Ambiente

Missione Ambiente: il viaggio alla scoperta della sostenibilità arriva a Catanzaro

Quarta tappa del progetto di educazione alla sostenibilità che porta il tema dell’ambiente sui banchi di scuola. Eolico e fotovoltaico al centro degli interventi di Erg. Andrea Ferrazzi (Tim) ribadisce l’importanza del settore giornalistico nel comunicare la svolta green
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21 febbraio 2024 Aggiornato alle 15:00

Si è tenuto oggi il quarto incontro di Missione Ambiente – Generazioni a scuola di sostenibilità - l’iniziativa coinvolge dieci città italiane e si propone di coinvolgere studenti e studentesse delle scuole superiori in un percorso educativo alla scoperta della tutela dell’ambiente e della transizione ecologica.

Il progetto, di cui La Svolta è media partner, è stato promosso dalle aziende Tim e Erg Academy, organizzato in collaborazione con l’ente educativo no-profit Elis.

Si tratta di un viaggio itinerante, che coinvolgerà in tutto dieci città italiane, da Nord a Sud dello Stivale, con l’obiettivo di diffondere la cultura della sostenibilità tra i banchi di scuola.

Gli incontri sono pensati come veri e propri laboratori di sostenibilità e consapevolezza, occasioni preziose non solo di apprendimento e arricchimento reciproco. L’intento è che gli alunni e le alunne presenti possano esprimere la propria voce liberamente e giocare un ruolo da protagonisti.

Proprio al fine di garantire il coinvolgimento attivo delle classi, una serie di domande è stata sottoposta agli studenti nell’ambito di una valutazione d’impatto ex ante del progetto.

Le domande poste agli studenti riguardano diversi aspetti legati alla promozione della sostenibilità e al loro coinvolgimento in progetti educativi, tra cui l’utilità di ascoltare le esperienze di professionisti esterni alla scuola, l’opportunità di sperimentare modalità di apprendimento diverse dalla lezione frontale, la conoscenza dell’Agenda 2030, l’affronto della tematica della sostenibilità a scuola, l’impatto dei propri comportamenti sulla sostenibilità e la natura delle azioni individuali messe più in pratica.

I risultati preliminari rivelano che la comunità studentesca è piuttosto sensibile e consapevole della questione ambientale.

La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze ha dichiarato di aver già affrontato i temi della sostenibilità e di conoscere l’Agenda 2030. Quanto alle buone pratiche, sebbene un numero considerevole di studenti abbia dichiarato di adottare già comportamenti virtuosi e attenti all’ambiente (i più diffusi sono raccolta differenziata e riduzione dell’utilizzo della plastica), in molti nutrono dubbi su loro impatto concreto sul mondo.

In due parole, buon livello di consapevolezza misto a un forte senso di impotenza. Una fotografia piuttosto accurata che restituisce il rapporto turbolento, e molto spesso sofferto, che le giovani generazioni con la crisi climatica.

Questa mattina, Missione Ambiente è sbarcata all’Istituto Tecnico Superiore Scalfaro di Catanzaro, davanti a una platea di 142 studenti e studentesse.

Ad aprire le danze è stato Gianluca Gramegna, responsabile della sostenibilità e Esg di Erg, che ha raccontato ai ragazzi il percorso di profonda trasformazione aziendale che la società ha attraversato negli ultimi anni.

Il Gruppo Erg, tra i principali del mercato oil fino al 2008, ha infatti stravolto il proprio portafoglio di business diventando un operatore chiave nel settore delle rinnovabili in Europa, rendendo le proprie attività industriali completamente neutrali dal punto di vista climatico.

Abbracciando i principi dall’economia circolare, oggi Erg contribuisce direttamente al finanziamento di progetti di ripotenziamento di impianti eolici e fotovoltaici ad alto impatto sociale, ma fornisce anche supporto a tutte quelle organizzazioni no-profit interessate a diminuire la propria dipendenza dal fossile e orientare.

A seguire, l’intervento di Alessandro De Vita – responsabile Permitting di Erg, cioè di tutte quelle attività finalizzate all’ottenimento di autorizzazioni pubbliche e private per la realizzazione di nuovi progetti o la modifica di impianti esistenti, in conformità ai requisiti della legislazione italiana e in linea con gli standard normativi europei.

De Vita ha spiegato agli studenti il funzionamento del percorso autorizzativo di iniziative progettuali orientate alla promozione dello sviluppo sostenibile, composto principalmente da due fasi.

La prima è quella di valutazione dell’impatto ambientale, nell’ambito della quale vengono presi in esame fattori quali il consumo del suolo e la compatibilità con le componenti faunistiche e del paesaggio.

