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Francia: il paesino che ha vietato social e smartphone per salvare la socialità

I cittadini di Seine-Port hanno scelto, tramite referendum, di proibire l’utilizzo dei cellulari nei luoghi pubblici. La decisione non è legalmente vincolante ma rappresenta un “invito”: i trasgressori non verranno multati
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Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
14 febbraio 2024 Aggiornato alle 18:00

Camminare mentre si usa il telefono, si sa, fa male alla salute: non solo ci rende pedoni lenti e distratti (ti è mai capitato di causare “traffico” su un marciapiede?), ma ci rende anche più gobbi, con il naso all’ingiù e il collo chinato sul cellulare, a mandare un messaggio o scrollare la home di Instagram. Un altro pericolo? L’asocialità.

E così, forse consapevole di tutti questi rischi, il piccolo paesino della Francia a sud di Parigi con poco meno di 2.000 abitanti, Seine-Port, ha deciso che lo smartphone non potrà più essere utilizzato negli spazi pubblici: in strada, nei negozi, fuori le scuole (per esempio quando i genitori aspettano che escano i bambini) e nei parchi.

Cartelli con un telefono e un segno rosso di divieto cominceranno a popolare le vetrine del piccolo Comune nella regione dell’Île-de-France dopo che lo scorso week-end i suoi abitanti hanno votato con un referendum contro l’uso del telefono nei luoghi pubblici: su 277 persone che hanno votato, più della metà (54%) si è dichiarata favorevole. E se qualcuno si perde e ha bisogno di un navigatore? Si torna ai vecchi metodi: basterà fermare un passante e chiedere indicazioni.

La decisione, però, non rappresenta una legge e quindi non vincola nessuno: ai “trasgressori” infatti non verrà fatta alcuna multa. Secondo il sindaco Vincent Paul-Petit, è un invito alla socialità. Seine-Port si doterà anche di una guida agli schermi per i bambini: divieto assoluto la mattina presto, la sera prima di dormire o durante i pasti e nessun dispositivo in camera.

«Voglio preservare gli spazi pubblici dall’invasione degli smartphone - ha detto il sindaco - Non si tratta di vietare tutti i telefoni, ma di proporre alle persone di astenersi dall’utilizzo del proprio smartphone per aggiornare i social, giocare o guardare video nei luoghi pubblici». Inoltre, Paul-Petit ha spiegato di voler incoraggiare gli esercizi commerciali a non servire i clienti che entrano nel negozio mentre sono al telefono: «Se stanno conversando al cellulare, possono finire fuori, poi entrare e salutare».

Ma c’è chi non apprezza la nuova regola: per i giovani i social media e, più in generale, gli smartphone rappresentano una parte fondamentale della loro quotidianità. C’è chi dice che sia una questione generazionale (d’altronde, le nuove generazioni sono nate e stanno crescendo in un’era quasi completamente digitale), ma a Seine-Port potrebbe esserci di più. Secondo i giovani, nel piccolo Comune mancano i luoghi di svago per gli adolescenti; per questo motivo, il sindaco ha promesso di bilanciare il divieto con la creazione di cinema e impianti sportivi.

Poi c’è chi ritiene il divieto un attacco alla libertà personale. In realtà, però, l’utilizzo smodato di smartphone, tv, videogiochi e pc sembra essere una vera e propria preoccupazione in tutta la Francia. A gennaio il presidente Macron aveva dichiarato di voler regolamentare il tempo trascorso dai bambini davanti agli schermi.

Effettivamente, ogni giorno passiamo in media 3 ore e 15 minuti a guardare il nostro smartphone. Ora (forse) per i cittadini di Seine-Port cambieranno le cose: magari inizieranno a camminare con la testa dritta e il naso all’insù mentre sono fuori casa o, almeno, a guardare dove mettono i piedi quando camminano.

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di Manuela Sicuro 6 min lettura