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Chi è Ekaterina Duntsova, l’ex giornalista che sfida Putin?

Classe 1983, la possibile nuova candidata alle presidenziali russe che si terranno a marzo chiede la fine del conflitto in Ucraina e il rilascio dei prigionieri politici, mentre il leader dell’opposizione Alexei Navalny risulta ancora scomparso
La giornalista e originaria di Krasnoyarsk Ekaterina Duntsova arriva alla Commissione elettorale centrale russa per presentare i documenti a Mosca il 20 dicembre 2023. Le elezioni presidenziali russe si terranno dal 15 al 17 marzo 2024. 
La giornalista e originaria di Krasnoyarsk Ekaterina Duntsova arriva alla Commissione elettorale centrale russa per presentare i documenti a Mosca il 20 dicembre 2023. Le elezioni presidenziali russe si terranno dal 15 al 17 marzo 2024.  Credit: EPA/STRINGER
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
21 dicembre 2023 Aggiornato alle 17:00

Ex giornalista televisiva, attivista, sostenitrice della pace in Ucraina: Ekaterina Duntsova, 40 anni, ha presentato i documenti alla Commissione elettorale centrale della Russia per registrarsi come candidata alle elezioni presidenziali russe che si terranno a marzo 2024. Il favorito, o meglio il papabile vincitore, è il presidente Vladimir Putin: il suo successo pare un epilogo scontato sia per i sostenitori che per gli oppositori.

Duntsova spera di sfidare Putin promuovendo la sua visione di una Russia «umana, pacifica, amichevole e pronta a cooperare con tutti sul principio del rispetto». In una intervista rilasciata a Reuters il mese scorso, ha sostenuto la fine del conflitto in Ucraina, chiesto il rilascio dei prigionieri politici e di intraprendere importanti riforme per evitare di raggiungere una nuova era di contrasto tra Russia e Occidente. Duntsova, come racconta sul proprio sito ufficiale, è laureata in diritto e in giornalismo televisivo; è stata una deputata della Duma della città di Rzhev.

Come richiesto dalla legge elettorale russa, la corsa di Duntsova è stata appoggiata da almeno 500 sostenitori e, se verrà accettata come candidata indipendente, avrà bisogno di raccogliere 300.000 firme di sostegno da almeno 40 regioni russe entro il 31 gennaio 2024. Il parlamento statale russo ha fissato le elezioni il 17 marzo.

«Sento un senso di realizzazione: abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo fare. Abbiamo fatto questo passo, e penso che dovrebbe ispirare le persone che ci sostengono», ha dichiarato Duntsova ai giornalisti a Mosca. Come riporta Reuters, ha corretto un giornalista che le ha chiesto se pensava che le autorità le avrebbero effettivamente permesso di stare in piedi: «Perché stiamo parlando del permesso se questo è mio diritto secondo la legge e ho questa possibilità e ho le qualità necessarie per me stesso avanti?». La raccolta firme, ha aggiunto, «è un lavoro enorme e spero che le persone parteciperanno attivamente».

I media statali russi la stanno ignorando, la maggior parte di quelli indipendenti sono stati vietati, e parlando con l’Associated Press Duntsova ha detto di temere di diventare il prossimo obiettivo del Cremlino, che in passato ha preso di mira attivisti e manifestanti dell’opposizione. Coloro che potrebbero sfidarlo sono in prigione o vivono all’estero. Putin, 71 anni, svolge il ruolo di presidente o primo ministro dal 1999 e la sua rielezione a marzo, che gli potrebbe assicurare un altro mandato di 6 anni, è quasi assicurata. Secondo Duntsova, è necessario «presentare un’alternativa».

Secondo il Moscow Times una delle sostenitrici di Duntsova è stata arrestata nella città siberiana di Krasnoyarsk dopo essere tornata dall’evento di domenica, secondo il movimento Myagkaya Sila. Sarebbe accusata di aver presentato falsamente una denuncia contro un agente di polizia. Duntsova ha promesso che, se eletta, il suo primo decreto presidenziale imporrà il rilascio dei “prigionieri politici” della Russia, ma non ha fatto nomi. Il primo potrebbe essere Alexei Navalny, che sta scontando pene detentive per un totale di oltre 30 anni ma, da giorni, risulta scomparso. I suoi sostenitori dicono che non è in contatto con i suoi avvocati da almeno 2 settimane e la scorsa settimana sospettavano che fosse stato trasferito in una colonia a “regime speciale”, dove potrebbe essere tenuto in isolamento per anni secondo il regime carcerario più duro della Russia. Il Cremlino non si è espresso sulla questione.

I suoi sostenitori credono che queste, come le precedenti elezioni, saranno una farsa perché il Cremlino, attraverso la Commissione elettorale centrale russa, controlla chi può correre e può facilmente manipolare il voto se necessario con l’aiuto di un sistema elettronico. Nel fine settimana, il partito al Governo Russia Unita ha appoggiato il presidente Vladimir Putin come candidato indipendente per le elezioni del 2024.

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