fiscale per riqualificare gli edifici»
Credit: Andreeew Hoang  

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27 febbraio 2024 Aggiornato alle 14:00

In giorni di forte smog come quello che Milano e altre città del Nord Italia hanno sperimentato nelle scorse settimane si è tornati prepotentemente a parlare delle cause dell’inquinamento nelle metropoli.

Uno dei principali fattori, ben più del traffico, è legato al riscaldamento domestico: tutti quei sistemi che bruciano biomasse come legno o pellet, ma anche impianti “antichi” e privi di soluzioni legati all’efficienza energetica e ambientale, hanno un forte peso sul totale dell’inquinamento atmosferico.

In una Italia dove secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale ogni anno a causa dello smog si contano 80.000 morti premature è dunque tempo di ragionare in profondità sull’impatto del riscaldamento domestico.

Per questo, anche se con cifre un po’ più alte rispetto a Greenpeace, parlando del “50% dell’inquinamento causato dal riscaldamento domestico”, sul tema smog è intervenuto anche Leonardo Caruso, presidente Anaci (Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari) di Milano.

Caruso, ricordando come ormai Milano così come l’intera Regione Lombardia siano ormai ai vertici delle classifiche mondiale relative allo smog, chiede dunque di vagliare misure più strutturate per gli impianti di riscaldamento condominiale, essendo proprio il capoluogo lombardo uno dei territori più densi di condomini.

«È diventato ormai urgente un piano strutturale e relativa manovra fiscale del governo per riqualificare gli edifici con tempistiche realistiche, non come abbiamo appena vissuto a causa del superbonus. Servirebbe - spiega il presidente di Anaci Milano - una concreta e reale programmazione ad ampio spettro, che ci coinvolga direttamente e che, attraverso i Comuni, a partire da quello di Milano, e la Regione, preveda la messa a norma degli impianti di riscaldamento negli edifici soprattutto nelle città che hanno una densità abitativa molto alta».

Caruso cita i dati Inemar secondo i quali il riscaldamento incide per il 52,2% e sostiene che «la Lombardia è la Regione con il maggior numero di costruzioni in condominio, e l’età degli edifici supera di 70 anni. Inoltre il 70% degli edifici a Milano sono stati costruiti prima del 1980, ovvero prima di qualsiasi legge che si occupasse di inquinamento l’ultima approvata risale al 1976. è evidente che le misure adottate in via straordinaria nei momenti più critici rimandano il problema, serve un’azione concreta sugli impianti che sono ormai vecchi».

Infine, conclude il presidente, «negli ultimi anni sono stati messi in atto piccoli accorgimenti come il rinvio dell’accensione degli impianti dovuto dal protrarsi della bella stagione, ma queste non sono soluzioni a lungo termine. Riteniamo sia ormai indispensabile un piano del governo con tempistiche e modalità adeguate a permettere un’azione concreta per poter ottenere dei benefici. Interventi di riqualificazione energetica con la sostituzione dei vecchi impianti per soluzioni più efficienti così da riuscire a ottenere un riscaldamento sostenibile».

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