Ambiente

Come il petrolio sta finanziando la guerra russa in Ucraina


Secondo un’indagine del Wall Street Journal, una rete commerciale clandestina, pilotata da una società misteriosa, sta alimentando l’approccio bellicoso di Mosca
Credit: Maria Lupan  

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22 febbraio 2024 Aggiornato alle 11:00

Nord Axis Limited non è una società fantasma: “Gestisce attività di investimento. Fornisce capitale di rischio, investimenti industriali e altri servizi. Svolge le sue attività a Hong Kong”. A classificare così Nord Axis è il portale di Bloomberg, punto di riferimento internazionale per il mondo delle imprese.

Nelle ultime ore questo nome è balzato agli onori delle cronache: l’azienda sarebbe il fulcro di una rete commerciale e marittima clandestina che sposta grandi quantità di petrolio russo in Cina, India e altri mercati eludendo le sanzioni occidentali legate alla guerra in Ucraina.

Sarebbe stato Etibar Eyyub, un imprenditore piuttosto misterioso dell’Azerbaigian, a mettere insieme il network segreto che farebbe da principale intermediario per Rosneft, la compagnia petrolifera controllata direttamente dal Cremlino.

Questi sono i risultati dell’indagine che The Wall Street Journal ha pubblicato in prima pagina e che ha richiesto più di un anno di fatica ai suoi tre autori: il reporter Joe Wallace e l’esperta di mercati e macro-economia Anna Hirtenstein hanno lavorato da Londra, insieme a Costas Paris, il reporter senior che da New York studia le spedizioni globali e le catene di fornitura.

L’inchiesta ripercorre così l’inizio del conflitto ucraino. Nove giorni prima dell’invasione russa, l’azienda viene costituita a Hong Kong: sembra spuntata dal nulla, al punto che la proprietà è sconosciuta ai suoi stessi dirigenti.

L’articolo in sostanza sostiene che, attraverso la gestione del commercio del petrolio russo, Nord Axis avrebbe generato miliardi di dollari di entrate capaci di alimentare lo sforzo bellico di Putin, proprio mentre tutto l’Occidente con gli Stati Uniti in prima linea cercava soluzioni per ostacolare l’economia della guerra del Cremlino.

Per riuscire in questi traffici, volando da e per Mosca con un jet privato, Etibar Eyyub si sarebbe servito di una flotta di vecchie petroliere sul piano pratico e di un labirinto di società registrate a Dubai e Hong Kong sul fronte amministrativo.

A riferire queste informazioni sono state persone che hanno lavorato o hanno avuto a che fare con lui: si tratta di attuali ed ex colleghi ma anche di funzionari del settore energetico e marittimo che hanno fatto affari con o hanno gareggiato contro di lui e le sue aziende.

Così, secondo i dati commerciali della Kyiv School of Economics, Nord Axis insieme ad altre quattro società gestite da Eyyub e coinvolte nel mercato russo - ma potrebbero essere di più - hanno esportato almeno 33 miliardi di dollari in greggio e carburante russi nel 2023, un quinto delle esportazioni di Mosca.

L’indagine ha cercato inoltre di esaminare il ruolo di Coral Energy, società con sede negli Emirati Arabi Uniti - fondata da Tahir Garayev, a sua volta originario dell’Azerbaigian - che commercia materie prime e che ha avuto rapporti di lavoro con Eyyub. Un portavoce ha smentito che attualmente ci siano legami, anche se le aziende satelliti riconducibili all’uomo sembrano gravitare proprio attorno a quest’orbita.

Un dettaglio curioso è che i funzionari russi di Rosneft utilizzano il nome Coral come abbreviazione per indicare la rete di imprese gestite dall’imprenditore.

Il Wall Street Journal ha esaminato transazioni, spedizioni, documenti aziendali e legali in 12 paesi. Al momento però è impossibile determinare chi trae profitto da tutta questa operazione.

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