Diritti

Il fondo “Milano Aiuta Ucraina” ha sostenuto 2.270 persone

La somma raccolta da marzo 2022 (grazie a più di 350 donatori) ammonta a oltre 1 milione e 330.000 euro. Il 69% dei cittadini e delle cittadine ucraine supportate dal progetto sono donne con bambini
Credit: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
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27 febbraio 2024 Aggiornato alle 12:15

A due anni dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe, più di 185.000 persone hanno fatto richiesta di protezione temporanea in Italia, circa 4.400 di protezione internazionale. Oltre l’87% dei rifugiati accolti nel nostro Paese sono donne e minori. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Unchr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, intitolato Lives on Hold: Intentions and perspectives of refugees, refugee returnees and internally displaced peoples from Ukraine (Vite in sospeso: intenzioni e prospettive dei rifugiati, dei rimpatriati e degli sfollati interni dell’Ucraina). Le iniziative a sostegno di chi fugge dalla guerra da più di due anni sono state numerose, anche in Italia: Milano Aiuta Ucraina ha supportato 2.270 persone.

Si tratta di un fondo solidale costituito nel marzo 2022 da Fondazione di Comunità Milano su impulso del Comune di Milano per sostenere progetti di accoglienza e integrazione della popolazione ucraina arrivata nel capoluogo lombardo dopo l’invasione russa. Grazie a oltre 350 donatori e donatrici, tra cui Fondazione Cariplo, il progetto ha raccolto 1 milione e 320.000 euro e ha garantito ai rifugiati ucraini giunti a Milano migliaia di servizi diversi, tra cui corsi di italiano, sportivi e ricreativi. Le risorse donate dal fondo solidale, spiega Fondazione di Comunità Milano sulla propria piattaforma, sono state gestite da una task force che ha coordinato 30 partner diffusi sul territorio cittadino. Tra questi, Fondazione Ismu Ets, Associazione Arcobaleno Onlus, Refugees Welcome Italia Onlus e Unhcr Italia.

Tra i servizi garantiti, al 31 dicembre 2023, 2.016 sostegni diretti alle famiglie per l’acquisto di beni primari, materiale scolastico, assistenza domiciliare e sanitaria; corsi di italiano L2 (“italiano lingua seconda”), a cui si sono sono iscritte 637 persone; formazione professionale e inserimento lavorativo, con 198 contratti attivati; interventi di mediazione linguistica, di cui hanno beneficiato in 149 persone; corsi sportivi, artistici e ricreativi per minori e centri estivi, che hanno registrato 282 iscrizioni.

In questi due anni, il fondo ha avuto lo scopo di lenire i traumi di chi ha vissuto un’esperienza drammatica, offrendo supporto psicologico a minori (345 colloqui). E poiché le prestazioni erogate hanno avuto un impatto non solo sui singoli titolari ma, di fatto, sui nuclei familiari presenti, la task force stima di aver coinvolto un totale complessivo di circa 4.500 beneficiari diretti e indiretti. In larga parte, le persone beneficiarie del progetto sono donne (69,8%), spesso madri o nonne fuggite dall’Ucraina con bambini e ragazzi al seguito. Oltre il 44,2% delle persone che hannp ricevuto il sostegno di Milano Aiuta Ucraina ha meno di diciotto anni: un dato determinante per progettare e offrire servizi adeguati ai minori che hanno sperimentato la traumatica esperienza della guerra.

Gli oltre 2.200 beneficiari diretti sono stati individuati attraverso lo 020205, un servizio telefonico di ascolto e orientamento in lingua ucraina che dal 2022 offre ai rifugiati un aiuto per indirizzarli verso i servizi di supporto attivi in città, con una specifica attenzione verso quelli dedicati ai bambini e ai ragazzi. Oggi il numero ha ricevuto più di 5.500 segnalazioni a cui hanno risposto operatrici madrelingua.

Quel che ha caratterizzato il progetto Milano Aiuta Ucraina è stata anche la capacità di intervenire rapidamente “con una governance privato sociale-pubblico capace di integrare risorse offerte dalla comunità milanese (imprese, organizzazioni cittadinanza) e competenze pubbliche”, cosa che ha reso possibile dare una direzione progettuale efficace alla rete di partner ed enti non profit sparsi per Milano. I fondi donati non sono stati trasformati in sussidi, ma in interventi concreti i cui risultati sono stati monitorati e rendicontati “a chi ha dimostrato solidarietà nel pieno della crisi ucraina”. Una crisi che, a due anni dall’inizio dell’invasione, conta ancora 3,7 milioni di persone sfollate all’interno dell’Ucraina.

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