Alla fase di valutazione, durante la quale i progetti devono essere vagliati e approvati, in definitiva, dal Ministero dell’Ambiente, segue poi la fase di autorizzazione dove è cruciale il coinvolgimento attivo degli enti locali e delle comunità del territorio.

Arrivano le prime domande dei ragazzi, curiosi soprattutto di approfondire il tema dell’eolico e delle pale eoliche: costi e tempi di realizzazione, modalità di ripotenziamento degli impianti obsoleti, stato degli investimenti nei Paesi meno sviluppati, come quelli africani.

Dalla platea arriva poi una domanda molto pertinente sull’opportunità di definire come a “impatto zero” un impianto eolico. A questo proposito, prende nuovamente la parola Gianluca Gramagna, che spiega come quello di impatto zero sia un concetto puramente teorico.

«Di fatto, l’impatto zero non esiste. Siamo energivori in quanto persone, usiamo l’energia per qualsiasi cosa, ne abbiamo bisogno anche per sopravvivere. Tutto ha un impatto, quindi. Ma se parliamo di impatto ambientale, va sottolineato che alcune attività hanno un impatto che è meno inquinante, o quantomeno più facile da mitigare grazie all’innovazione tecnologica. Per questo, installare impianti di energia rinnovabile è una scelta politica doverosa».

A concludere l’evento, il contributo di Andrea Ferrazzi di Tim, senatore della Repubblica che ha partecipato alla redazione degli emendamenti degli articoli 9 e 41 della Costituzione legati all’ambiente.

Parlando dell’innovazione apportata da questa riforma costituzionale, Ferrazzi ha commentato così l’inclusione della tutela ambientale nel testo: «Grazie a queste modifiche, per la prima volta in Costituzione ogni comportamento individuale e collettivo deve assumersi la responsabilità di pensare alle generazioni future di tutto il mondo». Finalmente, spiega Ferrazzi è stata inserita l’idea di una “solidarietà intergenerazionale”. Una solidarietà che si estende non solo nel tempo, ma anche nello spazio. Una solidarietà che si basa, cioè, su un senso di responsabilità collettiva che superi confini nazionali e che tenga conto del benessere della popolazione a livello globale.

Al centro del suo intervento anche il tema dell’ambiente e dell’informazione.

Il tema dell’ambiente è un tema molto sentito, le analisi demoscopiche lo dimostrano. Negli ultimi cinque anni l’Unione europea ha incentrato la propria agenda sulle politiche ambientali, dichiara Ferrazzi.

Sollecitato dalla direttrice de La Svolta, Cristina Sivieri Tagliabue, Andrea Ferrazzi dice la sua anche sul ruolo del giornalismo nel fare informazione sulla crisi climatica in maniera efficace e costruttiva.

Anzitutto, è fondamentale che il mondo della comunicazione si assicuri che il tema della sostenibilità venga affrontato con un approccio intersezionale. «Bisogna assicurarsi che la transizione energetica sia in grado di tenere insieme sostenibilità ambientale, sociale, ed economica».

In secondo luogo, rivolgendosi direttamente agli studenti e alle studentesse, Ferrazzi lancia un monito, invitandoli a leggere le notizie utilizzando un approccio critico e verificando sempre le fonti: «Non fatevi fregare dalla comunicazione di massa, che è spesso intenzionalmente orientata a dividere, anziché a unire, a distruggere, anziché costruire».

Un invito a diffidare dalle narrazioni allarmiste e a scommettere su un giornalismo diverso, orientato a informare sui problemi ma soprattutto sulle possibili soluzioni, e a fornire ai lettori gli strumenti necessari per avvicinarsi al mondo della sostenibilità in maniera leggera ma consapevole.

Martina Gregorace, studentessa presso l’Istituto Scalfaro, ha commentato a caldo le impressioni sull’incontro: «Oggi ho imparato che parlare di ambiente è fondamentale. Lo è per il nostro Istituto, dove stiamo approfondendo la tematica della sostenibilità, ma anche per il nostro Paese: la modifica della Costituzione ne è un chiaro esempio».

Francesco Fioccata, un altro alunno dell’Istituto, si è espresso in particolare sull’importanza delle energie rinnovabili: «Ho trovato molto interessante e formativo approfondire le pale eoliche, il loro funzionamento e la modalità con cui vengono ripotenziate e smaltite. Dovrebbero esserci più incontri di questo tipo».

Per oggi, da Catanzaro è tutto.

Missione Ambiente vi dà appuntamento il prossimo 6 marzo, a Cagliari, per il quinto incontro.

Il nostro viaggio educativo all’insegna della sostenibilità prosegue: continueremo a raccontartelo sulle pagine di La Svolta.

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